Gli spazi nell'era dell'illusione. Tre giornate di conferenze, dibattiti, mostre di pittura, video e installazioni, fotografia e performance sul tema della liberta'.
Tre giorni agli antipodi delle illusorie rappresentazioni istituzionali: illusioni reali.
Mostre di pittura, installazioni, conferenze, teatro, musica.
Assistere ancora una volta allo Spettacolo di una Società ignara delle proprie rappresentazioni passate - e dunque intenta a riviverle in forme lievemente diverse - provoca, nello spettatore cosciente, un sottile brivido di inquietudine.
Da quando l'uomo convertì in atto il desiderio di rivedere se stesso "oggettivamente", l'oscura profondità dell'esistenza - compresa quella evocata dalle immagini - è stata progressivamente rischiarata, fino ad appiattirsi nella superficie dello specchio mediatico quotidiano.
Quale impressione suscitano ancora oggi le prime immagini in movimento, ignari riflessi di luce consegnati per un attimo all'eternità!
Qualcuno, riuscendo ad intuirne la potenza, sfruttò le immagini per ingrandire la propria mediocrità, ingannando gli occhi di masse di spettatori ipnotizzati.
Oggi ai mediocri conviene - più che “divinizzare” la propria immagine – ripetere indefinitamente la propria rappresentazione caricaturale, “umana”, nella speranza di catturare l'attenzione domestica di un pubblico più vasto, ma più distratto.
I rapporti sociali passano ora inevitabilmente attraverso la mediazione delle immagini; l'intera esistenza umana è profondamente influenzata dalla superficialità della rappresentazione spettacolare.
I "nuovi" mezzi di comunicazione "orizzontali", congenitamente privi di gerarchia, portano in sé una promessa di riscatto che fatichiamo ancora a scorgere.
Chiunque può oggi diffondere la propria rappresentazione a livello planetario; e se è vero che questo permette di comunicare in modo più immediato, senza i filtri dei media tradizionali, le vecchie forme estetiche continuano ancora a plasmare e a dominare l'identità degli individui.
La possibilità di comunicare, di far conoscere le proprie differenze e peculiarità, di venire in contatto con una quantità potenzialmente enorme di persone differenti e peculiari, si scontra con le vecchie forme di potere politiche, estetiche, sociali; la globalizzazione con l'autoritarismo; la conoscenza universale con il razzismo locale.
Non si è altro che schiavi, liberi di portare ovunque le proprie catene.
Chi è condannato - o si condanna – alla reclusione nel territorio, nelle città fredde e razionali della produzione, nelle anemiche città d'arte, nelle terre desertiche dell'indolenza; ovunque ritrova in espansione il taciuto, moderno spazio-spazzatura: stratificazione delle scorie della storia, delle produzioni, degli esperimenti, dei flussi di umanità, sangue, denaro.
Tuttavia si tratta di uno Spazio che può essere vissuto come assenza di centro, come promessa di (dis)organizzazione creativa, cartografia nomade agli Antipodi dell'inerte topografia stanziale: si tratta di seminare biodiversità negli spazi asettici, saturare di energia i luoghi comuni per fecondare materia inerte altrimenti destinata alla distruzione.
Ai margini della società dello spettacolo, in cerca di un'altra illusione - quella della realtà - non resta che il nomadismo, psichico e fisico; non resta che l'esilio, forzato e volontario. Nave di folli, di pirati in cerca di Spazi dove riunire le forze per l'ennesima battaglia finale. L' orizzonte comune è una corda tesa sopra l'abisso della produzione senza progresso; reinvenzione del futuro nelle moltitudini, in ogni singolo; nelle moltitudini di ogni singolo: macchina da guerra nomade.
Il programma completo del festival: http://www.spazioliberato.org/antipodi/programma-antipodi
Spazio Liberato Ex Breda Est
viale Antonio Pacinotti, 9 - Pistoia