Galleria del Carbone
Ferrara
via del Carbone, 18/A
0532 761642 FAX 0532 761642
WEB
Sima Shafati e Amir Sharifpour
dal 19/3/2010 al 4/4/2010
lunedi' - venerdi' 17-20, sabato e festivi 17-20

Segnalato da

Paolo Volta




 
calendario eventi  :: 




19/3/2010

Sima Shafati e Amir Sharifpour

Galleria del Carbone, Ferrara

Aspettando la Primavera - Norooz il nuovo giorno. In mostra le opere dei due artisti dove, accanto alla scrittura cuneiforme compaiono motivi di onde e di luci, di forme sinuose e fluide.


comunicato stampa

Reliqua nobis aliena sunt, tempus tamen nostrum est
(Seneca)

Apro il portatile e l'ora è già lì in basso a destra dello schermo a dirmi il tempo del mio ritardo. Silenziosa mi indica quanto mi resta da fare mentre gli impegni si accaniscono sempre più a coprire lo spazio che ancora rimane libero tra le righe dell'agenda che tento di continuo ad imboscare. Spengo. Lo chiudo. Lo riapro. E in ogni momento l'ora e i minuti si manifestano puntuali. Sono dentro che scorrono anche quando non li vedo, sempre presenti nella loro grafica accattivante, di buon design, non invasiva.

Col cellulare è la stessa cosa: è vero che ormai da anni lo adopero al posto dell'orologio. Il bel orologio d'oro di buona marca che dava un piacere tattile a trarlo dalla tasca per sapere che ora era, è da tempo dimenticato in un qualche cassetto di casa. Assumeva la mia stessa temperatura corporea e questo gli faceva perdonare il discreto ticchettio della meccanica. Le nuove tecnologie digitali ci hanno invaso la vita, sono diventate le padrone del nuovo tempo scandito. Continuiamo a non accorgerci mai del momento sottile del passaggio dell'oggi, ma solo ci accorgiamo di quello del tempo che passa.

Alle ore 18.32'.13'' di questo 20 marzo 2010 Sima Shafati e Amir Sharifpour ci propongono un loro perturbante viaggio nel tempo. Siamo in primavera: una delle stagioni più amate e “sentite” dalla natura che si risveglia. È evidente che un momento tanto importante non può essere dimenticato da nessuna generazione. Ogni cultura trova nei riti stagionali le ragioni della propria esistenza e le conferme del proprio incerto destino. Il primo giorno di primavera diventa l'inizio del calendario ciclico della vita. È il “nuovo giorno”.

Norooz è l'inizio della primavera e dell'anno nuovo persiano. È una festa antichissima di migliaia di anni che affonda le proprie radici nella mitologia della mezza luna fertile. È il leggendario re Yima che la istituisce ancora prima di Zoroastro che la dedica a Ahura Mazda il “signore saggio”. Come festa sopravvive alle guerre di religione e allo stratificarsi delle culture. È una testimonianza preislamica eppure, per quanto riguarda il tempo, è di un fascino senza pari. L'idea del rinnovarsi del tempo, che le stagioni suggeriscono, porta all'interno del nostro mondo in cui l'abitudine alle macchine si confonde ai ritmi biologici e sociali, la scansione di un tempo ciclico e puntiforme.

È proprio in questo sovrapporsi di idee e di vissuti che Sima e Amir ci restituiscono la freschezza di un “nuovo”, che è millenario e recentissimo, colto e popolare insieme. Accanto alla scrittura cuneiforme compaiono motivi che sono come giochi di onde e di luci, di forme sinuose che ritornano su se stesse, sempre e comunque ricche di fluide emozioni. Vi è nel loro operare una gioiosa metamorfosi della materia. Il fuoco e la terra e l'acqua e l'aria descrivono continue cosmogonie.

“L'albero e il verde dell'erba e le piante che crescono e muoiono , ma rinascono in ogni ciclo delle stagioni”... questo solo interessa veramente ai nostri artisti portare allo scoperto. L'unione di elementi vivi e di quelli creati dall'arte ci conducono in una dimensione spazio-temporale in cui la pittura e la scultura delineano un percorso netto e intrecciato. Quello che sta all'interno e quello che sta all'esterno cessano di essere percepiti in modo contraddittorio, ma segnano un tempo e uno spazio dell'arte. Esiste un punto in cui la vita e la morte, il passato e il futuro, il reale e l'immaginario, il comunicabile e l'incomunicabile cessano di essere intesi in modo contraddittorio.

Nel loro studioso interesse per il movimento ciclico i nostri due artisti inventano un ritmo in cui alto e basso, esterno interno creano nella composizione un andamento quasi musicale. Per far questo bisogna però che gli oggetti si carichino di un ulteriore valenza. Tutto si tiene nella musica del tempo cosmico che torna. La creazione dell'artista diventa cambiamento di scala, di parametri. È un tempo della spiritualità che richiede ai nostri occhi di caricarsi di un supplemento d'anima per non leggere queste opere con superficialità di visione o con curiosità esotica.
Gianni Cerioli

Inaugurazione 20 marzo ore 18

Galleria del Carbone
via del Carbone, 18/A Ferrara
Orario: lunedi' - venerdi' 17-20, sabato e festivi 17-20
Ingresso libero

IN ARCHIVIO [94]
Paul Bright e David Houston
dal 10/7/2015 al 1/8/2015

Attiva la tua LINEA DIRETTA con questa sede