Da un lato le trasparenze di Matteo Farolfi, volti ibridi tra l'inorganico e il naturale, dall'altro l'installazione di Massimo Festi, che svela un senso di smarrimento profondo e di solitudine.
Durante l’inaugurazione della mostra evento si terrà una performance sonora legata alle opere degli artisti protagonisti della mostra: Matteo Farolfi e Massimo Festi, che coinvolgerà un terzo personaggio mascherato: il dj producer ALfeo Pier aka Dubit, che comporrà dal vivo un brano di musica elettronica che mimerà l’entità dei lavori presenti. Verrà presentato inoltre il taccuino/catalogo, realizzato dai due artisti (con un testo di Roberta Bergamaschi).
Dal testo critico di Massimo Marchetti:
''…L’identità non si limita più a essere rappresentata attraverso la lavorazione dell’immagine: l’identità è quella lavorazione, simulazioni cangianti con cui ci si presenta ogni volta in modo differente, basti pensare al camaleontismo di un Matthew Barney…Da un lato le trasparenze di Matteo Farolfi, volti ibridi tra l’inorganico e il naturale che sono pellicole pronte ad essere applicate sulla viva pelle. Interessato ad amalgamare suggestioni formali, scenografie e oggetti provenienti da culture differenti, Farolfi allude a nuovi tipi di catalogazione, quasi si trattasse di impostare un bestiario…Dall’altro lato, l’installazione di Massimo Festi svela un senso di smarrimento profondo e di solitudine. I segni di un interno domestico ambiguo, quasi una dark room, con i ritratti impaginati come specchi, la carta da parati, le luci basse, rimandano a una dimensione di decadenza ostentata in cui sono incorniciati i sintomi di un’incontrollabile patologia… Sono volti e maschere dai confini incerti, attori e spettatori di un teatro forse inusuale ma certo non impossibile.''
Inaugurazione 30 aprile ore 18
Galleria del Carbone
via del Carbone, 18/A Ferrara
Orario: lunedi' - venerdi' 17-20, sabato e festivi 17-20
Ingresso libero