Codici Trascendentali. Lavori che riportano elementi archetipali della cultura ebraica e si sviluppano attraverso sequenze numeriche riferite ad un linguaggio cosmologico basato sui concetti della kabbalah.
In mostra saranno presentati i lavori più recenti di Tobia Ravà, realizzati con tecniche e materiali eterogenei: dai lavori su alluminio specchiante alle sculture in bronzo, dai dipinti su raso ai light box. Si tratta di lavori che riportano elementi archetipali della cultura ebraica e si sviluppano attraverso sequenze numeriche riferite ad un linguaggio cosmologico universale che si basa sui concetti della kabbalah. Partendo da studiosi di mistica come Itzachq Luria, l’artista prende in considerazione alcune parole chiave del nostro linguaggio di cui spesso non si percepisce più, o non si riconosce, il significato più profondo. Illustrandone il loro uso nella tradizione mistica, Ravà indica la possibilità di percorrere in prima persona il cammino dell’interiorità, dimostrando così che la mistica è di tutti ed è capace di attraversare epoche e culture diverse.
Sia le composizioni architettoniche, sia quelle a soggetto naturalistico si legano strettamente al contesto culturale italiano. Le opere sono costruite con un fitto tracciato di numeri e concetti fondamentali della cultura ebraica, concernenti l’etica e la riqualificazione dell’uomo e dell’ambiente, attraverso un processo di permutazione (ghematrià). Anche le ultime sperimentazioni dell’artista, che riprendono una tecnica antichissima quale la fusione in bronzo a cera persa, si collegano alla tradizione del bronzetto e suggellano una particolare unione tra capacità tecnica e contenuto, nonché l’estensione di questo suo particolare linguaggio ad oggetti e a superfici in alluminio, con cui il fruitore può interagire, specchiarsi ed immergersi totalmente.
Tobia Ravà (Padova, 1959), lavora a Venezia e a Mirano. Ha frequentato la Scuola Internazionale di Grafica di Venezia ed Urbino. Si è laureato in Semiologia delle Arti all’Università di Bologna, dove è stato allievo di Umberto Eco, Renato Barilli, Omar Calabrese e Flavio Caroli. Ha iniziato a dipingere nel 1971 ed espone dal 1977 in mostre personali e collettive in Italia, Belgio, Croazia, Francia, Germania, Spagna, Brasile, Argentina, Cina, Israele, Giappone, Stati Uniti. È presente in collezioni sia private che pubbliche, in Europa, Stati Uniti, America Latina e in Estremo Oriente. Dal 1988 si occupa di iconografia ebraica. Dal 1999 ha avviato un ciclo di conferenze, invitato da università e istituti superiori d’arte, sulla sua attività nel contesto della cultura ebraica, della logica matematica e dell’arte contemporanea. Nel 2010 un suo lavoro è stato donato al Papa Benedetto XVI dal Rabbino Capo della Comunità Ebraica di Roma.
Inaugurazione 15 maggio ore 18.30
Ermanno Tedeschi Gallery
via del Portico d'Ottavia, 7 Roma
lun-ven 10-13 e 15-19, sab e dom su appuntamento
Ingresso libero