In mostra cinquanta opere dell'artista che mostrano sintesi segnica, cromatica ed iconografica.
a cura di Sabrina Falzone
Dal 24 aprile, nella storica residenza della casata Aldobrandini nel Quattrocento,
il Palazzo Borghese di Firenze presenta “Tra gli Incanti dell’Eden” mostra personale
di Vesna Pavan, art designer di origine friulana ma milanese d’adozione che di
recente è stata oggetto di attenzione da parte di critici d’arte e dei media
internazionali.
L’esposizione propone un nucleo di cinquanta opere dell’artista che mostrano una
straordinaria sintesi segnica, cromatica ed iconografica: nel compendio si concentra
l’intero universo artistico dell’autrice di Spilimbergo che propone un disegno
essenziale interpretato da un raffinato teatro di linee.
Riconosciuta a livello nazionale come una sensibile ricercatrice della femminilità e
delicata interprete del senso estetico del Ventunesimo secolo, Vesna Pavan propone
un nuovo modello di femminilità reattiva agli schemi tradizionali e alle attuali
incombenze del gentil sesso.
Vesna Pavan è l’improvviso terremoto che ha sconquassato la ricerca artistica e
l’attività pittorica della regione lombarda nell’ultimo decennio di fermenti
creativi, divulgando i suoi profumi progressisti e diffondendo note eversive su
tutto il territorio nazionale.
L’ultimo triennio ha registrato sulla scena artistica milanese e settentrionale
l’ampia presenza dell’arte di Vesna Pavan ai principali eventi culturali con il fine
di valorizzare il ruolo e le virtù ancestrali della donna di oggi. Questo modello di
femminilità dissimula una bellezza decadente, mettendo in luce i punti forza della
fisicità di una donna e le sue doti intellettuali e relazionali.
Le qualità comunicative della brillante artista delineano una personalità fortemente
carismatica in grado di imprimersi nell’arte contemporanea in maniera indelebile e
senza dare spazio ad alcuna reversibilità di concezione.
Dopo aver esaminato il leit motiv della produzione pittorica di Vesna, analizzando
la sfera iconografica, si giunge ad un particolare personaggio nato dall’immaginario
pavaniano: Legghy. In esso la vitalità ludica dell’autrice s’interfaccia con la
sensuale bellezza delle figure femminili, mostrando il lato più infantile e
spontaneo dell’artista, che spiega: “Ogni mio studio è sempre accompagnato
dall’esperienza in prima persona. Prima, durante e dopo il mio agito ho dipinto. La
mia arte è frutSabrina Falzoneto delle mie esperienze e, pertanto, io sono la mia arte e la mia
arte mi rappresenta”.
Ufficio Stampa:
Sabrina Falzone
info@sabrinafalzone.info
Inaugurazione sabato 24 Aprile 2010, ore 18
Palazzo Borghese
Via Ghibellina 110, Firenze
Orari: da lunedì a sabato dalle ore 9 alle 17
Ingresso libero