Orme e Visioni. La tecnica del pastello ha permesso all'artista di dare espressivita' alla materia rappresentata in un modo agile, veloce, luminoso. A cura di Gaetano Lenti.
a cura di Gaetano Lenti
Può accadere che in un dato momento della propria vita, seppure oberata dal lavoro, dalla
famiglia, o presi dalle varie passioni e conseguenti hobbies,
che la impegnano , si senta l’esigenza impellente di guardare indietro o meglio di sentirsi
irresistibilmente attratti da un proprio passato.
E in quel passato che può essere d’infanzia e di pre-adolescenza si collocano visioni, emozioni,
ricordi. E queste visioni- ricordi, emozioni, orme, tracce ti agiscono dentro e come un’ossessione mantica ti seguono, ti stimolano a nuove avventure dello spirito, sicché diventano fonte d’ispirazione per un nuovo cammino creativo.
E’ quanto è accaduto ad Anna Napoli.
Con malinconia ed inquietudine, e frenesia, la Napoli sente il bisogno di tornare in quella terra
d’infanzia, per rivivere e riscoprire ciò che la costituiva allora. Là stavano le sue radici alle quali
avvertiva di appartenere ancora.
Nascono allora nuove visioni, si originano nuovi sogni, animati da una passione e da una esigente
emozione creativa.
Da quella anamnesi questi cardi, questi olivi saraceni, questi paesaggi, volti, queste case, che assemblano questa mostra.
Tornando indietro l’artista si trova ad avanzare in quel tempo, a ripercorrere tracce, a identificare
segni, a sentirsi lievitata in quella materia che le si trasmette in un nuovo immaginario ludico creativo con l’uso di tecniche e materiali vari.
“Il pastello mi ha permesso di dare espressività alla materia rappresentata in un modo agile, veloce,
luminoso, fresco, più legato all’emozionalità del segno che alla riproduzione materiale del segno
che alla riproduzione materiale dell’oggetto. Questo in un primo momento e soprattutto nei cardi
e negli olivi saraceni”.
Successivamente l’artista passa all’acrilico che le dà la possibilità di formulare nuove trasparenze di colore, e maturare la materia oggettuale tramite più strati di pigmento pittorico.
Ciò le consente di raggiungere effetti vibranti, quindi da un segno quasi vaporoso del pastello passa
ad un segno incisivo marcando quasi l’oggetto. Questo operare è suggerito alla Napoli dalla linearità necessitata da quel dato paesaggio o da quell’oggetto, che le si manifesta sì pregno di luce,
ma pure solido e potentemente consistente.
In questo itinerario Anna Napoli si riappropria, tramite l’oggetto, dell’anima della sua terra dalla
quale si era allontanata dalla prima adolescenza.
Questa riappropriazione avviene in concomitanza con un approdo culturale olistico dei sensi e
attraverso stimoli letterari e intellettuali.
Il risultato è che l’imprinting del vissuto preadosvcenziale si trasforma in un nuovo linguaggio
pittorico che tiene conto inevitabilmente delle strutture e sovrastrutture culturali che l’io
nel frattempo ha maturato negli anni.
“Comunque dice la Napoli:” Nonostante questo bagaglio strutturale e sovrastrutturale acquisito
nel tempo, tornando nel luogo della mia infanzia, le emozioni e le impressioni sono state talmente
forti da sentirmi ineluttabilmente obbligata ad esprimerle”.
Comprendiamo, allora, come quelle realtà della nativa Sicilia, a contatto con questa forza emotiva, si trasmuti nell’immaginario dell’artista in una nuova epifania delle cose che la obbligano a
percorrere inediti itinerari pittorici.
Essi sono le opere-visioni che si possono ammirare in questa mostra, catturate “da una finestra che si
è spalancata improvvisamente sul quel mondo che avevo già percorso, ma che non avevo veduto”.
Inaugurazione 6 novembre ore 17
Villa Vogel
Via Delle Torri, 23 - Firenze
Orario: da lun. a sab. 10,00 - 12,30/ 15,30-19,00; dom. chiuso
Ingresso libero