Lo Spazio Taccori chiude la stagione con una collettiva dedicata al tema dell'acqua, curata da Vera Agosti. Espongono Aliona Cotorobai, Alberto Venditti, Lavinia Rotocol, Mauro Lacqua, Gianpaolo Pea.
A cura di Vera Agosti
Partendo dalla suggestione del componimento in versi di Apollinaire
Scendevi in acque così chiare, lo Spazio Taccori chiude la stagione, basata sull’aiuto e il sostegno ai giovani artisti, con l'ultima
mostra estiva, dedicata al rinfrescante tema dell'acqua.
Acqua di ruscelli e torrenti, come quello della lirica in cui un cavaliere scorge una fanciulla tra le frasche. Acqua come le onde
del mare, il pacato moto dei laghi, l'origine della vita, senza la quale non continuerebbe l'esistenza.
Cinque artisti contemporanei, tra cui il maestro Alberto Venditti, del quale è in corso una mostra presso la Permanente, affrontano
il tema confrontandosi inevitabilmente con alcuni riferimenti dell'arte classica: il soggetto delle bagnanti e delle marine.
Per la moldava Aliona Cotorobai è un mettersi in gioco, una sfida coi grandi nomi: Picasso,Cézanne, Renoir... Nel quadro Al
lago (2009), i personaggi appiaono senza volto, privati di un'individualità specifica. Si identificano come appartenenti a un
medesimo gruppo, sociale o contestuale di chi sta compiendo la medesima attività e i medesimi gesti. Sono bagnanti perchè
indossano tutti un microscopico costume, si trovano al lago, circondati dall'azzurro dell'acqua. Ma anche il paesaggio non è
connotato geograficamente, potrebbe essere qualunque luogo del mondo accanto a una specchio d'acqua e montagne che
delimitano l'orizzonte. Le figure umane sembrano perdersi nella natura, confondendosi nell'avanzare prepotente del colore che
domina sui volumi. La pittura procede per strati con cromie aggressive e totalizzanti.
Le linee spigolose, appena accennate,
si confondono nei molteplici piani di profondità, resi attraverso l'uso dell'idropittura e l'impiego del collage con materiali disparati,
come carta e stoffa, e una prospettiva appiattita, selvaggia e fantastica. I soggetti ripetuti in modo più o meno riconoscibile,
spesso solo descritti dal colore o delineati dal contorno, creano un ritmo, una sequenza segnica in movimento.
I bagnanti di Alberto Venditti, invece, sono sospesi in una dimensione metafisica, un’atmosfera magica e irreale.
Entrano nell’acqua come se stessero per entrare in un altro mondo; ciò che conta è il movimento, il passaggio di stato e di
spazio, sottolineato dall’uso consapevole della pennellata che accompagna le figure, mentre la pittura è scarna ed essenziale.
L’uomo che sta per bagnarsi porta con sè anche il proprio fantasma, un’ombra che lo segue, la parte inquieta e non risolta
dell’anima. In mostra anche il bozzetto preparatorio dell’opera. L’acqua è un tema privilegiato dall’artista negli anni ’80, che
non viene mai abbandonato.
Lavinia Rotocol, rumena, si ispira alla tradizione delle icone, raccontando storie simboliche attraverso le immagini. I personaggi,
come nelle icone, sono rappresentati in proporzione alla loro importanza. I colori sono stesi con una tecnica simile all'affresco,
per strati, spesso graffiati. Lavinia realizza da sola i pigmenti, secondo le ricette della tradizione. Le tinte sono poche ma si
mescolano in infinite sfumature. All'oro dell'arte bizantina La Rotocol preferisce l'ocra, che indica un'atmosfera mistica fatta
di calma e tranquillità, il divino che si mescola alla terra. I lavori sono completati dall'uso di acrilico, pastello e collage (monete,
carta, chiodi, scampoli di seta...).
Mauro Lacqua si dedica alle onde del mare. Impetuose e trabordanti, sono realizzate con una tecnica mista: gesso, garze,
cemento e stracci vengono apposti sulla tela in morbide pieghe o in vortici appassionati. Il materiale sembra voler uscire dai
confini del quadro per raggiungere lo spettatore in un'urgenza comunicativa che ci sorprende. Anche il colore domina con i
blu, i verdi e sfumature di indaco. Le linee e le tinte si equivalgono, fondendosi in un unico abbraccio di intensa efficacia.
