Mediamuseum
Pescara
piazza Alessandrini, 34
085 4517898 FAX 085 4517909
WEB
Mario Costantini
dal 20/9/2010 al 20/10/2010
10.30-12.30 e 17-19

Segnalato da

Ilaria Caravaglio




 
calendario eventi  :: 




20/9/2010

Mario Costantini

Mediamuseum, Pescara

Chimere vestine. L'intreccio tra forma e contenuto e' proprio cio' che colpisce nelle sculture esposte, in maniera particolare nelle protagoniste di questa mostra: le chimere. A cura di Ilaria Caravaglio.


comunicato stampa

a cura di Ilaria Caravaglio

L'arte contemporanea, si sa, è caratterizzata dall'importanza dei contenuti, dal messaggio che ogni opera si porta dentro, più o meno esplicito, più o meno “comprensibile”. Il pubblico, in particolare chi non “frequenta” abitualmente l'arte contemporanea, è a volte spiazzato dal faccia a faccia con creazioni che poco hanno a che vedere con l'iconografia classica o con scene raffiguranti la realtà che ogni giorno si snocciola sotto gli occhi di tutti. D'altra parte, però, non si può ignorare l'importanza dei soggetti e la loro rappresentazione attraverso i più svariati mezzi espressivi; la creatività di un artista consiste infatti anche nell'appropriarsi di un soggetto noto a chiunque ed elaborarlo attraverso il proprio processo creativo fino a renderlo unico, marchiato dalla propria cifra stilistica. L'intreccio tra forma e contenuto è proprio ciò che colpisce nell'opera di Mario Costantini, in maniera particolare nelle protagoniste di questa mostra: le chimere.

Creature fantastiche, ibrido frutto della fusione tra due o più animali, le chimere sono già state fonte d'ispirazione in letteratura, musica e poesia ed ora, tra le mani di Costantini, riprendono vita sia sulle tele che emergendo dalla bianca pietra della Maiella e dalle ceramiche patinate. Le chimere vestine sono le inconsapevoli testimonianze del legame profondo che l'artista nutre per la propria terra, legame che si nutre anche della tradizione e delle leggende che, sin dai tempi arcaici, hanno reso protagonisti di racconti e curiosità questi esseri misteriosi. Opere che, al primo sguardo, potrebbero apparire semplici giochi di astrattismo, rivelano invece una figurazione chiara e ben definita, che Costantini ha reso propria nel corso del tempo fondendo sapientemente la manualità dell'artigiano, indispensabile nella lavorazione di alcuni materiali, ed una indiscutibile creatività che gli ha fornito, già da tempo, la consacrazione artistica. Nei suoi lavori si percepisce un “incontro-scontro” tra forma e contenuto, tra materia e soggetti: netto è il contrasto tra l'alone di mistero che avvolge le sculture ed il bianco lucente della pietra, tra la rotondità e morbidezza delle curve e la materia dura e spigolosa in natura, tra i fili di seta usati per il ricamo ed il sacco usato da supporto.

Nel difficile approccio alla molteplicità di stili e forme che il contemporaneo ci offre, le chimere di Costantini sembrano quasi voler fornire anche ad un pubblico meno preparato una chiave di lettura, una chiave che, probabilmente, riesce ad accorciare le distanze e permette di fare capolino in un mondo articolato e complesso quale l'arte del terzo millennio. Davanti alle chimere vestine, infatti, il fruitore viene lasciato libero di spaziare con la mente, decidendo in piena autonomia come osservare le opere, scegliendo il punto di osservazione e giocando con la fantasia dinanzi alle misteriose creature, caratterizzate da una stupefacente vitalità, nonché da un dinamismo che le rende ancor più enigmatiche. Le forme armoniose e leggere, che in qualche caso rimandano quasi ad una simbologia primitiva, sembrano infatti non esigere un preciso contesto espositivo, anzi, l'occhio dell'osservatore le percepisce forse meglio se collocate in spazi monocromi ed asettici, quasi fluttuassero nel vuoto, avvolte da un alone di atemporalità.

La ricerca di Mario Costantini è caratterizzata da un certo equilibrio tra arcaismo ed attualità e per questo, osservando le sue opere, si può essere sorpresi dalla sensazione di aver già visto quelle forme e quelle figure, come un déjà vu che di colpo fa riaffiorare dai cassetti della memoria immagini e ricordi dal sapore antico. Le figure stilizzate, morbide e sintetiche, che sotto lo scorrere delle mani dell'artista percorrono le tele, la pietra e la ceramica, non appaiono fini a se stesse e non si affidano mai solo all'armonia ed ai canoni estetici, ma mantengono una costante allusività figurativa, capace di raggiungere e sfiorare le corde emozionali del fruitore. Mario Costantini non segue le tendenze artistiche del momento, ma riesce a mantenere una personale visione dell'arte attraverso il proprio linguaggio ben definito e ricco di echi del passato, caratterizzato appunto da quelle che potremmo definire opere “moderne nella forma ed antiche nell'anima”. Le chimere vestine di Costantini sono intrise di una spiritualità non contingente, proiettate verso i misteri del cosmo, cariche di un fascino derivante anche dalla sottile ambiguità che le caratterizza. Ebbene, dietro l'apparente indecifrabilità contenutistica delle opere, si cela in realtà un'ampia ricerca artistica in continua evoluzione, seppur saldamente ancorata alle tradizioni e ad un'appartenenza etnica urlata a gran voce; e tradizione ed etnia altro non sono se non le parole chiave, i due fattori che risultano essere gli indiscussi protagonisti di tale ricerca sin dal titolo stesso della mostra: le “Chimere Vestine”.
Ilaria Caravaglio

Inaugurazione 21 settembre ore 18

Mediamuseum
Piazza Alessandrini, 34 - Pescara
Orario: 10.30 – 12.30 / 17.00 – 19.00
Ingresso libero

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