Pugili. "Nel suo peregrinare, l'artista ha sempre mantenuto la sua essenza spoletina, appartato dalle scene artistiche, mettendocela tutta per farsi ignorare". A cura di Franklin Watts.
a cura di Franklin Watts
Se ricordo bene, nel 2008 presso il magnifico Castello di Pissignano, risalente al XII secolo, durante una
manifestazione curata dalla moglie Anna, ho conosciuto Afranio Metelli. La prima cosa che notai, la sua
espressione, di persona vissuta in un periodo storico artistico importante, in maniera intensa: Afranio Metelli
è persona pronta a trasmettere alle nuove generazioni la sua esperienza.
Non poca cosa. Come affermano Giovanni Carandente e Bruno Toscano, nelle rispettive presentazioni dei cataloghi del 1998 (Afranio Metelli:
opere 1935 – 1988) e del 2008 (Afranio Metelli. Opere 1947 - 2008). Afranio Metelli ha studiato all'Istituto
d'Arte e all'Accademia di Belle Arti, entrambe di Perugia. Pur essendo stato allievo di Gerardo Dottori, lo
definisco “autodidatta”. Va comunque detto che Giorgio Falcidia (Afranio Metelli: opere 1935 -1988), si
domandi se sia inutile o fuori metro, evocare il fantasma sublime di Paul Klee. I maestri ideali che lo hanno
ispirato: Sandro Botticelli, Benozzo Gozzoli, El Greco, Van Dyck e Velasquez, solo per citarne alcuni. Sono
interessanti infatti i suoi lavori “d’après”.
Caratteristica di Afranio Metelli è una certa naivetè, accompagnata
ad un humour sornione. Afranio Metelli ha avuto un lungo tirocinio di ceramista a Gualdo Tadino in Provincia
di Perugia e a Vallauris, in Costa Azzurra, dove conobbe Pablo Picasso. Alcune immagini si possono vedere
nell’ottimo catalogo curato da Giovanni Carandente, in cui l’artista appare sulla spiaggia insieme a Picasso.
Tornato in Italia alla fine degli anni '50, ha avuto una esperienza impegnativa a Roma, nel periodo della
polemica “astratto – figurativo”, anni fervidi per l'Italia, dopo l'isolamento del ventennio fascista. Alla
Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Giovanni Carandente Vice Direttore, la prima dama della critica d'arte
italiana Palma Bucarelli era Direttrice dello stesso museo.
Afranio Metelli frequentò allora brevemente
l'Accademia Tedesca di Villa Massimo assieme ad un altro artista spoletino: Leoncillo. Bisogna dire che
Afranio Metelli non ha vissuto il periodo dell'informale, ma ha preferito andare in giro per il mondo. La sua
prima tappa oltre oceano è stata Città del Messico, dove lavorò al Museo Antropologico, “riprendendo” i
lavori dei Maya e poi a New York, vivendo in prima persona l'esplosione della Pop Art.
A ragion veduta, si
può considerare Afranio Metelli un artista eclettico, il cui eclettismo è diventato una ragione del suo stile,
basti pensare ai d’après, agli autoritratti, gli acquarelli, i pugilatori e le terrecotte. Nel suo peregrinare,
Afranio Metelli ha sempre mantenuto la sua essenza spoletina: da Pissignano, divenuto figlio celebre di un
umile artigiano di quel villaggio pur restando, come ci dice Bruno Toscano, appartato dalle scene artistiche,
mettendocela tutta per farsi ignorare. Per fortuna non è stato così.
Inaugurazione 27 Marzo ore 17.00
Studio Watts
Vicolo Gemine Astolfi 2, San Gemini (Terni)
Sabato e Domenica 10.00 – 12.00 / 16.00 – 18.00
Durante la settimana per appuntamento
Ingresso libero