Nell'ambito del festivalfilosofia di Modena, Carpi e Sassuolo, la mostra propone le opere mature di Nagasawa capaci di raccogliere e approfondire, in una direzione imprevista, i temi da sempre presenti nella sua ricerca: forza e incisivita', leggerezza ed equilibrio.
a cura di festivalfilosofia e Musei Civici
“Le opere della splendida maturità di Nagasawa raccolgono e approfondiscono, in una direzione imprevista, temi da sempre presenti nella sua ricerca.
Tutte hanno un peso specifico enorme che diventa forza e incisività, leggerezza ed equilibrio del momento in cui gli elementi che le compongono si dispongono nello spazio dandosi l’un l’altro positura, rango, esistenza individuale.
I materiali ricchi, restituiti nella loro sensualità, i contorni nitidi, definiti, le tensioni elastiche, rimandano una visione di forza straordinaria, come fossero frutto di un gesto concentratissimo, senza dispersione di energie, che istituisce un varco nel tempo per cui l’invisibile, che è fuori del tempo, diventa in un istante visibile”.
Rosalba Pajano
Hidetoshi Nagasawa. Nasce nel 1940 in Manciuria. Quando, alla fine del conflitto mondiale, l’Unione Sovietica attacca la Manciuria e tutti i residenti giapponesi sono costretti alla fuga, Nagasawa si stabilisce in Giappone, dove si laurea in architettura. Dopo varie vicissitudini, nel 1967 approda a Milano, dove stringe un sodalizio intellettuale e artistico con alcuni giovani artisti - Castellani, Fabio, Nigro e Trotta - destinato a restare saldo nel tempo.
La produzione di questo periodo è legata al concettualismo: giochi verbali incisi su lastre metalliche, “azioni “ nella campagna lombarda e video.
Dal 1972 si dedica alla scultura, realizzando opere impegnative con l’uso di materiali quali l’oro, il marmo e il bronzo. Il linguaggio plastico dell’artista acquista una sua precisa fisionomia, un’originalità che trae forza dalla fusione di elementi mitici e religiosi, provenienti dalla sua cultura d’origine, l’Oriente, e da quella d’adozione, l’Occidente.
Negli anni Ottanta avviene un ampliamento di scala, che lo porta a creare ambienti, al confine tra scultura e architettura. L’idea della sospensione diventa il nucleo centrale delle sue ricerche con la concezione di opere “antigravitazionali “.
A partire dagli anni Novanta, il giardino, l’elemento naturale, diventa preponderante: i temi del recinto e del passaggio sono al centro della sua poetica per la creazione di “luoghi “.
Ha partecipato a numerose edizioni della Biennale di Venezia e di Documenta a Kassel.
Rosalba Pajano è professoressa di Estetica all'Accademia di Belle Arti di Bologna e curatrice di numerose esposizioni, tra cui Confini (Forlì, 2007). Da alcuni anni cura le Conversazioni d'arte per Arte Fiera (Bologna) e il Premio Carmen Silvestroni (Forlì). È inoltre curatrice del Corso superiore di arti visive presso il Premio Campigna. Nel corso della sua carriera ha curato diverse personali e i rispettivi cataloghi di Hidetoshi Nagasawa, in particolare Nagasawa, Galleria d'arte moderna Villa delle Rose, Bologna, 1993 e Hidetoshi Nagasawa Tate no me, Galleria Studio G7, Bologna, 2007.
Inaugurazione alla presenza dell’artista venerdì 17 settembre 2010, ore 18.30
Palazzo dei Musei - Atrio e Musei Civici
Largo Porta Sant'Agostino 337, Modena
Orario: 8-23
Ingresso libero