Suono. La raccolta di fotografie dell'artista e' una elaborazione di una vicinanza e di una lontananza verso l'Africa, 'simulano il rito per unire fatti, persone, storie e immagini su un progetto fotografico e accedere alla consapevolezza delle proprie motivazioni' (Enzo Carli).
Giovedì 21 ottobre 2010, alle ore 18, verrà inaugurata a Venezia nella sede di Ikona Gallery in Campo del Ghetto Nuovo 2909 la mostra Suono, con fotografie di Donatella Pollini.
In occasione della mostra, domenica 28 novembre alle ore 19.30 Pequenas flores do inferno con ACHILLE SUCCI (sax contralto, clarinetto basso) e SALVATORE MAIORE (contrabbasso, violoncello) presso la galleria Ikona in Campo del Ghetto Nuovo 2909.
E IN TUTTE QUELLE FUGHE NON AVEVA POTUTO FARE A MENO DI RESTARE STUPITO DALLA BELLEZZA DI QUELLA TERRA CHE NON ERA SUA. SI ERA NASCOSTO NEL SUO PETTO, L’AVEVA MANEGGIATA PER NUTRIRSI, SI ERA STRETTO ALLE SUE RIVE PER LECCARE L’ACQUA, E AVEVA CERCATO DI NON AMARLA. NELLE NOTTI IN CUI IL CIELO ERA DI UNA BELLEZZA PARTICOLARE, INDEBOLITO DAL PESO DELLE SUE STELLE, SI SFORZAVA DI NON AMARLA. I SUOI CIMITERI E I SUOI FIUMI CHE VI SCORREVANO IN BASSO. OPPURE SOLO UNA CASA SOLITARIA, SOTTO UNA SAPONARIA, MAGARI UN MULO LEGATO E LA LUCE CHE LO ILLUMINAVA DI FIANCO, SOLO QUESTO. QUALSIASI COSA POTEVA COMMUOVERLO PROFONDAMENTE, E LUI CERCAVA IN TUTTI I MODI DI NON AMARLA.
[Toni Morrison, Amatissima, trad. di Giuseppe Natale, 1988, Frassinelli]
È molto difficile per me spiegare perché l’Africa e il jazz sono così importanti e così legati nel mio sentire, è molto più profondo di una considerazione storica e oggettiva, forse più viva nel passato che nel presente. Questa raccolta di fotografie è quasi una elaborazione allo stesso tempo di una vicinanza e di una lontananza, una parte di un lavoro non compiuto, come per un divenire, un cambiamento... o un brano di jazz.
DONATELLA POLLINI vive a Milano. Da sempre appassionata di fotografia, dopo diverse esperienze lavorative decide di trasformare la propria passione in mestiere e diventare professionista. Da alcuni anni collabora con Gianni Berengo Gardin, assistendolo sia nel lavoro di reportage, sia nell’attività dello studio. A questa importante esperienza affianca la propria ricerca in progetti quasi tutti collegati alla musica, in particolare al jazz. Da qui la scelta di ricercarne le radici in Africa, in un lavoro che si sviluppa nell’arco di diversi anni, sulle tradizioni e l’evoluzione della musica africana, espressione di una ricchissima cultura, senza prescindere da considerazioni sulla diaspora.
IMMAGINI IN MOVIMENTO
Donatella Pollini in mostra all’Ikona Gallery di Venezia di Enzo Carli
La fotografia non è solo immaginazione, ma anche percezione e analogia del reale e quindi fornisce il punto sulla visione sociale, sui miti e sugli affanni del mondo. Per questo è un eccellente pretesto per un viaggio interiore, per esplorare nuove fascinazioni visive e per ripristinare la propria centralità nei confronti del frastuono multimediale. Se la fotografia è una sorta di rappresentazione del mondo, lo stesso sistema che ci consente di leggere dentro il grande libro della vita serve a comprendere il perché di un’immagine.
Donatella Pollini, memore degli insegnamenti del grande Gianni Berengo Gardin, sa che non bisogna fermarsi alla superficie delle cose ma entrarci dentro, penetrare nella poesia della scena, spostarsi tra i suoi elementi, districarsi tra le varie parti, scoprire i lati oscuri, cercare là dove la luce incontra l’ombra, ascoltare le pause, i suoni, percepire i segni, i volumi per comprendere infine un significato: quello che almeno si avvicina di più ai sentimenti o quello che ti esalta perché ti fa percorre una direzione visiva che non intendevi o ignoravi, ponendo in essere un processo di imitazione, esperienza e di riflessione. Questo fare apparentemente documentario, evoca l’immagine del diario di bordo di un navigatore solitario, in cui si susseguono annotazioni istantanee e profonde riflessioni su un veleggiare in acque vicine e amiche, o in oceani sconfinati, ma comunque fantastico e denso di sensazioni, poiché - come ebbe a dire Marcel Proust - «un vero viaggio di scoperta non è cercare nuove terre, ma avere nuovi occhi».
Non sono fotografie in sequenza ma squarci visivi di un progetto antropologico che lega l’uomo alle famiglie d’immagini a lui care, rese nella magia del bianco e nero, segno di distinzione che sa trasmettere un messaggio unico di profondità infinita.
Le immagini sono in movimento e incontrano sempre più spettatori senza un proprio territorio, dentro un apparente universalismo caratterizzato da un’esuberanza di culture e una miriade di simboli. La nostra formazione e conoscenza è in permanente movimento e ogni identità, ma anche ogni immagine, va cercata in questo continuo rinnovamento; la fotografia, quindi, come strumento per esprimere attraverso il modo di pensare per immagini, nella partecipazione della visione sociale.
Le fotografie di Donatella Pollini fanno parte di un sistema integrato, simulano il rito per unire fatti, persone, storie e immagini su un progetto fotografico e accedere alla consapevolezza delle proprie motivazioni; per favorire la comprensione, ne delineano i campi di intervento e i codici di lettura. Immagini di conoscenza dunque, in movimento nel territorio dall’incanto.
Inaugurazione: giovedì 21 ottobre, ore 18
Serata speciale: domenica 28 novembre alle ore 19.30 Pequenas flores do inferno con ACHILLE SUCCI (sax contralto, clarinetto basso) e SALVATORE MAIORE (contrabbasso, violoncello)
Ikona
Campo del Ghetto Nuovo 2909 - Venezia
Orari: 11-19, chiuso il sabato