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9/4/2010

Who's afraid of Pina Bausch?

Diverse sedi, Modena

IV edizione di Segnali, rassegna di teatro danza, che quest'anno si articola nell'arco di due settimane per riscoprire la grande coreografa tedesca, con una serie di spettacoli, workshop e la mostra 'Pina Bausch: danza della vita, danza dell'anima' di Maarten Vanden Abeele.


comunicato stampa

"Credo che esista nella vita qualcosa che appartiene a tutti e che continuamente cerco". Pina Bausch

In Pina Bausch la vita diventa teatro e il teatro diventa vita. "Se vuoi essere unica, devi essere diversa" diceva Coco Chanel e sicuramente Pina Bausch è stata unica e ha fatto della sua "diversità", del suo essere fuori dagli schemi prestabiliti la sua forza e la sua essenza. Capofila energetica e potente del genere teatro danza (Tanztheater), è riuscita a modificare gli orizzonti culturali ed estetici della danza del nostro tempo; Tanztheater è il termine da lei adottato per definire il suo teatro della danza, o "della vita" e "dell'esperienza".

Il suo progetto artistico è ben preciso e delineato: la sua produzione artistica non avrebbe più avuto alcuna attinenza con il balletto o la danza moderna, preferì definire la sua compagnia e la sua produzione Tanztheater (nella lingua tedesca questo vocabolo composto significa semplicemente teatro della danza). Pina Bausch si definiva una "compositrice di danza".

Si è concessa poche libertà d'autore: il vezzo molto tedesco di definire Stücke , ossia "pezzi", tutte le sue opere collettive, come schegge romantiche della sua fantasia musicale, veri e propri collage che nascono da un continuo dialogo con il gruppo dei danzatori, attraverso un vero e proprio work in progress: creazione a getto continuo di scenografie vive e naturali che ha contribuito a alimentare la trasognata spettacolarità degli Stücke.

Proprio dalla suggestione di Stücke nasce la prima edizione del PREMIO STUKE 2010, indetto dal Teatro dei Segni in collaborazione con l'Assessorato alla Cultura del Comune di Modena e la Regione Emilia Romagna. Il bando di concorso "Stücke - frammenti di teatro danza 2010", rivolto alle compagnie emergenti di teatro danza dell'Emilia Romagna,si inserisce all'interno del PROGETTO Segnali-off/Compagnie emergenti di teatro danza, nell'ambito della quarta edizione della rassegna SEGNALI 2010, dal titolo "Who's afraid of Pina Bausch?".

Da bando sono state selezionate 4 compagnie di teatro-danza che si esibiranno il 16 aprile a Segnali-off, un "Open Day" all'interno della nostra rassegna, al termine del quale sarà stabilito un vincitore, a cui verrà assegnato un premio in denaro.

"Who's afraid of Pina Bausch?", IV edizione di SEGNALI, si articola nell'arco di due settimane (dal 10 al 24 aprile 2010), quattordici giorni per scoprire, riscoprire Pina Bausch, fondatrice e del teatrodanza, attraverso stage e workshop con i suoi allievi, l'incontro/conferenza con i suoi più stretti collaboratori, performance di compagnie professioniste italiane, seminari, video che ripercorrono il percorso artistico di Pina Bausch e una mostra fotografica a lei dedicata, proveniente dalla Francia, dal titolo “PINA BAUSCH”, di Maarten Vanden Abeele, curata dalla giornalista e critica della danza Sonia Schoonejans, che condurrà anche un seminario intitolato “Pina Bausch: un mondo, un linguaggio, un'autice” , un percorso di ricerca e di analisi, supportato da proiezioni video, intorno al lavoro della coreografa.

La mostra sarà inaugurata il 10 aprile e sarà aperta al pubblico per tutta la durata del festival; sarà una mostra “itinerante”, vale a dire sarà dislocata in luoghi “strategici” della città: la nostra intenzione è quella di renderla dinamica e di coinvolgere al festival “pubblici diversi”, non solo addetti ai lavori o appassionati di teatro danza, ma cercare di interessare e incuriosire persone che normalmente non si avvicinerebbero a questo settore.

