Echi e deserti - Il fenomeno della luce l'esperienza della visione. In questi nuovi lavori, monti, fiumi e boschi sembrano nascere e perdersi in foschie e nubi, derivanti da atmosfere in cui lo spazio ed il tempo nel loro farsi coincidono. La personale e' a cura di Lorenzo Canova.
a cura di Lorenzo Canova
La mostra “Echi e deserti” introduce la più recente serie di dipinti attraverso la quale si riflette sul rapporto tra luce e materia.
Partendo da soggetti riconducibili a paesaggi naturali, Mario Vespasiani pur occupando appieno l’intera superficie del quadro tenta di ridurre al massimo il volume e la corporeità delle immagini, rendendole fluttuanti ed evanescenti nelle luminosità dei colori.
In questi nuovi lavori, la leggerezza del tratto si affianca alla grandiosità degli scenari, così come ai frammenti di una natura che spinge l’osservatore a ricorrere ai propri sensi per completare l’esperienza visiva.
I cieli stellati come i bagliori che animano gli abissi oceanici dipinti su velluto blu, i fiori di campo e i picchi montuosi vengono descritti attraverso un linguaggio metaforico che mantiene sempre salda una propria componente spirituale.
Infatti anche quando le allusioni al mondo naturale rimangono evidenti, nonostante l’astrazione e l’indeterminatezza dei frammenti esse richiamano a quel sentimento religioso presente da sempre nella storia dell’uomo, fin dalle pitture del paleolitico.
Tutta la ricerca di Mario Vespasiani si muove attraverso la spontaneità del gesto, nell’ascolto dell’essenza intima della realtà, quale essa è, al di là delle forme concrete in cui solitamente si manifesta.
Invitando a guardare gli oggetti per quello che sono e non al significato dato loro dal nome, Mario ritiene che tale essenza non possa cogliersi al di fuori della creazione artistica, perché la nostra percezione non è più abituata a muoversi nel mondo dell’invisibile, quasi del tutto incapace di andare oltre il modello della realtà materiale.
In questi nuovi lavori monti, fiumi e boschi sembrano nascere e perdersi in foschie e nubi, derivanti da atmosfere in cui lo spazio ed il tempo nel loro farsi coincidono.
Nell’eterno riproporsi dei segni e dei colori, la tela si trasforma nel palcoscenico della memoria dove tutto torna, dove la migrazione e la deriva della forma si sfrangia, diradandosi per poi ricomporsi.
L’intenzione dell’autore è di ristabilire un contatto perduto con l’inconscio, con il passato etnico primordiale, di mantenere e conservare questo legame per recare, allo spirito cosciente il battito del polso degli eventi dello spirito incosciente.
Le nebbie ed i vapori, l’estremo silenzio di certe profondità inesplorate, la rinuncia alla solidità della forma diventano gli elementi costitutivi del dipinto, dove la cosciente proiezione dell’elemento cromatico entro una nuvola fa sì che l’immagine sorga direttamente per emanazione dal colore.
Affidandosi esclusivamente alle luminosità delle tinte per suggerire un sentimento più profondo, diventa inevitabile il riferimento alla categoria del sublime, quale richiamo a doverci misurare con ciò che appare difficile, imponderabile e portentoso.
Complici i pochi elementi di orientamento - comuni a chi si appresta ad affrontare il deserto - queste opere richiamano all’essenzialità, per educare lo sguardo alla penetrazione.
Mario Vespasiani con questa nuova serie realizzata tra il 2009 ed il 2010, si affida allo spirito umano per restituire ai gesti quotidiani il loro intrinseco valore, come in un continuo atto rituale, dove tale ritualità consiste nella partecipazione emotiva con cui si affronta qualsiasi attività manuale o intellettuale.
L’artista dimentica dunque se stesso e tutto ciò che ha appreso per diventare tutt’uno con la propria abilità tecnica, grazie un paziente lavoro di ripetizione e di affinamento delle sensibilità, caratteristica evidente nella fluidità del gesto espressivo.
Inaugurazione 19 giugno ore 18
Scuderie Aldobrandini
piazza Marconi, 6 - Frascati
Orario visite feriali: 10 - 18
(Tutti i giorni - Lunedì chiuso)
sabato e festivi 10 - 19
ingresso libero