L'artista presenta in galleria la sua ultima produzione video animata. 'A Confederacy of Villains', letteralmente una confederazione di criminali, e' il titolo scelto per questa mostra e prende spunto dal romanzo di John Kennedy Toole, A Confederacy of Dunces (Una Banda di Idioti), pubblicato per la prima volta negli Stati Uniti nel 1980, undici anni dopo la morte suicida dell'autore.
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La galleria Jerome Zodo Contemporary è lieta di ospitare l’artista Federico Solmi presentando la sua nuova personale A Confederacy of Villains. In simultanea alla sua partecipazione all’ottava edizione della Biennale di Santa Fe, in New Mexico (USA), dove presenta la sua ultima video installazione Douche Bag City, Federico Solmi allestisce per la sua personale italiana una mise-en-scène che vede protagonista assoluta la sua ultima produzione video animata. Un genere che lo ha portato oltre che ad esporre in importanti musei e manifestazioni artistiche internazionali, come il Centre Pompidou di Parigi, il Reina Sofia di Madrid, il Drawing Center di New York, a ricevere lo scorso anno, il prestigioso premio per la video arte assegnato dalla Guggenheim Foundation di New York. A Confederacy of Villains, letteralmente una confederazione di criminali, è il titolo scelto per questa mostra e prende spunto dal romanzo di John Kennedy Toole, A Confederacy of Dunces (Una Banda di Idioti), pubblicato per la prima volta negli Stati Uniti nel 1980, undici anni dopo la morte suicida dell’autore.
Probabilmente non è necessario aver letto il romanzo di Toole per invischiarsi nell’immaginario solmiano, sebbene il protagonista Ignatius Reilly sembri tanto ricordare l’artista; entrambi attenti osservatori dell’idiozia di una certa cultura popolare, quella cultura che Toole definisce “priva di teologia e geometria”. Il parallelismo continua anche nella miscela narrativa, mentre il coro degli idioti si consuma nell’isola di New Orleans, la banda di Federico Solmi, continuando a perpetrare errori e barbarie millenarie, affronta le alterne vicende della sua vita “criminale” sulle scricchiolanti tavole di un palcoscenico apocalittico. Se la convivenza con la stupidità si è trasformata per Toole in tragedia, per Solmi invece diventa fonte di ispirazione, un nutrimento viscerale per la sua arte.
L’artista ama le sfide, i contrari ed i capovolgimenti. Adora catturare l’attenzione, depaupera il reale dai contorsionismi semantici restituendo al pubblico favole dell’assurdo, in cui si precisano e si amplificano le condizioni di un’estetica del caos. Solmi propone un intrattenimento idiosincratico al confine fra video e tecnica pittorica, costruendo un pantheon di antieroi, star parallele e alternative alla storia del nostro presente come l’interprete della sua ultima opera, Douche Bag City, Dick Richman, una sorta di Bernard Madoff, fantomatico guru di Wall Street che ha causato la più grossa truffa finanziaria made in USA; un papa travestito da Superman che si macchia dei peggiori peccati capitali; un King Kong alter ego dell’artista che si scaglia contro tutte le lobbies americane; Rocco Siffredi che muore nel 2005 a New York, accompagnato da un memorabile funerale di stato.
Federico Solmi si serve dell’arte per commentare con sinistra ironia un sistema precario e sostanzialmente in crisi capace solo di esaltare se non occultare l’idiozia e le assurdità della società. La sua è una riflessione sociale, prende in prestito lo spirito satiresco per liquidare costumi e atteggiamenti contemporanei. E’ l’agire bieco e meschino dei “Villains” a esser motivo di beffa, personaggi ambigui e corrotti, archetipi dell’universo utopico della nostra civiltà. Le sue animazioni sono il risultato di un lento e meticoloso lavoro, una combinazione di disegni, dipinti e animazione in 3D, supportata dalla ricorrente collaborazione con il neozelandese Russell Lowe, professore di Digital Media alla South Wales University di Sydney, in Australia e Lee Gibson, professore di Industrial Design alla Victoria University di Wellington, Nuova Zelanda. In risposta a tutti quei meccanismi che mirano ad occultare e coprire i paradossi delle religioni di massa, la posizione dell’artista resta inevitabilmente cinica e disincantata.
Se i primi lavori come Rocco Never Dies o King Kong and the End of the World sono colti da un febbrile ottimismo in cui la redenzione del genere umano trova pace nell’empireo del “lieto fine”, nell’ultima sua video installazione Douche Bag City il sentimento catartico assiste alla propria fine, una maturazione che negli anni si è fatta più cupa ed infausta, tanto da intitolarne l’ultimo episodio Evil Always Prevails (Il male prevale sempre). Douche Bag City (2010) è una fatiscente e neo-gotica installazione composta da 15 panelli video dotati di preziose cornici intarsiate e disposti su un’unica parete all’ingresso della galleria, una mise-en-scène e en espace. L’opera è qui presentata in anteprima italiana in contemporanea all’ottava edizione della Biennale di Santa Fe - The Dissolve - curata da Sarah Lewis e Daniel Belasco.
