Galleria Morelli
Locorotondo (BA)
Via Morelli, 1

Michele Giangrande - Giuseppe Teofilo
dal 25/6/2010 al 30/7/2010
mar-dom 18.30-21.30
340 6682402

Segnalato da

Ufficio Stampa Entropie




 
calendario eventi  :: 




25/6/2010

Michele Giangrande - Giuseppe Teofilo

Galleria Morelli, Locorotondo (BA)

Ultimo appuntamento con la rassegna 'La Pensee du Dehors', nell'ambito del Festival Valle d'Itria Arte Contemporanea. Giangrande propone l'installazione 'Marea nera - Jolly Roger and The Seven Seas'; Teofilo presenta un intervento site specific all'ingresso dell'antica neviera.


comunicato stampa

L’Associazione Culturale Entropie presenta l’ultimo appuntamento della rassegna Valle d’Itria Arte Contemporanea 2010, a cura di Roberto Lacarbonara e Luca Arnaudo, sul tema “La Pensée du Dehors”. La galleria Morelli, struttura ipogea di fine Ottocento nel centro storico di Locorotondo, ospita un lavoro site specific degli artisti pugliesi Michele GIANGRANDE e Giuseppe TEOFILO, nuovamente in Puglia dopo la grande affermazione presso il Museo Pino Pascali nel 2009.

L’installazione “Marea nera - Jolly Roger and The Seven Seas” proposta da Michele Giangrande conduce al centro di un ecosistema infetto, uno spazio attraversato dagli spettri di una condizione sociale, culturale e storica estremamente esposta alla minaccia della propria implosione. Sono energie artificiali quelle che agitano le sette Jolly Roger (le bandiere tradizionali dei pirati americani e europei raffiguranti due tibie incrociate sovrastate da un cranio bianco su sfondo nero). Bandiere che solcano lo spazio vuoto della galleria, scosse dai sette ventilatori che configurano idealmente i 7 mari, la mappa oceanica del pianeta.

Il microcosmo di Giangrande “funziona” per effetto delle stesse incomprensibili leggi che governano la contemporaneità. Le energie impure del petrolio o del carbone, prodotte dalla gigante supremazia di pochi, alimentano il passaggio oscuro dei pirati odierni, di coloro che saccheggiano e depauperano lo spazio d’esistenza comune. Un’operazione che riferisce delle emergenze ambientali planetarie, con l’evidente citazione del disastro ecologico nel Golfo del Messico, ma anche dei numerosi casi di inquinamento che investono l’area pugliese tra lo Ionio e l’Adriatico. La simbologia del teschio, affine a quella del tossico, del potenzialmente nocivo, rischia così di soggiogare gli oceani incontaminati e tutte le distese della purezza, ivi comprese quelle della libertà di viaggiare, per mari, lungo le traiettorie “naturali” e mutevoli dei venti.

Nei luoghi della contaminazione di Giangrande, per effetto di una medesima immersione nella purezza arcaica dei luoghi della mostra (una galleria ipogea nel centro storico di Locorotondo) e per il ricercato travisamento della spazialità – idioma esatto del linguaggio ironicamente estetizzante dei due artisti in questione – si imbatte Giuseppe Teofilo. Un intervento esterno, incipiente l’ingresso dell’antica neviera. Una Pietra Miliare che riporta in incisione la distanza in passi tra la dimora dell’artista e questo preciso punto della sua presenza espositiva. Un cippo iscritto, posto sul ciglio stradale, che scandisce la distanza di un percorso soggettivo, teso tra due punti della storia di un uomo. Se l’unità di misura è espressa in passi la dimensione dell’agire è dimensione umana, mentale, egoica. Eppure miliare, marmorea, esatta, puntuale. Ed è una pietra che calcola improbabili punti di partenza di una strada oppure distanze dalla tappa più vicina.
Ineludibile infine il riferimento alla vicina Appia antica che, percorrendo la stessa Polignano a Mare (città dell’artista) collega l’Apulia alla Capitale, ovvero ai luoghi eminenti della Storia e della Cultura di cui l’uomo dice le tappe, le traiettorie, la misura.

La Pensée du Dehors, rassegna che ospita i due artisti pugliesi nella quinta ed ultima esposizione, si chiude quindi nel segno di un divenire illogico, fuorviante, del percorso con cui l’arte segna il territorio spaziale e mentale dell’uomo contemporaneo. Due intenzioni liminali si coniugano nell’individuazione di differenti percorsi intrapresi dal soggetto: dalla propria storia verso il proprio addivenire di uomo e di artista, dal Sé ad un luogo di alterazione, di evoluzione e di differimento: l’opera ed il pensiero divengono pietre miliari per Teofilo, punti di riferimento o di svolta di un processo storico e individuale. Si muove invece nel rischio dello smarrimento globale, alle prese con l’inestricabile realità, Giangrande, pirata egli stesso di una libertà da decostruire, mordacemente. Segno che questa libertà di cui si va narrando “non è solo uno stato della coscienza ma una praxis che, ogni volta di nuovo, configura i confini dell’umanità, dell’uomo” (M. Foucault, LPDD, 1986).

MICHELE GIANGRANDE, nato a Bari nel 1979, vive e lavora tra Bari e Bergamo. Il campionario di possibilità formali che Michele Giangrande tira fuori dal suo estro versatile è vastissimo e di grande effetto. Nessuno spunto tematico, nessuna traccia, nessuna suggestione visiva si sottrae alla vivace bulimia del suo sguardo e al suo talento espressivo: che trasformando la realtà in altro,
ci costringe a guardarla in modi non scontati, mettendo in moto scarti di pensiero, collegamenti improbabili, associazioni ironiche ma anche critiche.

GIUSEPPE TEOFILO, nato a Monopoli nel 1981, vive e lavora tra Polignano a Mare (BA) e Bergamo. Pienamente inserito nel circuito dell’arte contemporanea ha all’attivo rilevanti partecipazioni in Italia e all’estero. Offre agli oggetti della cultura mediterranea una nuova identità e attraverso processi contaminatori e associativi li restituisce al presente.

In occasione del vernissage, la presentazione del Catalogo della Rassegna e la degustazione food&wine.

Ufficio Stampa Entropie
info: 340 6682402
info@entropiearte.it
http://www.entropiearte.it

Vernissage Sabato 26 giugno 2010, ore 20

Galleria Morelli
Via Morelli, 1 - Locorotondo (BA)
orari di apertura: mar-dom 18.30-21.30
ingresso libero

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