Signs of Time - Tiberias, Dead Sea and Neghev. Nelle sue fotografie si coglie un nitido rigore, una precisione per il dettaglio, le luci e le ombre, i colori. Le immagini di Israele raccontano un paesaggio simbolico: il deserto intorno alla Fortezza di Masada, il deserto di Galilea, quello di Giudea e i paesaggi del mar Morto. Luoghi dove la storia emerge con potenza.
Scrive Aharon Appelfeld che “la Poetica è il cuore del narrare, l’Universo interiore dell’uomo: il conoscibile e l’inconoscibile, le persone che sono con noi e quelle che non ci sono più, la nostalgia, le paure, la malinconia e la disperazione – ma anche quei pochi, mirabili momenti in cui la vita ci porta oltre noi stessi e allora sentiamo la vicinanza di Dio”.
Le fotografie di Israele di Bruna Biamino sono alla ricerca di questa poetica, raccontano un paesaggio simbolico, suggestioni rese con straordinaria sensibilità: il deserto intorno alla Fortezza di Masada dove la storia emerge con potenza, luogo simbolo di un assedio durato tre anni dall’epilogo drammatico, i paesaggi del Neghev, del deserto di Galilea e di quello di Giudea, i paesaggi del mar Morto, piccole tracce di umanità passata, di luoghi utilizati per cento anni o per un momento e abbandonati, le tracce del deserto intorno alle grotte di Qumran dove sono stati rinvenuti i Rotoli del Mar Morto, straordinari documenti di duemila anni. Altri paesaggi raccontano la luce del deserto del Mar Morto, luce bianca accecata da cieli lattiginosi, che astrae i soggetti, togliendo le ombre; è il cielo del luogo più “basso “del mondo, 400 metri sotto il livello del mare, e poi ancora il lago di Tiberiade, i monti di Safed.
Fotografare Israele per Bruna Biamino è stata un’esperienza di immersione non solo nella storia ma nella parte più spirituale e profonda di un luogo per comprendere come in quel luogo e solo lì potevano prendere vita tre religioni. Un luogo di cui non si può fare a meno di cogliere l’intensità, la forza del ricordo, la letterarietà degli spazi.
Come sempre nelle immagini dell’ artista torinese si coglie un nitido rigore e una precisione per il dettaglio, le luci e le ombre, i colori. Tuttavia in queste fotografie la sobrietà e il rigore sono sopraffatti dall’emozione dell’incontro con un paesaggio di una bellezza mistica e spirituale rimasto intatto per millenni, dove l’uomo ha lasciato alcune lievi tracce, non sempre immediatamente percettibili; sono il sentimento e la storia a dominare senza retorica né idealizzazioni: inquadrature precise, senza elementi superflui, un’occasione per riflettere su questo paesaggio insieme contemporaneo e senza tempo.
Inaugurazione 27 Ottobre 2010, ore 18.30
All’inaugurazione sarà presente l’artista.
Ermanno Tedeschi Gallery
Via del Portico d’Ottavia 7, Roma
Orari: Lun. 15.30-20.00, Mart.-Ven. 10.00-13.00 - 15.30-20.00
Sab.-Dom. su appuntamento
ingresso libero