P420 arte contemporanea e libri
Giovanni Anceschi
Davide Boriani
Gianni Colombo
Gabriele Devecchi
Grazia Varisco
Alessandro Pasotti
Fabrizio Padovani
Miriorama, le opere, i documenti. La mostra presenta le opere e la storia del Gruppo T, esperienza d'avanguardia nata a Milano sul finire del 1959 dall'unione di Giovanni Anceschi, Davide Boriani, Gianni Colombo e Gabriele Devecchi, cui si unira' subito dopo Grazia Varisco.
a cura di Alessandro Pasotti e Fabrizio Padovani
La galleria P420 ARTE CONTEMPORANEA inaugura il prossimo sabato 15 maggio 2010 a partire dalle ore 17, alla
presenza degli artisti, la mostra “GRUPPO T: Miriorama, le opere, i documenti”.
La mostra, curata da Alessandro Pasotti e Fabrizio Padovani, presenta le opere e la
storia del Gruppo T, fondamentale esperienza d’avanguardia nata a Milano sul finire del
1959 dall’unione in gruppo degli artisti Giovanni Anceschi, Davide Boriani, Gianni
Colombo e Gabriele Devecchi, cui si unirà subito dopo Grazia Varisco, che è stata tra le
principali espressioni dell’arte cinetica e programmata in Italia e in Europa.
Nel cinquantenario della prima mostra Miriorama del gruppo, avvenuta alla galleria Pater
di Milano nel gennaio del 1960, la galleria P420 ARTE CONTEMPORANEA rende
omaggio agli artisti che hanno coraggiosamente saputo scrivere, nonostante una critica
allora anche esplicitamente avversa, un’importante pagina della storia dell’arte,
introducendo in maniera sistematica nell’opera d’arte il concetto di divenire, della pluralità
delle forme e del concetto del tempo (si noti, T come Tempo).
“Consideriamo la realtà come continuo divenire di fenomeni che noi percepiamo nella
variazione” sono le parole che i fondatori del gruppo pubblicano sul loro manifesto teorico
nel 1960.
Da quel momento si dedicano a esperimenti cinetici e visivi, alla realizzazione di oggetti
‘spazio-tempo’ che coinvolgono attivamente gli spettatori attraverso percezioni sensoriali
sovrapposte, attraverso il movimento intrinseco dell’opera dato da un motore o dalla
presenza di una fonte luminosa o attraverso l’interazione diretta con essi.
E’ così che Anceschi, Boriani, Colombo, Devecchi e Varisco concretizzano in maniera
geniale un cambiamento formale che i tempi richiedevano, un superamento dell’arte
statica e soggettiva che alla fine degli anni ’50 era ormai inevitabile e che si affacciava un
po’ in tutta Europa con gli artisti di Zero a Dusseldorf, di GRAV a Parigi, dell’Equipo57 in
Spagna per citarne alcune tra le principali espressioni.
Arte Cinetica come realizzazione di un movimento, arte Programmata come
programmazione esatta di tale movimento. E’ questa la geniale intuizione con cui gli
artisti in mostra risposero alla realtà estremamente dinamica dell’allora civiltà industriale
ed alla forte accelerazione dei processi di percezione della realtà, per cui essi stessi
finirono per porsi di fronte a questa realtà, come scrisse Filberto Menna nel 1965, “non
come di fronte ad una forma statica, come un soggetto che contempla un oggetto, ma
come ad un complesso assai dinamico di relazioni”.
L’artista non poteva che accettare, senza negarlo, lo scontro con questa nuova realtà,
caratterizzata dallo sviluppo tecnologico nelle sue forme fondamentali della produzione
industriale e del consumo di massa. Continuano gli artisti nel manifesto teorico del 1960:
“Considerando l’opera come una realtà fatta con gli stessi elementi che costituiscono
quella realtà che ci circonda, è necessario che l’opera stessa sia in continua variazione”.
L’artista delle ricerche cinetiche e programmate intende operare non sulla forma quanto
sui metodi, sugli strumenti tecnici, sulla fase di progettazione, con la forte esigenza di
inserire una prospettiva umanistica nello sviluppo della tecnica moderna.
Come sottolinea Luca Cerizza nel testo di presentazione sul catalogo della mostra “la
ricerca del Gruppo T e delle simili espressioni coeve, ha rappresentato la possibilità di
un’arte che mettesse in dubbio il mito dell’opera come forma finita e feticcio sacro, del
creatore come genio individuale, per avanzare la proposta di un’opera come progetto,
processo e partecipazione. L’orizzonte di un futuro diverso, attraverso una forma aperta,
antiautoritaria, polisensoriale”.
Continua Luca Cerizza: “in corrispondenza con un mutato clima sociale e politico, con le
speranze di una democratizzazione diffusa e di promettenti orizzonti tecnologici, all’inizio
degli anni ’90 una nuova scena internazionale ha riscoperto alcune delle premesse delle
avanguardie ottiche-cinetiche-programmate e del credo di Rudolf Arnheim secondo cui ‘la
percezione è sempre creazione’. Il lavoro di alcuni dei maggiori protagonisti degli ultimi
anni come Olafur Eliasson e Carsten Höller, e poi di Carsten Nicolai fino a Jeppe Hein è
impensabile senza quei precedenti, così come lo sono certe espressioni odierne della
cultura digitale, del design e della grafica, della musica elettronica e della “club-culture”.
Esposte in mostra oltre 30 opere storiche del gruppo realizzate negli anni ’60 e ’70 tra
cui, per fare alcuni esempi, strutture tricrome e strutturazioni cilindriche virtuali di
Giovanni Anceschi, superfici magnetiche e PH-scope a luce di Wood di Davide Boriani,
spazi elastici e strutturazioni pulsanti e fluide di Gianni Colombo, superfici di spilli in
vibrazione e forme retinate in movimento di Gabriele Devecchi, superfici magnetiche
interagenti con lo spettatore, schemi luminosi e mercuriali di Grazia Varisco.
La mostra, come la precedente organizzata dalla galleria P420 ARTE
CONTEMPORANEA, lascerà ampio spazio alla documentazione, presentando un
allestimento arricchito dall’esposizione di preziosi cataloghi, inviti, manifesti, in grado di
delineare il percorso artistico ed espositivo del gruppo tra il 1959 e i primi anni ‘70, con
particolare evidenza alle storiche mostre chiamate ‘Miriorama’ dagli esponenti stessi del
gruppo.
Ancora una volta il riuscito binomio opere-documenti permetterà anche al visitatore meno
preparato di inserire l’avanguardia cinetico-programmata in un ben preciso contesto
culturale, e di poterne così meglio apprezzare il valore storico-artistico.
Il catalogo, con introduzione del curatore e critico Luca Cerizza, testi critici,
testimonianze, pubblicazione delle opere esposte e catalogazione dei documenti
dell’attività espositiva del gruppo, è disponibile in galleria.
Alessandro Pasotti, Fabrizio Padovani
Immagine: Grazia Varisco
Inaugurazione sabato 15 maggio 2010 a partire dalle ore 17
P420 arte contemporanea e libri
p.zza dei martiri 5/2, 40121 Bologna
orario galleria: da mercoledi a sabato ore 15-19,30.
Tutti gli altri giorni e orari su appuntamento
ingresso libero
ingresso libero