80 anni a ritmo di jazz. Una antologica dell'artista monzese con opere su tela e su carta dal 1961 ad oggi. Oltre alle produzioni dedicate alla musica, non manca una selezione sul tema del paesaggio che lo ha consacrato come uno dei piu' celebri naturalisti italiani della seconda meta' del 900.
Si inaugura domenica 19 settembre alle ore 18,00 a Monza presso lo spazio LUCA TOMMASI di Via
Leonardo da Vinci (angolo Piazza Duomo) la mostra antologica dedicata a GIANCARLO CAZZANIGA
dal titolo : “80 anni a ritmo di Jazz”, organizzata per celebrare gli ottant’anni di vita del prestigioso
artista monzese, storico esponente del realismo esistenziale.
La mostra, patrocinata dal Comune e dalla Provincia, ospita un’ ampia selezione di opere su tela e
su carta dal 1961 ad oggi. Sotto i riflettori, soprattutto, le opere dedicate al Jazz che lo hanno reso
internazionalmente celebre. Non manca, tuttavia, una selezione di quelle opere dedicate al
paesaggio che lo hanno consacrato une dei più celebri naturalisti italiani della seconda metà del
900.
Giancarlo Cazzaniga nasce a Monza il 20 settembre 1930, secondogenito in una famiglia di
lavoratori, operaio cappellaio il padre Silvio e operaia in tessitura la madre Antonia Riva. Dal ’42 al
’44 frequenta l’Istituto d’Arte di Villa Reale a Monza. Per necessità determinata dalla chiusura
delle fabbriche e dalla crisi bellica la famiglia si trasferisce in Germania a Nekarlsum, vicino a
Stoccarda, ove trova lavoro. Nel ’45 il rientro in Italia e il ritorno a Monza. Con tenacia e
incoraggiamento del padre, riprende a dedicarsi agli studi di pittura. Nel 1950 a Milano segue i
corsi dell’Accademia d’Arte Cimabue e intesse i primi incontri formativi. Frequenta l’ambiente
artistico di Brera e matura rapporti con Chighine e Morlotti, Crippa e Peverelli, Manzoni e
Castellani, Ajmone, Vaglieri e Tadini.È protagonista, con Romagnoni e Ceretti, Ferroni e
Guerreschi, Vaglieri, Bodini e Banchieri, di quella tensione culturale, nella vita e nell’arte, definita
poi Realismo Esistenziale.
Il percorso espositivo è intenso e qualificato, delineando in Cazzaniga il profilo di un protagonista
dell’arte contemporanea italiana.
È invitato alle maggiori rassegne pubbliche tematiche e collettive già dagli anni Cinquanta.
Esordisce in mostra personale a Brescia nel 1957.
Espone a Milano, alla Permanente, nel 1958, invitato alla mostra “Giovani Artisti Italiani”.
Nel 1959, ancora a Milano, vince il Premio San Fedele.
Partecipa alla Biennale Internazionale d’Arte di Venezia nel 1962 e nel 1966; alla Quadriennale
Nazionale d’Arte di Roma nel 1965.
Tra le ultime personali si ricordano: 1994, Jesi, Premio Città di Jesi; 2000 Vigevano, Galleria Ducale;
2001, Trieste; Gazoldo degli Ippoliti, Museo d’Arte Moderna; Gemonio, Museo Civico Floriano
Bodini; 2002, Biadene di Montebelluna, Villa Pisani; Seregno, Galleria Civica “Ezio Mariani”; 2004,
Genova, Magazzini del Cotone; 2005, Castello di Spilimbergo; Maccagno, Civico Museo Parisi Valle;
2007, Oratorio De Disciplinati Complesso Monumentale di S. Caterina, Finale Ligure Borgo.
Tra le esposizioni collettive più recenti si ricordano: 1993, Milano, XXXII Biennale Nazionale d’Arte
Città di Milano; 2001, Milano, Palazzo della Permanente; 2003, Sassari, Museo – Fondazione
Logudoro Meilogu Onlus; 2004 Milano, Palazzo della Permanente; Lodi, “NaturaArte”; 2005,
Milano, Spazio Hajech.
L’attività, scandita da presenze in sedi di rilievo istituzionale e da esposizioni tenute anche
all’estero, è corredata da ricca bibliografia, a evidenza della partecipe attenzione della critica
d’arte e della stampa in costante parallelo all’evoluzione della sua pittura.
Vive e lavora a Milano.
Dal catalogo della Biennale di Venezia del 1962, Mario De Micheli descrive così l’artista :
(...) la sua predilezione per il tema dei suonatori di jazz: il suonatore di sassofono, di tromba, di
piano o di batteria, il cantante davanti al microfono (...) quasi emblemi di una vita allucinata e
fantomatica, eppure vera: una vita immersa in fumosi spazi, dentro atmosfere grigie o neutre.
Dentro a tali atmosfere, appunto, si manifesta la presenza oggettiva delle forme, emerge un
profilo, uno scorcio, un volto, uno strumento. In genere il personaggio è sempre solo, isolato, ed è
concepito come un’apparizione subitanea in un vuoto senza confini; è un personaggio che esce
dall’ombra per un monologo di gesti e di suoni, ma anche per tentare una comunicazione con gli
altri.
Cazzaniga non è un pittore che ami le asprezze, le dissonanze, il cromatismo agitato. Egli si affida
particolarmente al segno: un segno rapido, allusivo, che compone l’immagine per approssimazioni.
Anche gli spazi in cui si collocano i suoi suonatori sono attraversati da segni fulminei che ne
eccitano la stesura, rendendola animata da segrete energie. In tal modo la superficie vaga o cieca
dei suoi fondi partecipa alle note, agli squilli, alla voce del jazz man, ne diventa una visibile eco.
Quanto al colore Cazzaniga punta essenzialmente sul tono diffuso, addirittura morbido, nebbioso,
che gli consenta poi gli scatti di qualche riverbero, di una torbida luce, di un bianco abbagliante e,
insieme, gli accenti nervosi dei suoi segni.
Senza dubbio quindi la prima dote di Cazzaniga è la sensibilità, ma si tratta di una sensibilità
nutrita di ragioni e di vive intuizioni formali, le stesse ragioni e intuizioni che gli hanno fatto
scegliere la figurazione come via d’uscita dal neo‐ermetismo d’oggi.
Inaugurazione : domenica 19 settembre 2010 ore 18
Spazio Luca Tommasi
Via L. da Vinci (angolo Piazza Duomo) Monza
Apertura: da martedì alla domenica 16,00‐19,00
Ingresso libero