Openart Gallery
Milano
via Argelati, 12

Manuel Olivares
dal 15/9/2002 al 30/9/2002
02 8393464

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manuel olivares



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Manuel Olivares
Dario Salani



 
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15/9/2002

Manuel Olivares

Openart Gallery, Milano

Superfici pittoriche colme di tassellature organiche, sottili e dense campiture cromatiche che delineano presenze figurali; linee, tratti affusolati confusi e giustapposti che evocano simulacri d'architettura e d'umanita': osservando le opere di Manuel Olivares siamo subito catturati da una sensazione di saturazione, di pienezza, di condensamento. (Dario Salani)


comunicato stampa

Superfici pittoriche colme di tassellature organiche, sottili e dense campiture cromatiche che delineano presenze figurali; linee, tratti affusolati confusi e giustapposti che evocano simulacri d'architettura e d'umanità: osservando le opere di Manuel Olivares siamo subito catturati da una sensazione di saturazione , di pienezza, di condensamento. Campi cromatici composti da mezzi toni, con accenti di colore più intenso, delineano le parti da evidenziare nella totalità della composizione scenica. La risultante strutturale dell'impianto pittorico è quella di una febbrile e concitata visione di vedute architettoniche e di presenze ,creata da un apparente caos compositivo , che in realtà si traduce in un preciso equilibrio tra spazi vuoti e pieni, in una calibrata alternanza tra colori freddi e caldi e, soprattutto, in un calibrata alternanza tra colori freddi e caldi e, soprattutto, in un efficace incidenza della luce che illumina -e quindi evidenzia- le parti narrative del discorso pittorico.

Nelle opere di Manuel Olivares vi sono numerosissimi imput stilistici che fanno pensare alla storia dell'arte come a un continuum temporale che dalla tradizione giunge alla più attuale ricerca formale .nella sua pittura si ritrovano numerosi dati compositivi . all'arte antica, Olivares si collega per una certa visione della figura in "stile serpentinato" della rappresentazione pittorica, tipica del manierismo .certamente il gioco ad incastri tra i volumi, tra gli spazi vuoti e pieni,tra l'incidenza luminosa e la tassellatura del colore non può

che far pensare alle logiche compositive di Cézanne , alla pittura fluida e nervosa di Kokoschka, ma anche ad un cubismo analitico magmatico e liquefatto. Tuttavia anche il dato surrealista è incisivo: basti pensare ad alcune figure di Max Ernst , alle deformità di Dalì alle architetture fluttuanti di Escher. Da una primordiale organicità latente, realizzata attraverso un'affusolata e precisa pittura tonale, si arriva ad una estrapolazione coloristica più incisiva, in un processo di "messa in evidenza" dell'architettura. Da un territorio figurale si approda ad una realtà deforme, alterata, allucinata. Il trascendente ha, di per se , un gusto magico, alchemico. La realtà appare dunque trasposta attraverso uno slittamento semantico, il simulacro dell'umano è medium immaginifico.

Manuel Olivares ci propone un mondo fluttuante. Al caos della casualità, l'autore conferisce un ordine e un equilibrio per mezzo del logos armonizzante , in una sorta di precisione magica degli equilibri . Il movimento e la fluidità compositiva , come ci ha insegnato Panofsky, diventano processo divisibile all'infinito e mutevole, la deformazione viene legittimata otticamente e fisicamente come mezzo estetico. Oppure, secondo gli scritti sull'arte di Baudelaire : "ciò che non è impercettibilmente deformato, da una sensazione di freddezza e insensibilità; ne consegue che l'irregolare , ciò che non ci si aspetta , la meraviglia lo stupore è un elemento essenziale e tipico del bello".
DARIO SALANI


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