"Nel mio lavoro ho sempre cercato qualcosa che ancora non conosco. È una ricerca continua e persino dolorosa, una lotta. Ricercando non c'è nulla su cui ci si possa basare: nessuna tradizione, nessuna routine....si sta completamente soli davanti alla vita e alle esperienze che si fanno e si deve cercare di rendere visibile o almeno intuibile ciò che si sa da sempre. Questo è quanto ogni artista ricomincia a fare in ogni periodo storico...Con ogni spettacolo questa ricerca comincia da capo e ogni volta ho paura di non poterci riuscire. I modi del Tanztheater derivano da una precisa necessità e anche da un bisogno: trovare un linguaggio per ciò che non può essere espresso in altra maniera...se guardo al nostro lavoro, ho la sensazione di avere appena iniziato". Pina Bausch

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PINA BAUSCH: danza della vita, danza dell'anima
Mostra fotografica di Maarten Vanden Abeele
a cura di Sonia Schoonejans

La mostra dedicata alla coreografa tedesca Pina Bausch, ritratta tra il 1994 e il 1996 dall'artista belga Maarten Vanden Abeele, coglie i frammenti di venti diverse coreografie realizzate per il teatro e per il cinema. E' il risultato di un'intensa collaborazione tra la coreografa ed il fotografo: lei domina il movimento dei corpi, lui ne ritrae l'anima. La selezione delle immagini, oltre a rappresentare un documento del lavoro della grande artista tedesca, offre una personale ed intensa interpretazione: dalle foto emerge "un'umanità sofferente ma tenace, disperata ma anche ricca di humour, crudele e tenera allo stesso tempo", come scrive il critico Sonia Schoonejans.

L'esposizione è stata presentata per la prima volta a Parigi al Convento dei Cordeliers nel 1996. Maarten Vanden Abeele partecipa a ciò che vede, non vi sono distanze: la capacità di abbandonarsi è la chiave della felicità, dice l'artista ed è anche la miglior virtù di un fotografo. Non importa dove si arriverà: al dolore, alla tristezza, alla solitudine o al breve istante della felicità. Non c'è niente da giudicare, solo muoversi insieme. Le immagini di Maarten Vanden Abeele catturano le emozioni, ma non sono sensibili. Nulla lascia interdetto l'osservatore. Tutto è aperto, accessibile - come le pièces di Pina Bausch. Tutto è guardato senza pregiudizio, e tutto può essere importante: l'espressione di una mano, la bellezza di un piede in una scarpa col tacco alto, l'intimità di un momento a due non diversamente dall'impeto del gruppo. Le persone - e le cose che con esse interagiscono - rimangono se stesse.

L'occhio del fotografo non esercita violenza su nulla. Così, nulla va perduto nell'integrarsi di un mezzo nell'altro. Al contrario: le immagini stesse creano un movimento, non solo un documento. Si crea un gioco raffinato tra l'avvicinarsi e l'allontanarsi, lo sguardo tremola e aggiusta. Bisogna imparare a vedere come si guardava da bambini: stupirsi - e non sapere, questa è la prima chiave della conoscenza. Queste immagini appaiono come emerse dal tempo dei sogni - nel linguaggio della poesia: di qui e di ora.

