Andy Boot
Sergio Breviario
Anetta Mona Chisa
T-Yong Chung
Jiri Cernicky
Ermanno Cristini
Tomas Dzadon
Emilio Fantin
Casaluce
Geiger-synusi@
Franco Huller
Eva Ko'atkova
Dominik Lang
Daniela Manzolli
Eugenio Percossi
Marco Raparelli
Luca Scarabelli
Annalisa Sonzogni
Lucia Tkacova
Anna Maria Tina
Martin Zet
Katia Baraldi
Alessandro Castiglioni
Transition. A private matter. La mostra prende luogo all'interno di un edificio non ancora abitato, un cantiere appena concluso: un luogo ibrido, privo di un'identita' specifica, e dunque aperto a qualsiasi possibile significazione. Roaming e' a cura di Katia Baraldi e Alessandro Castiglioni.
a cura di Katia Baraldi e Alessandro Castiglioni
Al centro del progetto Roaming vi è la costante necessità di una auto-negazione. L’opera e l’immagine, la permanenza e la fugacità, la presenza e l’assenza. Così in più di due anni di lavoro e oltre dieci mostre realizzate, un asse di continua e sistematica falsificazione ha contraddistinto la ricerca. Questa dicotomia è una sorta di metodo analitico che ha permesso a Roaming di sviluppare determinate questioni di ordine estetico e fenomenologico, inerenti la natura dell’opera d’arte in sé e il rapporto con la sua diffusione mediale e culturale.
E’ all’interno di questa cornice che si inserisce il progetto Transition. A private matter. Proposto per la città di Praga e, in particolare, per uno spazio, ancora differentemente connotato, in cui andare ad operare. Di fatti la mostra prende luogo all’interno di un edificio non ancora abitato, un cantiere appena concluso: un luogo ibrido, privo di un’identità specifica, e dunque aperto a qualsiasi possibile significazione. Questa è risultata dunque l’occasione migliore per proporre un nuovo spunto, ancora basato su una contraddizione, connesso con l’idea di prendere casa (questa sarà la destinazione dell’edificio, una serie di appartamenti) appropriarsi di un luogo e definirne l’identità, ma per un arco di tempo effimero ed irrilevante.
La questione che così viene posta al centro del dibattito tra curatori, artisti e pubblico, tra ricezione, mediazione e produzione di senso, e dunque di arte, è la dimensione dell’identità. Intesa come privato che si fa pubblico, come racconto personale e segreto le cui tracce sono lasciate all’interpretazione di chi le trova o le sa leggere, di una dinamica collettiva (un dispositivo) in grado di stimolare un confronto attorno al concetto di limite, di presenza e assenza.
Ci muoviamo in questo modo verso un certo spaesamento, un’ambiguità, propria della pornografia del privato, capace di riflettere su ciò che è possibile (fisicamente e, in modo metaforico, culturalmente) vedere, ponendo criticamente questioni legate all’intimità e l’identità.
Inaugurazione ore 18
Cantiere
Vysehradska, 26 - Prague