Museo d'Arte Contemporanea Roma - MACRO
Roma
via Nizza, 138
06 671070400 FAX 06 8554090
WEB
Nove mostre
dal 26/5/2010 al 21/8/2010
mart-dom 9-19 (la biglietteria chiude mezz'ora prima). Anteprima su prenotazione dal 29 al 30 maggio

Segnalato da

Massimiliano Moschetta




 
calendario eventi  :: 




26/5/2010

Nove mostre

Museo d'Arte Contemporanea Roma - MACRO, Roma

Con un'installazione site specific di Jacob Hashimoto MACRO inaugura la nuova ala del Museo. E' allestita la personale di Alfredo Pirri per "MACROwall: Eighties are Back!" che rilegge l'arte italiana degli anni '80. 'Micro, Aureo, Adela' e' il titolo del progetto commissionato all'artista spagnolo Jorge Peris e nella mostra di Joao Louro sono riuniti lavori inediti della serie Blind Images. Gilberto Zorio ripensa uno spazio del MACRO e lo trasforma in un luogo di energia pulsante che coinvolge il pubblico in una esperienza totale, mentre Luca Trevisani, il giovane artista scelto per il ciclo Macro Progetti Speciali, presenta un intervento sulle pareti. Per la sua personale Aaron Young ha invece realizzato un'installazione monumentale al Teatro Marcello e 'Architettura in bianco e nero nelle fotografie di Oscar Savio' e' allestita nelle cassettiere della Biblioteca. Infine, 'MACROradici del Contemporaneo: A Roma La Nostra Era Avanguardia' accompagna il pubblico alla scoperta di una Roma tra laboratorio critico e underground.


comunicato stampa

Dal 27 al 30 maggio il MACRO presenterà in anteprima la nuova ala del Museo progettata da Odile Decq, insieme alle nuove mostre. Il pubblico potrà godere di questa opportunità esclusivamente nelle giornate del 29 e 30 maggio, prenotando la propria visita presso: http://www.macroeventi.org (online dal 7 maggio 2010).

MACROWall / Eighties are Back! - Alfredo Pirri
1 giugno – 22 agosto 2010

a cura di Ludovico Pratesi

MACROwall: Eighties are Back! è un progetto che si propone di rileggere l’arte italiana degli anni Ottanta attraverso un ciclo di mostre personali di dieci artisti rappresentativi delle diverse tipologie di ricerca che hanno caratterizzato la produzione artistica del decennio. Ogni artista è invitato ad esporre su un’unica parete due opere, una storica e una recente, per permettere al pubblico di riscoprire la vitalità delle ricerche artistiche degli ultimi anni. Le opere sono accompagnate da schede redatte da due critici d’arte di diverse generazioni: il più giovane interpreta l’opera storica e viceversa. Il primo appuntamento di MACROwall: Eighties are Back! vede come protagonista Alfredo Pirri (Cosenza, 1957): autore di dipinti, sculture e installazioni. Le sue opere nascono dal felice incontro tra figurazione e astrazione, realtà e finzione, elementi che si alternano e sovrappongono per arrivare all’espressione artistica, perseguendo l’idea della purezza delle forme. Nelle opere esposte al MACRO, il minimalismo si fonde con una ricerca legata alla relazione tra materia, colore e luce: la luce che influenza lo spazio, modificandolo e creando cromie. Poste su una stessa parete, le opere instaurano tra loro un intenso dialogo, dal quale il visitatore percepisce il dinamismo che pervade entrambi i corpi.

All’origine di questo percorso, Squadre Plastiche, un’opera di grandi dimensioni in legno, che risale alla fine degli anni Ottanta. L’intero lavoro è circondato da una notevole luminosità che porta con sé un forte messaggio: ”l’esistenza stessa dell’opera proviene dall’immobilità che narra il lento, continuo cambiamento della luce emanata dall’opera, l’incessante ritmo dell’apparire e dello svanire”. Anche Aria, opera più recente, in plexiglas, piume e acciaio, è stata pensata e formata con un linguaggio luminoso. Un vortice immobile di piume conciate e verniciate che crea affascinanti giochi di ombre colorate nelle grandi teche di plexiglas. Le opere, Squadre Plastiche e Aria, presentate rispettivamente da Cecilia Canziani e Giorgio Verzotti e accompagnate da un loro testo critico, comporranno un MACROwall, appositamente pensato dall’artista per MACRO, che occuperà una parete di una delle sale del museo, creando un inedito confronto tra due contemporaneità, appartenenti a diverse potenzialità ed esigenze espressive.

