Tutta la verita' sui lightbox. In questa personale l'artista si sofferma sul congegno elettrico, cioe' sull'impianto delle luci al neon, con i suoi reattori, gli start, i fili e le connessioni, accuratamente costruito, ed applicato al pannello retrostante l'opera.
a cura di Maria Vinella
Saverio Mercati in questa mostra personale al Museo Nuova Era dal 16 aprile al 17 maggio, si sofferma sul congegno elettrico, cioè sull’impianto delle luci al neon, con i suoi reattori, gli start, i fili e le connessioni, accuratamente costruito, ed applicato al pannello retrostante l’opera.
Questo è quanto generalmente serve per retro illuminare una foto, la parte funzionale che insieme ad altri elementi va a formare la tecnica definita “light box”.
L’oggetto in questione, il supporto attrezzato, non rappresenta nulla, normalmente rimane invisibile ed esprime niente altro che la propria funzione, solo quella richiesta, cioè esaltare qualsiasi immagine fotografica ne venga a contatto.
Nelle sue opere invece, c’è una provocazione, un rovesciamento degli intenti, il pannello tecnico appena descritto, diventa il soggetto e viene fotografato per ottenerne una stampa a dimensione naturale e cioè grande esattamente quanto il pannello appena citato, quest’ultima viene a far parte del lavoro, distanziata dallo spessore della “cornice contenitore” e posizionata perfettamente a registro con l’illuminazione retrostante
La luce reale dei neon traspare dal retro ed esalta la luce finta riprodotta dalla fotografia, compenetrandosi con essa e creando una leggera variazione tonale.
Immaginiamo in questa analisi l’impianto elettrico come ciò che risulta essere il“vero” la“verità” e definiamo la fotografia invece come rappresentazione, come artificio visivo, noteremo che nello stesso lavoro si evidenziano pur nella più accurata fedeltà riproduttiva due elementi totalmente differenti: uno quello “vero” non visto e non conosciuto ma solamente immaginato per effetto della fotografia e del contesto sul quale è giocato, l’altro è chiaramente visibile attraverso la riproduzione fotografica.
Infine, la variazione tonale prodotta dalle luci sottostanti interne al box e perfettamente a registro con l’immagine finale, garantiscono la veridicità del supporto fotografato, con questa operazione di recupero del soggetto, proprio all’interno dell’opera stessa, si annulla così l’immagine retorica e rappresentativa
Mercati riflette sul delicato rapporto tra realtà e finzione, la metafora di una informazione visiva che trasporta lo spettatore dietro le quinte di un palcoscenico immaginario, studiato appositamente per evidenziare questa dualità.
Inaugurazione 16 Aprile 2010 ore 19,30
Museo Nuova Era
Strada dei Gesuiti, 13 - Bari
orari: dalle ore 17- 20
chiuso la domenica e giorni festivi