Una collettiva a cura del collettivo Claire Fontaine che riunisce 4 artisti, gli inglesi Damian Le Bas e Delaine Le Bas, lo svedese Karl Holmqvist ed il tedesco Stefan Dillemuth, il cui lavoro indaga in diversi modi la questione dell'identita' e la situazione conflittuale degli stranieri. Claire Fontaine lavora con neon, scultura, pittura e testo, la sua pratica puo' essere descritta come un continuo interrogativo sull'impotenza della politica e sulla crisi della singolarita'.
A cura di Claire Fontaine
La mostra Stranieri Ovunque è una collettiva a cura del collettivo Claire Fontaine
che riunisce quattro artisti, gli inglesi Damian Le Bas e Delaine Le Bas, lo svedese
Karl Holmqvist ed il tedesco Stefan Dillemuth, il cui lavoro indaga in diversi modi
la questione dell’identità e la situazione conflittuale degli stranieri.
Stranieri Ovunque tenta di mettere in discussione la legittimità delle identità
culturali e geografiche attraverso l’uso di varie strategie estetiche e la
costruzione di una lingua straniera all’interno del linguaggio visivo.
Il lavoro di Stefan Dillemuth mette in discussione l’economia politica con tutte le
sue implicazioni, compresa l’economia dell’esposizione, e l’obbligo di produrre una
durevole e riconoscibile forma del gesto artistico. Per questa mostra Dillemuth
propone un’emblematica scultura che fa riferimento ad un esperimento di
comunicazione extraterrestre. Il lampeggiare di una lampadina cita il codice binario
del messaggio inviato nel 1974 dal radiotelescopio di Arecibo[1] verso l'ammasso
globulare M13, che consisteva in 1679 "bit" di informazione. Il contenuto del
messaggio era composto da varie 'sezioni', ciascuna raffigurante un particolare
aspetto della 'nostra civiltà': la loro traduzione visiva è l'immagine del biglietto
d'invito della mostra. Il messaggio include i numeri da 1 a 10, numeri atomici, le
formule dello zucchero, basi e nucleotidi di fosfato presenti nel DNA, la struttura
a doppia elica del DNA umano, l'altezza di un essere umano, la quantità di
popolazione umana, lo schema del sistema solare e le informazioni sul telescopio di
trasmissione di Arecibo. Martedì 21 agosto 2001 due nuove formazioni sono state
raccolte e segnalate nei pressi del radiotelescopio di Chilbolton nell'Hampshire, in
Gran Bretagna. Entrambe erano molto imponenti e consistenti in un gran numero di
piccoli 'pixel', che se visti dal cielo formavano una forma riconoscibile - a
differenza di molte altre formazioni vegetali. Questo racconto dubbio e
soprannaturale, può essere letto, nel contesto della mostra, come un inquietante
allegoria della comunicazione astratta globale.
Karl Holmqvist ha lavorato per molti anni con la performance, il video, il testo e
la scultura. Il suo lavoro si occupa in modo originale e sofisticato dei temi della
poesia politica e della sua rappresentazione visiva. Holmqvist costruisce un
percorso visionario che attraversa gli aspetti più dolorosi e problematici della
vita contemporanea, ma tocca anche quell’ambito familiare fatto di canzoni pop e
pubblicità. Estraendo meticolosamente tutti i momenti politicamente poetici della
vita quotidiana, l’artista si occupa del non rappresentabile utilizzando diversi
dispositivi, come la proiezione di una superficie nera attraversata da sottotitoli
in bianco che riportano le parole pronunciate dalla sua voce fuori campo nella
colonna sonora. Il video presentato in questa mostra è un suo recente lavoro
intitolato I’ll make the world explode.
Il lavoro di Damian Le Bas si snoda attraverso una psicogeografia immaginaria che
viene sovrapposta alla rappresentazione oggettiva dello spazio che si suppone le
mappe possano fornire. Nei suoi lavori l’identità grafica dei territori e delle
nazioni viene cancellata da dipinti quasi espressionisti, la terra – anche nella sua
rappresentazione – diventa la base ed il supporto dell’opera, e non è altro che una
superficie da popolare il più densamente possibile.
Delaine Le Bas adotta una singolare pratica di costruzione di rifugi all’interno
dello spazio espositivo. Ispirata alle forme e ai materiali di un’architettura
zingara spontanea, la sua scultura organizza zone che rievocano i ricordi
dell’infanzia ed i sentimenti di una vita vissuta ai margini della vita sociale ed
urbana. Delaine lavora con diversi media creando una confusione di elementi
vernacolari e gesti sculturalmente raffinati. Aspetti del femminismo sono presenti
nella sua pratica che evoca e decostruisce gli stereotipi che circondano le donne
zingare.
Claire Fontaine, che qui interviene in veste di curatore, è un collettivo d’istanza
a Parigi, attualmente rappresentato dalla galleria T293. Claire Fontaine lavora con
neon, scultura, pittura e testo, la sua pratica può essere descritta come un
continuo interrogativo sull’impotenza della politica e sulla crisi della singolarità
che sembrano definire l’arte contemporanea oggi. Per questa mostra presenterà un
neon che traduce la frase ‘Stranieri Ovunque’ in lingua rom.
[1] Arecibo si trova sulla costa nord di Puerto Rico e presenta un buco naturale
nella roccia a forma di disco. All’interno di questa cavità fu costruito il più
grande radiotelescopio del mondo, con un diametro di circa 300 metri.
Nel 1974 varie modificazioni sono state apportate al trasmettitore perché incapace
di registrare i segnali aventi una potenza superiore ai 20 terawatts (1 terawatt = 1
trilione di watts) e come test inaugurale per queste prove venne deciso dalla SETI
di trasmettere un messaggio indecifrato verso il cielo. Il segnale venne rivolto
verso l’ammasso stellare globulare M13, stanziato a circa 25 000 anni luce di
distanza e costituito da circa 300 000 stelle nella costellazione di Ercole.
Inaugurazione 14 maggio, ore 19
T293
via Tribunali, 293 - Napoli
dal martedì al sabato, ore 12 - 19
Ingresso libero