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Jacob Hashimoto - Silence Still Governs Our Consciousness
1 Giugno - 22 Agosto 2010

A cura di Elena Forin

Con un’ installazione site specific di Jacob Hashimoto, MACRO inaugura il nuovo spazio di congiunzione tra la nuova ala del Museo e l’area di Via Reggio Emilia. L’opera “Silence Still Governs Our Consciousness” è un fluttuante mondo contemporaneo, un’opera fantastica che anticipa il passaggio tra il presente e il futuro del MACRO. L’artista americano Jacob Hashimoto (Greeley, Colorado, 1973) ha concepito una grande installazione appositamente per una nuova sala espositiva del MACRO di Via Reggio Emilia. Come una “nuvola composta da circa 7000 aquiloni”, l’opera Silence Still Governs Our Consciousness occuperà la sala quasi fosse una “tettoia o un baldacchino”, un elemento sospeso da cui si svilupperanno delle grandi masse che creeranno nello spettatore la sensazione di essere “circondato da una foresta di fili e aquiloni – un ambiente silenzioso, meditativo e scultoreo”. Sintesi tra natura e progettazione tecnologica, l’installazione rappresenta un paesaggio fluido e organico, un luogo meditativo che evoca nuove possibili letture dello spazio, del vuoto, della forma e del tempo.

La ricerca estetica di Hashimoto si sviluppa proprio in questa dialettica complementare tra vuoto e pieno, forma e contenuto, artificio e natura. La sua indagine è frutto del sodalizio tra attenzione tecno-scientifica ed “esplorazione” naturale, un’indagine volta alla comprensione degli elementi “che fanno percepire la natura come tale”. Ciò che interessa l’artista tuttavia, non è tanto rappresentare letteralmente la natura, ma mostrare le sue dinamiche intrinseche pur mantenendo visibile l’intervento artistico. La profonda sintonia tra tecnologia e natura si concretizza in Silence Still Governs Our Consciousness – un’ opera di grande impatto che rende una sala del MACRO un fluttuante mondo contempo.

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Jorge Peris - Micro, Aureo, Adela
1 giugno – 22 agosto 2010

A cura di Francesco Stocchi

Micro, Aureo, Adela è il titolo del progetto inedito commissionato dal MACRO all’artista spagnolo Jorge Peris (Alzira, Valencia, 1969). L’intervento, realizzato appositamente per gli spazi del Museo è frutto del lavoro in progress di circa un mese; Peris crea all’interno di una delle sale espositive un ecosistema estremo, che richiama l’ambiente di una salina, approfondendo il rapporto tra acqua e sale e accompagnando il pubblico in un viaggio nel passato infinito. L’artista spagnolo genera un’opera viva, in cui una leggera coltre di sale fa da sfondo a una straordinaria formazione di stalattiti, disposte secondo uno schema a sezione aurea e generate grazie a un processo biologico accelerato. Il sale, minerale fondamentale per la vita, materiale chimico e bene comune per il consumo umano, muove tutta l'attività organica e si trasforma in un veicolo per un viaggio nel passato. All’interno dell’installazione sono presenti inoltre degli acquari, atti ad accogliere dei microrganismi che riportano nel presente una realtà primitiva, le tracce di ere geologiche lontane. La sala espositiva diviene così un laboratorio immaginario, in cui spazi e tempi lontani riprendono vita e si presentano al pubblico in tutta la loro forza evocativa.

Interessato a dialogare con discipline diverse per favorire una visione cosmologica dell’espressione artistica, Jorge Peris si è consultato per questo lavoro con biologi marini e fisici, al fine di studiare le dinamiche con cui la vita ha avuto origine. L’ecosistema artificiale, frutto di tale ricerca, si basa sulla memoria del sale e accompagna il visitatore attraverso un viaggio nel passato il cui ritmo è dettato dallo schema della sezione aurea. L’andatura spiraliforme dell’installazione di stalattiti saline, governata dalla legge fisica di Coriolis sulle forza rotatoria dei corpi, crea un corridoio spazio-temporale, una finestra su un passato ancestrale. All’interno degli acquari, le artemie, forme di vita primordiale che conservano da millenni le loro caratteristiche organiche, riportano la mente e l’immaginazione agli albori della vita terrestre, nei luoghi e nel tempo dove tutto ha avuto inizio.