PINA BAUSCH
danzatrice, coreografa, direttore Tanztheater Wuppertal (1940-2009) Pina Bausch nasce il 27 luglio 1940 a Solingen e nel 1955 entra nella Folkwang Hochschule diretta da Kurt Jooss, illustre maestro e coreografo della danza espressionista tedesca, dove si diploma tre anni dopo. Prosegue la sua formazione negli Stati Uniti, grazie a una borsa di studio del governo tedesco, dove si perfeziona alla Juiliard School of Music di New York, e lavora con il New American Ballet e al Metropolitan Opera House. Nel 1962 torna in Germania ed entra a far parte del Folkwang Ballet, come ballerina solista, per poi diventarne direttore artistico nel 1969. Il suo vero debutto coreografico risale al 1968 con Fragmente su musica di Bartòk. Nel 1973 il sopraintendente dell'Opera di Wuppertal, Arno Wustenhufer, la chiama a dirigere il settore danza di quel teatro, cui rimane legata fino al 2009, e che è diventato uno dei principali centri della sperimentazione teatrale mondiale, conosciuto col nome di “Tanztheater Wuppertal Pina Bausch”. Il suo repertorio è ad oggi talmente vasto e articolato da non riuscire a riassumerlo in poche righe. Tra i primi capolavori spiccano nel 1977 Blaubart e nel 1978 Café Muller e Kontakthof. La Bausch, senza bisogno di denunciare platealmente la sua rottura con la tradizione, la attua, inserendo elementi di “non-danza”, di inconsueto realismo teatrale nelle sue coreografie. Prende una direzione innovativa, donando ai corpi la possibilità di parlare di temi universali, alternando la critica all'ironia, cercando l'essenzialità ed il realismo, utilizzando la vocalità ed il silenzio, il gesto quotidiano e l'immaginazione pura dei bambini.

MAARTEN VANDEN ABEELE
Conosciuto soprattutto come fotografo, lavora anche come regista cinematografico e artista visuale. La sua attività artistica è molto ampia e varia: le sue fotografie sono pubblicate in numerose riviste internazionali e in libri, utilizzate per copertine di album musicali o locandine cinematografiche. Inoltre una parte consistente della sua produzione artistica è costituita da una serie di foto realizzate seguendo per alcuni anni il lavoro di compagnie internazionali di danza o di teatro, che ha pubblicato come monografie. L'arte visuale di Maarten Vanden Abeele si sviluppa in una direzione specifica: crea installazioni che “combina” con i suoi lavori fotografici e con performaces che dirige e spesso realizza lui stesso. Ha collaborato per molto tempo con Pina Bausch e dal loro sodalizio artistico è nata la mostra “PINA BAUSCH” (presentata in questa sede), inoltre vanta collaborazioni con l'Opera National de Paris, dEUS, Jan Lauwers, Meg Stuart, Jan Fabre e Vouge Paris.

SONIA SCHOONEJANS
Belga residente a Parigi, Sonia Schoonejans ha condotto una carriera parallela di danzatrice e scrittrice, docente e studiosa di danza e curatrice di mostre. E' direttrice artistica dell'associazione Daka. Autrice del libro Fellini (edizioni Lato Side, 1980) con la prefazione di Alberto Moravia. Ha ideato e realizzato il documentario Danse Premiere, per la RAI e il film-documentario Un secolo di danza, per Arte, con cui ha vinto il primo premio del concorso Video Dance. Di recente ha pubblicato Il Gesto di Lacan (edizioni Groupe Luc Pire). Dal 2001 insegna storia della danza presso il CEFEDEM di Nantes, e ha curato numerose esposizioni e mostre, tra cui Un Siècle de danse, Pina Bausch (che sarà presente all'interno di SEGNALI 2010) , Pietragalla, Du cake walk au hip hop :une histoire de la danse afro-américaine , etc. Ha creato la collana Art de la danse, per Editions Actes Sud e dal 2003 dirige la nuova collana « Territoires de la danse », per la casa editrice Complex .

Info: Teatro dei Segni
Via San Giovanni Bosco, 150 Modena
http://www.teatrodeisegni.com
info@teatrodeisegni.com
Tel. 059 285676

La mostra è itinerante, sarà dislocata in luoghi strategici della città
Teatro dei Segni, Via San Giovanni Bosco 150, Modena
Palazzo Santa Margherita, Corso Canalgrande 103, Modena
La Tenda – Energie in Cantiere, Viale Molza angolo Viale Monte Kosica, Modena
Dal 10 al 18 Aprile 2010, tutti i giorni 17-20
ingresso gratuito
SPETTACOLI: intero 12 euro, ridotto 10 euro (studenti, tessera ARCI)

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