Vetrina di Brecce
Roma
via Mario De' Fiori, 61
338 7113975

Ettore Sordini
dal 28/10/2010 al 13/1/2011
24h/24

Segnalato da

Vetrina di Brecce




 
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28/10/2010

Ettore Sordini

Vetrina di Brecce, Roma

La mostra e' dedicata a un rappresentante della pittura astratta italiana contemporanea e presenta un unico lavoro: un olio su tela del 2010, dal titolo 'Altomare'.


comunicato stampa

La mostra è dedicata a un maestro della pittura astratta contemporanea. Viene proposto un unico lavoro, dal titolo 'Altomare', un olio su tela del 2010. L'inaugurazione è venerdì 29 ottobre 2010, a partire dalle ore 18. La mostra è visibile ininterrottamente giorno e notte.

'Cielo, terra, mare all'orizzonte, l'essenziale nel paesaggio - la natura nella sua evidenza, solare, folgorante, ma segretamente inquieta e presaga, il rischio in agguato dietro la membrana luminescente, che ''non esiste superficie che sia bella -Friedrich Nietzsche - senza la terribilità degli abissi.'' Com'è la natura? È semplice o racchiude un inganno? È l'azzardo di un dio imprevedibile, tormentato dall'incertezza, o forse c'è chi ''riesce a immedesimarsi in un Dio che ha creato cose soavi come le piante e gli alberi? Topi, peste, rumore, disperazione, - Gottfried Benn - sì, ma i fiori?'' La natura è schiva e sibillina, si sottrae a ogni intenzione di possesso: ''la natura - Eraclito - ama nascondersi''. Proviamo a soggiogarla, la maltrattiamo, la umiliamo, la feriamo, ma poi dobbiamo pentirci e sperare che essa abbia più forza del nostro scempio. Tanto più la si indaga, tanto più si fa severa e spietata.

Se crediamo di rispecchiarci in essa, fino a diventarne cassa di risonanza, offre in cambio ambiguità e doppiezza, perché ''l'uomo è ugualmente vicino a Dio e al demonio. È la natura suprema e la più vile, - Caspar David Friedrich - la più nobile e la più abbietta, è la quintessenza di tutto il bello e di tutto l'infame, e il maledetto. È l'essere più sublime di tutta la creazione, ma è anche il suo marchio d'infamia.'' Perché ''per la natura, nel caso migliore, non si dovrebbe avvertire che grande tristezza, - Franz Marc - come per i prigionieri. Non c'è nulla di più triste dell'occhio dei piccoli fiori, o del mare che ondeggia infelice nel suo tormento e sofferenza interiori.'' Ci illude di poter placare la sete inesauribile per tutto ciò che è oltre. Ci fa credere che il patto non è infranto. In questa maniera ci seduce. Ma non svela segreti, e ci mette nuovamente ogni volta di fronte al peso di una irriducibile alterità.

Proprio per questo, perché non esiste altra vera bellezza senza dissidio, un artista non può sottrarsi al proprio compito, alla maestria, che altro non è che ''la risultante d'un profondo desiderio - Carlo Carrà - di ubbidire con semplicità alla natura.'' Allora, egli ''deve credere di aver dipinto - Henri Matisse - solamente quello che ha visto. Un artista quando dipinge deve avere questo sentimento, di aver copiato la natura. E anche quando se ne sia allontanato, deve restargli la convinzione di averlo fatto solo per renderla più pienamente.'' (Antonio Capaccio)

Immagine: "Traiettorie" 1960-2010

Inaugurazione 29 ottobre ore 18

Vetrina di Brecce
via Mario Dé Fiori 61 - Roma
La mostra è visibile ininterrottamente giorno e notte

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