Il nuovo lavoro riformula la struttura e le scene a episodi dei nuovi video games, introducendo agli spettatori il personaggio di Dick Richman, un corrotto agente di Wall Street esiliato e mandato dall’artista nel regno di Douche Bag City, un’infernale Babele in cui i criminali vengono torturati per i mali commessi nei confronti della società. Compagni di scena - le animazioni in bianco e nero di Rocco Never Dies (2005), divertente ricostruzione delle avventure del porno attore italiano che finisce per diventare un compianto eroe di guerra; King Kong and the End of the World (2006), feroce e catastrofica allegoria dei falsi miti americani; l’opera del 2008, The Evil Empire esposta insieme a quattro inediti episodi intitolati Mr Pope Welcome To Hell, visionario ritratto di una demoniaca congregazione ecclesiastica. La mostra è arricchita dall’anticipazione pittorica del suo prossimo lavoro d’animazione Chinese Democracy and the Last Day on Earth, opera commissionata dalla Guggenheim Foundation di New York, e dall’installazione cinetica Fucking Machine After Leonardo (2010), un grottesco assemblaggio meccanico che rivela la frustrante e cinica disumanizzazione dell’essere umano, una vivace emulazione del regresso dell’identità tecnologica. Per l’occasione la curatrice dell’ARTIUM Museum of Contemporary Art (Vitòria-Gasteiz, Spagna) Blanca De La Torre insieme all’editore Giuseppe Liverani, presenteranno il nuovo catalogo - Federico Solmi vol.1 – edito da Edizioni CHARTA.
Federico Solmi Nato a Bologna nel 1973, si trasferisce a New York nel 1999, dove oggi vive e lavora. Le sue opere sono state esposte in numerosi ed importanti musei internazionali: The Dissolve – ottava edizione della Biennale di Sante Fe, in New Mexico (USA) curata da Sarah Lewis and Daniel Belasco; al Centre Pompidou di Parigi per il festival multidisciplinare di arte e video “Rencontres Internationales” (28 novembre - 7 dicembre 2008 - 2009); alla 26th Kassel Documentary Film and Video, in Germania (10 -15 novembre 2009); Reina Sofia National Museum di Madrid; al Drawing Center di New York; al Centro Nazionale di Arte Contemporanea di Mosca per IMPAKT HIGHLIGHTS: YOUR SPACE (17 dicembre 2008); al House der Kulturen der Welt di Berlino (30 giugno – 5 luglio 2008); al Palazzo delle Arti di Napoli; alla XVI Quadriennale presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma (19 giugno – 14 settembre 2008); per Experimenta presso la Collezione Farnesina (luglio 2008).
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A Confederacy of Villains
Jerome Zodo Contemporary is pleased to present Federico Solmi’s new solo show, A Confederacy of Villains. Concurrent to his participation in SITE Santa Fe Eighth International Biennial, New Mexico (USA), where he is presenting his latest video installation, Douche Bag City, Federico Solmi is creating a mise-en-scène for his solo show in Italy that will revolve around his latest animated video project. His work in this genre has not only been exhibited at major artistic events and international museums, such as the Centre Pompidou in Paris, Reina Sofía in Madrid, and the Drawing Center in New York, but earned him a prestigious video art award from the Guggenheim Foundation of New York last year. A Confederacy of Villains, the title chosen for this exhibition, is inspired by John Kennedy Toole’s novel A Confederacy of Dunces, which was first published in the US in 1980, eleven years after the author’s death. It probably isn’t necessary to have read Toole’s novel to get caught up in Solmi’s imaginary world, through the main character, Ignatius Reilly, seems to bear a strong resemblance to the artist; both are keen observers of the idiocy inherent in a certain kind of pop culture, which Toole describes as lacking “theology and geometry”.
