Chiesa di San Rocco
Condove (TO)
via Cesare Battisti

Bonino e Valderrama
dal 3/10/2002 al 13/10/2002

Segnalato da

Marcello Salvati




 
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3/10/2002

Bonino e Valderrama

Chiesa di San Rocco, Condove (TO)

La pittura di Ivo Bonino e la scultura di Ollantay Valderrama, rinnovano il tessuto emozionale che veste il corpo sensibile dell'arte contemporanea, la indirizzano verso nuovi orizzonti, offrendo nuovi stimoli interpretativi a quel 'gioco di ruolo' che e' il continuo confontarsi con la realta' quotidiana.


comunicato stampa

Mostra di pittura e scultura
IVO BONINO
OLLANTAY VALDERRAMA

Mostra a cura di M.Antonietta Claretto
Catalogo in mostra. Testi di Paolo Nesta.

Con il patrocinio del Comune di Condove e con la collaborazione della Parrocchia di San Pietro in Vincoli, venerdì 4 ottobre 2002, alle ore 18.00, presso la Chiesa di San Rocco in via Cesare Battisti, si inaugura la mostra congiunta degli artisti Ivo Bonino e Ollantay Valderrama.

Entrambi residenti ad Almese, i due artisti si incontrano nuovamente (dopo l'esperienza della loro prima mostra "a due mani" ad Almese, nel novembre dello scorso anno) per dare vita ad un fare pittura e un fare scultura dagli intensi ritmi narrativi.

La pittura di Ivo Bonino e la scultura di Ollantay Valderrama, rinnovano il tessuto emozionale che veste il corpo sensibile dell'arte contemporanea, la indirizzano verso nuovi orizzonti, offrendo nuovi stimoli interpretativi a quel "gioco di ruolo" che è il continuo confontarsi con la realtà quotidiana.

Ivo Bonino nasce ad Almese il 25 marzo 1950, dove vive e lavora. Pittore sin dagli anni'70, inizia la sua attività sotto la guida del maestro Luigi Olivero.

La ricerca pittorica viene da lontano e amalgama, nell'attuale esperienza figurativa, recessi astratti e informali, che pur abbandonati, per mille motivi, ritroviamo ancora presenti in certe campitura di colore e nelle profondità prospettiche dei suoi dipinti. Alla prima esposizione del 1978, sono seguite numerose mostre personali (una trentina) e molte collettive.

Dal testo in catalogo:
A chi conosce meno sistematicamente il metodo e il rigore del lavoro di Ivo Bonino, la sua stagione più recente ed attuale di ricerca pare proporsi come un percorso piuttosto sorprendente. Il suo "ritorno" al "paesaggio" - dopo lunghe esperienze condotte sulla figurazione e precedute, se non affiancate da un capitolo, forse meno noto, ma altrettanto intenso, di dedizione alle strategie visive dell'Informale - può infatti suscitare, a prima vista, una occasione di comprensibile stupore.

(...) L'ideazione poetica emerge, urgente e inattesa, al di là e, per quanto è possibile proprio a dispetto delle regole del mestiere. Nei lavori di Ivo ne sono una puntuale testimonianza quelle bande cromatiche accese, che attraversano il dipinto, inesorabilmente,. Esse "dicono" molte cose di una sensibilità appassionata, densa di "pathos", che ci viene visivamente restituito da un improvviso e particolare impasto di colori e luce.

(...) Allo storico dell'arte, meglio che al critico - piuttosto interessato alle risultanze a vario titolo "immediate" - può essere utile ancora annotare (e preme segnalare) quanto il "fare" di Ivo Bonino trovi significative corrispondenze, almeno per ora, con rari altri percorsi artistici contemporanei. Al di fuori e lontano dagli scontati 'giochi di ruoli' nel recente panorama dell'arte piemontese solo pochi maestri risultano altrettanto seriamente intenti a misurarsi con le sollecitazioni e i dilemmi, imposti da una rinnovata domanda di "confronto con la realtà".

Ollantay Valderrama, nato a Torino il 2 ottobre 1975 è diplomato in scultura all'Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. Ha partecipato a simposi e concorsi di scultura in Italia e all'estero ed ha al suo attivo numerose collettive ed esposizioni personali.

Dal testo in catalogo:
Le ragioni anagrafiche non paiono sorprendentemente incidere in modo determinante nel piglio sicuro con cui il giovane artista tratta la materia e procede nella realizzazione concettuale delle sue opere. In esse, infatti, Ollantay viene sviluppando una stringente poetica all'insegna di una intensa ed emozionante lettura della complessità del reale. Di esso egli tende a cogliere gli intricati e intriganti rimandi, in un gioco di pretesti materici e formali, cha alludono ad un consapevole disegno intessuto di annotazioni visive.

(...) Da uno aguardo di insieme, infatti, le sue opere appaiono all'occhio - 'antico' e sicuramente deformato e tendenzioso dello storico dell'arte - come pregnanti occasioni di rimando ai processi propri della visione metaforica di età barocca, in cui l'artificio retorico è diretto ad una continua interpretazione e reinvenzione della molteplicità di piani, di significati e di forme derivanti dalle suggestioni del reale. Il tutto, però, riletto all'insegna di un progetto attuale, rivolto alla ricostruzione, o quanto meno alla rimeditazione sul destino dell'uomo, in chiave antropologica. Il suo fare plastico, le sue sculture, paiono piuttosto rinunciare alla tradizione della ricerca rintracciabile negli orientamenti che, per intenderci, da Michelangelo a Moore hanno avuto a che vedere con i volumi puri. Le sue opere coniugano, invece, la forma con le istanze della corporeità, con il dato fisico e il rinvio diretto a significati noti: le sue maschere, che dissimulano il vuoto celato, non lo restituiscono però in modo inerte, lo ricreano, anzi, denso di significati.

(...) Parola e forma, quindi, si intersecano e convivono, metaforicamente rappresentate dal fitto dialogo intessuto tra i pieni e i vuoti e tra i differenti trattamenti materici: superfici levigate, dalla "pelle" quasi diafana, si alternano a tessiture tracciate dai solchi irregolari della gradina, che paiono disegnare una "terra di nessuno", fatta di luce e ombra e posta a discrimine tra materia e spazio.

Inaugurazione: venerdì 4 ottobre 2002, ore 18.00

Orario: giorni feriali 16/19 - giorni festivi 15/19

Informazioni: Tel. 011 936.99.10 - 011 935.05.84

Ufficio stampa: Marcello Salvati

Immagine: ID sospesa - Alabastro - 18x18x20 cm.

Condove (TO), Chiesa di San Rocco, via Cesare Battisti

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Daniela Baldo
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