Nel dittico l'acqua è il brodo primordiale da cui avrebbe avuto origine la vita, un archetipo reso in maniera informale.
Gianpaolo Pea dipinge guardando il mare di Forte Ventura.
Ha così la possibilità di scorgere ogni minimo movimento, ogni diversa sfumatura di colore. Il soggetto è esclusivamente
l'acqua: trasparente, cangiante e mobile, appena increspata dalle onde e assume le tinte del cielo, azzurro, blu, grigio, arancio...
La pennellata è precisa e delicata per ritrarre con attenzione e fedeltà la bellezza della marina. Una sorta di iperealismo
naturalista che non è freddo e distaccato ma lirico e sentito.
Aliona Cotorobai nasce nel 1976 a Telenesti nella Repubblica Moldova.
Studia pittura fin da bambina e successivamente frequenta il Collegio d'Arte ''I. Repin'' di Chiscinau, città dove si era trasferita
all'età di quindici anni. Dopo il Diploma si laurea all'Accademia d'Arte di Chiscinau e segue nella stessa istituzione un master
di due anni. Insegna poi all'Accademia d'Arte e le viene riconosciuta la Cattedra di Arti Decorative. Dal 2007 si trasferisce in
Italia. Vive e lavora a Milano. Il suo lavoro si appropria della forza e della drammaticità dell'espressionismo tedesco, la bellezza
e l'ironia della Transvanguardia, l'ingenua aggressività del graffitismo, giocando a cavallo tra figurazione e astrazione, con olio,
acrilico, idropittura e collage.
Alberto Venditti nasce A Napoli nel 1949. Studia all’Accademia con Armando De Stefano, Giovanni Brancanio e Arnoldo
Ciarrocchi. Pittore, si dedica anche alla scultura e all’incisione. Numerose le rassegne alle quali partecipa. Nel ’63 è alla Biennale
di Incisione a Venezia e nel ’64 alla Biennale di Milano alla Permanente. Nel 1971 si trasferisce a Milano e insegna a Brera.
Negli ultimi anni introduce nei suoi lavori il collage.
Lavinia Rotocol nasce a Sacelu in Romania nel 1967. Dipinge fin da giovanissima e successivamente segue per tre anni la
Scuola d'Arte ''Victor Daimaca''. Dal 2008 si trasferisce in Italia, a Milano dove vive e lavora. Attualmente frequenta l'ultimo anno
di studio alla Scuola Superiore d'Arte del Castello Sforzesco. Dopo una fase informale, si dedica allo studio e all'analisi delle
icone reinterpretate in chiave contemporanea.
Mauro Lacqua nasce a Milano nel 1966. Vive e lavora tra Milano e Pavia. Fin da bambino coltiva un interesse innato per le
arti figurative ed apprende i rudimenti e le prime tecniche pittoriche grazie all'incontro col maestro Mimmo Canonico. Sviluppa
in seguito la conoscenza delle diverse scuole e tecniche pittoriche presso la Civica Scuola di Arti Visive di Pavia e con l'aiuto
dell'insegnante Monica Anselmi, arriva all'utilizzo di cementi e materiali da recupero più consoni alla sua inclinazione e sensibilità.
Espone con successo dal 2008.
Gianpaolo Pea nasce a Milano nel 1939. Giovanissimo, si distingue per l'abilità nel disegno e il senso del colore. Viene invitato
a diventare allievo di Sironi, ma la famiglia gli impedisce di seguire la carriera artistica. Solo quando raggiunge l’indipendenza
personale frequenta la Scuola del Castello Sforzesco, ma la sua attività principale diviene la grafica. La pittura resta una
passione, fino a quando non decide di esporre per farsi conoscere e apprezzare.
Inaugurazione 8 luglio ore 18
Spazio Ivano Taccori
corso Garibaldi, 2 - Milano
Lun-ven 15-18
Ingresso libero