Immersi in un mare di luce. La mostra presenta le opere di due artisti impegnati nella sperimentazione con la luce e un'opera storica di Perio Fogliati, precursore della light art.
a cura di Alessandro Trabucco
Mya Lurgo Gallery presenta nell’ambito di Outrenoir, Light + New Media Art Project 2010_2011, di Martina Cavallarin, Alessandro Trabucco e Cristina Trivellin
Usare la luce come medium artistico è stata una vera e propria conquista per l’Arte, già a partire dall’invenzione della fotografia sino alle sperimentazioni in ambito contemporaneo. Una sfida vinta, che ha portato all’Arte nuova linfa vitale, inedite e profonde esperienze emotive e visive. Col termine di light art si definisce un’espressione artistica nata da una precisa e radicale necessità: estendere i canoni estetici oltre la materialità, per inoltrarsi nel mondo misterioso dell’emanazione energetica più pura e affascinante: LA LUCE.
Nel momento in cui si è realizzata concretamente la possibilità di presentare la luce, anziché rappresentarla come fecero i grandi del passato (da Caravaggio a Rembrandt a Wright of Derby, solo per fare tre nomi senza citare le ricerche degli impressionisti) essa, che è diventata una vera e propria tecnica artistica, ha rivelato tutte le sue enormi potenzialità. Plasmarne delle forme tridimensionali, come solide sculture, o catturarne le proiezioni, come vibranti pitture di energia pura, la luce propone all’artista differenti soluzioni, frutto anche delle novità tecnologiche e delle ricerche nell’ambito del risparmio energetico e dell’utilizzo delle fonti di energia rinnovabile.
La mostra, dal titolo Immersi in un mare di luce, proposta nell’ambito di Outrenoir, Light + New Media Art Project 2010_2011, presenta le opere di due artisti impegnati in questo ambito, Nino Alfieri e Marco Brianza, e un’opera storica di Perio Fogliati, vero genio e precursore della light art.
Nino Alfieri crea opere suggestive e coinvolgenti, combinando tre elementi fondamentali della ricerca estetica: il pigmento, la luce e il suono. Interessato all’alchimia, alla trasformazione dei materiali, delle forme e dei colori, alla ricerca di particolari fonti luminose e di pigmenti fotosensibili, sull’infinitamente grande del cosmo e l’infinitamente piccolo degli elementi naturali, le opere di Alfieri toccano corde emotive trascurate e ormai sopite. L’esperienza che ne scaturisce si avvicina alla meditazione, il tempo si dilata perdendo la propria connotazione fisica, avvicinandosi ai bioritmi e alle sensazioni che queste visioni cosmiche fanno scaturire nell’intimo di ogni spettatore.
Più tecnico-scientifico l’approccio di Marco Brianza ma non per questo meno suggestivo e coinvolgente. Lo studio di Brianza nei confronti della luce è legato proprio alle sue proprietà di pura emanazione elettromagnetica, ai suoi valori di intensità all’interno dello spettro percepibile dall’occhio umano e alle sue trasformazioni cromatiche dovute alla specifica temperatura. Le tecnologie utilizzate da Brianza sono tra le più attuali ed aggiornate, dall’illuminazione a LED alla video-proiezione, dallo scatto fotografico alla successiva stampa digitale. In mostra Brianza presenterà delle proiezioni luminose che riprodurranno la luce solare filtrata da una finestra all’interno di un ambiente chiuso e alcuni piccoli lightbox come realistiche (nei valori di colore e luminosità) porzioni di luce.
In mostra anche un’opera storica di Piero Fogliati, come detto, geniale precursore della light art. Il Prisma Meccanico, datato 1970, è la prima realizzazione, in ordine di tempo, dell’utopica ricerca dall’artista piemontese, orientata a “cambiare i termini delle cose” per creare delle sculture di luce tridimensionale, plasmando fasci luminosi e materializzandone delle forme. Con la frase «cambiare i termini delle cose» Fogliati intende illustrare il proprio intervento creativo mirato a modificare i fenomeni partendo dalla loro stessa natura e mantenendone intatte le caratteristiche peculiari. Con questo gesto manipolatorio l’artista ne altera la percezione e la fruizione ordinaria e passiva, introducendo eventi inaspettati e piacevoli.
Il Prisma Meccanico scompone il fascio di Luce Fantastica (ideato dall’artista alla fine degli anni ’60) nei suoi colori di composizione, facendolo “esplodere” in una miriade di sfumature che racchiudono tutto lo spettro cromatico percepibile dall’occhio umano.
Inaugurazione 22 settembre ore 17
Mya Lurgo Gallery
Piazza Riforma, 9, Lugano (CH)
Orari: da lunedì a venerdì 10- 13 e 20 - 23
Ingresso libero