The parallel continues in the narrative convolutions: as the gang of dunces commits its follies in New Orleans, Federico Solmi’s confederacy goes on perpetrating age-old barbarities and blunders, tackling the alternating vicissitudes of its “villainous” life on the creaking stage of an apocalyptic theater. While for Toole, co-existence with stupidity turned into tragedy, for Solmi it has instead become a source of inspiration, an essential nutriment for his artwork. The artist loves challenges, conflicts and reversals. He loves to grab people’s attention, stripping reality of all semantic contortions and presenting viewers with absurdist fables that highlight and amplify the aesthetic conditions of chaos. Solmi creates an idiosyncratic form of entertainment that blends video with painting, constructing a pantheon of anti-heroes, stars that are parallel and alternative to contemporary figures, like the main character in his latest project, Douche Bag City, Dick Richman—a sort of Bernard Madoff, the mysterious Wall Street guru who was responsible for the biggest financial scam in US history; or else a pope dressed up as Superman, committing an array of nefarious capital sins; the artist’s King Kong alter ego, venting his wrath on America’s lobbies; or Rocco Siffredi dying in New York in 2005, honored with a memorable state funeral. Federico Solmi uses art to comment, in a darkly ironic way, on an unstable, essentially unhinged system that can only accentuate, but not conceal, the idiocy and absurdities of society. His reflections are of a social nature, and he draws on the spirit of satire to criticize contemporary customs and attitudes.
The target of his mockery is the sinister, petty behavior of his “villains”, ambiguous, corrupt figures who are archetypes in the utopian universe of our civilization. His animation work is the result of a slow, painstaking process, a combination of drawing, painting, and 3D animation, assisted by a recent collaboration with Russell Lowe, a New Zealand-born professor of Digital Media at South Wales University in Sydney, Australia and Lee Gibson, professor of Industrial Design at Victoria University in Wellington, New Zealand. In response to all the mechanisms aimed at concealing the paradoxes of mass religions, the artist’s position inevitably remains cynical and disenchanted. While his early works such as Rocco Never Dies or King Kong and the End of the World are infused with a feverish optimism whereby the human race finds peace and redemption in the empyrean realm of a “happy ending”, in Douche Bag City, catharsis witnesses its own end, in a process of maturation that has grown darker and more dismal over the years, to the point that that the last episode is titled Evil Always Prevails. Douche Bag City (2010) is a ramshackle, neo-Gothic installation made up of 15 video panels with gorgeous inlaid frames arranged on a single wall at the gallery entrance, a mise-en-scène and en espace. The work is being shown here in Italy for the first time, concurrent with the 8th Santa Fe Biennial—“The Dissolve”—curated by Sarah Lewis and Daniel Belasco.
This new project reformulates the episodic structure of modern video games, introducing viewers to the character of Dick Richman, a corrupt Wall Street financier who is exiled by the artist to the realm of Douche Bag City, a hellish Babel where criminals are tortured for their atrocities against society. Accompanying it are the black and white animations of Rocco Never Dies (2005), an amusing reconstruction of the adventures of this Italian porn star, who ends up as a deeply mourned war hero; King Kong and the End of the World (2006), a fierce, apocalyptic allegory of false American myths; and a video from 2008, The Evil Empire, exhibited along with never-before-seen episodes titled Mr Pope Welcome To Hell, a visionary portrait of a demonic religious congregation. The exhibition is rounded out by a pictorial preview of his upcoming animation project, Chinese Democracy and the Last Day on Earth, commissioned by the Guggenheim Foundation of New York, and the kinetic installation Fucking Machine After Leonardo (2010), a grotesque mechanical contraption that reveals the frustrating, cynical dehumanization of humanity, a vivid emulation of the regression in technological identity. For the occasion, Blanca De La Torre, curator of ARTIUM Museum of Contemporary Art (Vitòria-Gasteiz, Spain) and editor Giuseppe Liverani will be presenting the new catalogue published by Edizioni CHARTA, Federico Solmi Vol.1.
Federico Solmi Was born in Bologna in 1973 and moved in 1999 to New York, where he is currently based. His works have been exhibited at many prestigious international museums: “The Dissolve” – 8th Santa Fe Biennial in New Mexico (USA), curated by Sarah Lewis and Daniel Belasco; the Centre Pompidou in Paris, at the cross-disciplinary art and video festival “Rencontres Internationales” (November 28 - December 7, 2008 - 2009); the 26th Kassel Documentary Film and Video Festival in Germany (November 10 -15, 2009); Reina Sofía National Museum in Madrid; the Drawing Center in New York; the National Center for Contemporary Art in Moscow at IMPAKT HIGHLIGHTS: YOUR SPACE (December 17, 2008); Haus der Kulturen der Welt in Berlin (June 30 – July 5, 2008); Palazzo delle Arti in Naples; the 16th Quadriennale at Palazzo delle Esposizioni in Rome (June 19 – September 14, 2008); and Experimenta at Collezione Farnesina (July 2008).
Inaugurazione 23 Settembre, 18-21
Jerome Zodo Contemporary
via Lambro 7, Milan, Italy
Mar-Sab, dalle 10 alle 19
Chiuso Domenica e Lunedi
ingresso libero