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João Louro - My Dark Places
1 giugno – 22 agosto 2010

A cura di Luca Massimo Barbero

Al secondo piano dell'edificio di via Reggio Emilia, recentemente rinnovato e pronto a collegarsi in modo armonico con la nuova ala del Museo, è presente la sala personale dedicata all'artista portoghese João Louro. Un mondo in cui nulla è come sembra, un universo in cui visione e linguaggio entrano in cortocircuito e creano originali percorsi espressivi. In occasione della programmazione estiva del 2010, il MACRO ha voluto che ogni sua sala espositiva ospitasse un artista diverso, unendo così una moltitudine di linguaggi espressivi e universi formali, capaci di stimolare in modo vario le curiosità del pubblico. Una delle sale del Museo ospita My Dark Places, mostra personale dell'artista portoghese João Louro (Lisbona, 1963), a cura di Luca Massimo Barbero. Nello spazio espositivo sono stati riuniti lavori inediti, prodotti dal Museo appositamente per la mostra, parte della serie Blind Images. Un nucleo di opere strettamente collegate tra loro, basate sui concetti apparentemente antitetici di “paura” e “piacere” e sulle suggestioni letterarie di Dalia nera di James Ellroy e delle opere del Marchese de Sade. Il minimalismo formale e la purezza cromatica dei grandi monocromi hanno il proprio contrappunto, ironico e sottile, nelle frasi riportate nella parte inferiore dell'opera, simili a didascalie o sottotitoli. In questi testi l'osservatore non trova una semplice spiegazione o descrizione, ma suggestioni nuove, che aprono la mente e lo sguardo a mondi lontani e diversi, densi di citazioni filosofiche e letterarie. Nell'elementarità formale del colore puro sembrano così condensarsi significati e contenuti inattesi.

Il lavoro dell'artista parte dall’interpretazione critica del reale, l’incertezza, il dubbio e la molteplicità divengono un’esperienza visiva, poetica e lieve. L'arte concettuale incontra nell'opera di Louro nuovi orizzonti, raggiunti attraverso percorsi inediti e originali; così accade anche in un'altra serie di opere dell'artista, denominata Dead End: pannelli con indicazioni stradali, invasi però dai misteri della poesia, della filosofia e del linguaggio. Strumenti per orientarsi in un mondo a più dimensioni, in cui le strade si intrecciano e si moltiplicano, come nella mente e nell'immaginazione umana. In occasione della mostra romana di Louro, uno di questi pannelli sarà allestito, all'interno del cortile dell'Ambasciata di Portogallo, non distante dal Museo, offrendo così la possibilità di conoscere più a fondo sia l’artista che la città.

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Gilberto Zorio - X Y Zorio
1 giugno – 22 agosto 2010

A cura di Luca Massimo Barbero

Un grande maestro del contemporaneo ripensa uno spazio del MACRO: lo trasforma in un luogo di energia pulsante e coinvolge il pubblico in una esperienza totale, fisica e psichica insieme. Grazie a un progetto concepito da Gilberto Zorio appositamente per gli spazi del MACRO, una delle sale del museo si trasforma in una sua grande opera tesa al coinvolgimento fisico ed emotivo del pubblico. Come spesso accade nel suo lavoro, Zorio ha pensato a un lavoro in fieri, che conferisce allo spazio, attraverso segni e tracce di materiali differenti, inconsueti, mutevoli e instabili, una identità in continua modificazione. Il risultato è un luogo carico di simboli atavici e mistero, elementi che da sempre fanno parte della sua ricerca: come la stella a cinque punte, immagine cosmica realizzata in passato nei materiali più vari (terracotta, rame, cuoio, filo incandescente, raggio laser, cristallo, pergamena, bruciatura di fiamma ossidrica) e in questa occasione riproposta dall’artista come grande segno orizzontale in argilla e fosforo, che nell’alternarsi continuo e repentino di luce e buio trasforma totalmente la percezione visiva e fisica dell’ambiente.

L’indagine di Zorio si concentra proprio su queste continue modificazioni della materia: egli fa riferimento da un lato ai processi chimici e alchemici della sua trasformazione, dall’altro alle componenti e ai dispositivi di natura tecnologica che la rendono possibile. Il confluire di queste sollecitazioni rende l’opera non un oggetto statico, ma un processo in divenire, una esperienza da vivere nel tempo reale della sua percezione: dando vita in questo caso a un luogo pulsante di energia, che permette al visitatore una immersione completa, fisica e psichica insieme. Gli spazi del MACRO si attivano così di una relazione diversa e inconsueta con il proprio pubblico, chiamato ad esperire questa dinamica di ciclico rigenerarsi della materia che si trasforma e torna su se stessa, in un microcosmo che è traccia fisica, allusione e indice del divenire universale.

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Luca Trevisani - Lo spazio è un giardino da coltivare
1 Giugno – 22 Agosto 2010

A cura di Francesco Stocchi

Lo spazio è un giardino da coltivare. L’identità è un nuvola, una nebulosa, una variabile. Le maree sono l'effetto più tangibile dell'influenza esercitata dal Sole e dalla Luna sul nostro pianeta, dei cambiamenti e dei flussi che ne derivano. La gravitazione universale vede due corpi attrarsi in maniera reciproca, modificarsi, quella in cui siamo immersi è una coreografia celeste. La Luna esercita una forza di attrazione sulla Terra che si ripercuote sulla massa liquida, che è più soggetta alle deformazioni. L’acqua ci mostra la natura delle cose. Lo spazio è un giardino da coltivare.
Luca Trevisani

Il ciclo MACRO PROGETTI SPECIALI, iniziato nell’estate del 2009, dà la possibilità a giovani artisti della scena artistica italiana e internazionale di invadere spazi alternativi del MACRO, per interagire con l’architettura del Museo e le sue potenzialità. Artisti come Francesco Simeti e il duo Cuoghi Corsello si sono appropriati delle pareti degli ascensori e delle pareti curve degli atri, conferendo agli ambienti nuova vita e nuovi significati. Con Luca Trevisani procede la metamorfosi delle pareti degli ingressi alle ali espositive del Museo: tali aree divengono così non solo uno spazio di passaggio, ma luoghi di nuove esperienze estetiche. Evoluzione di Gibbosa e Sfuggente, l’opera di Trevisani – Lo spazio è un giardino da coltivare – rappresenta nelle sue forme insieme organiche e artificiali, le fasi lunari nello spazio cosmico. Le immagini rievocano i ritmi delle maree, i movimenti astrali e le geometrie celesti, forze ed entità che governano la vita umana, determinandone i tempi e le stagioni. Interessato all’influenza esercitata dall’immensamente grande sui singoli individui, l’artista rappresenta, sulle superfici industriali in pvc che ricoprono le pareti speculari degli ingressi, forme che rievocano le forze gravitazionali dei corpi. In un gioco di attrazione-repulsione, due immagini complementari si fronteggiano e dialogano, generando una coreografia celeste basata sulla complementarietà, sulla reciprocità e sulla moltiplicazione dei punti di vista.

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Aaron Young - Slippery When Wet
1 Giugno - 22 Agosto 2010

a cura di Costanza Paissan

MACRO dedica una delle proprie sale all'opera del giovane artista americano Aaron Young con una mostra personale a cura di Costanza Paissan. Chiamato a realizzare un intervento appositamente per il Museo, Young dà vita nello spazio espositivo a un ambiente dal sapore urbano, in cui convivono liberamente diversi luoghi e linguaggi espressivi.

In concomitanza con l'inaugurazione della mostra personale al MACRO, Young realizza nella città di Roma un'installazione monumentale in un luogo storico e centrale del tessuto urbano: il Teatro Marcello. Dialogando con le forme architettoniche e con le leggende dell'antico sito archeologico, l'artista ricrea una delle colonne dell'antistante tempio di Apollo, sovrapponendovi una scultura dorata che richiama la forma di una carrozza per turisti. Passato e presente della città di Roma si incontrano in un'opera che è insieme ironico commento alle dinamiche sociali dell'oggi e omaggio spontaneo alle forme dell'antichità.

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CRDAV-MACRO Oscar Savio: Architettura in bianco e nero
1 Giugno - 22 Agosto 2010

a cura di Centro Ricerca e Documentazione Arti Visive (CRDAV)

Con la mostra Architettura in bianco e nero nelle fotografie di Oscar Savio, allestita nelle cassettiere della Biblioteca del MACRO, il Centro Ricerca e Documentazione Arti Visive (CRDAV) rende omaggio a una figura fondamentale nell’ambito della fotografia d’arte del Novecento. Savio, con le sue inquadrature non convenzionali, “racconta” l’Architettura fissandola in un eterno presente.

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MACROradici del Contemporaneo: A Roma La Nostra Era Avanguardia
1 Giugno - 22 Agosto 2010

a cura di Luca Massimo Barbero e Francesca Pola

Con un omaggio unico e sorprendente a "Vitalità del negativo nell’arte italiana 1960/70" e "Contemporanea", la mostra accompagna il pubblico alla scoperta di una Roma d’avanguardia, tra laboratorio critico e underground: un racconto per immagini dedicato all’attività di Graziella Lonardi Buontempo, per scoprire come una grande passione per l’arte contemporanea ha dato vita a una nuova visione della cultura.

http://www.studiomatteocrosera.com/pano/26032010/04/

Ufficio Comunicazione MACRO
Massimiliano Moschetta - Nicolò Scialanga
T +39 06 671070443 stampa.macro@comune.roma.it

Ufficio Stampa Zètema Progetto Cultura
Patrizia Morici T +39 06 82077371 +39 348 5486548 p.morici@zetema.it
Giusi Alessio T +39 06 82077327 +39 340 4206562 g.alessio@zetema.it

Anteprima: dal 29 al 30 maggio 2010 su prenotazione http://www.macroeventi.org
Apertura al pubblico 1 Giugno 2010

Museo d'Arte Contemporanea Roma - MACRO
Via Reggio Emilia 54, Roma
Martedì - Domenica, 9:00 - 19:00
Macroticket: Macro + MacroFuture: ingresso unico - 4.50 € intero, 3.00 € ridotto

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