La pittura di Ivo Bonino e la scultura di Ollantay Valderrama, rinnovano il tessuto emozionale che veste il corpo sensibile dell'arte contemporanea, la indirizzano verso nuovi orizzonti, offrendo nuovi stimoli interpretativi a quel 'gioco di ruolo' che e' il continuo confontarsi con la realta' quotidiana.
Mostra di pittura e scultura
IVO BONINO
OLLANTAY VALDERRAMA
Mostra a cura di M.Antonietta Claretto
Catalogo in mostra. Testi di Paolo Nesta.
Con il patrocinio del Comune di Condove e con la collaborazione della Parrocchia
di San Pietro in Vincoli, venerdì 4 ottobre 2002, alle ore 18.00, presso la
Chiesa di San Rocco in via Cesare Battisti, si inaugura la mostra congiunta
degli artisti Ivo Bonino e Ollantay Valderrama.
Entrambi residenti ad Almese, i due artisti si incontrano nuovamente (dopo
l'esperienza della loro prima mostra "a due mani" ad Almese, nel novembre dello
scorso anno) per dare vita ad un fare pittura e un fare scultura dagli intensi
ritmi narrativi.
La pittura di Ivo Bonino e la scultura di Ollantay Valderrama, rinnovano il
tessuto emozionale che veste il corpo sensibile dell'arte contemporanea, la
indirizzano verso nuovi orizzonti, offrendo nuovi stimoli interpretativi a quel
"gioco di ruolo" che è il continuo confontarsi con la realtà quotidiana.
Ivo Bonino nasce ad Almese il 25 marzo 1950, dove vive e lavora. Pittore sin
dagli anni'70, inizia la sua attività sotto la guida del maestro Luigi Olivero.
La ricerca pittorica viene da lontano e amalgama, nell'attuale esperienza
figurativa, recessi astratti e informali, che pur abbandonati, per mille motivi,
ritroviamo ancora presenti in certe campitura di colore e nelle profonditÃ
prospettiche dei suoi dipinti. Alla prima esposizione del 1978, sono seguite
numerose mostre personali (una trentina) e molte collettive.
Dal testo in catalogo:
A chi conosce meno sistematicamente il metodo e il rigore del lavoro di Ivo
Bonino, la sua stagione più recente ed attuale di ricerca pare proporsi come un
percorso piuttosto sorprendente. Il suo "ritorno" al "paesaggio" - dopo lunghe
esperienze condotte sulla figurazione e precedute, se non affiancate da un
capitolo, forse meno noto, ma altrettanto intenso, di dedizione alle strategie
visive dell'Informale - può infatti suscitare, a prima vista, una occasione di
comprensibile stupore.
(...) L'ideazione poetica emerge, urgente e inattesa, al di là e, per quanto è
possibile proprio a dispetto delle regole del mestiere. Nei lavori di Ivo ne
sono una puntuale testimonianza quelle bande cromatiche accese, che attraversano
il dipinto, inesorabilmente,. Esse "dicono" molte cose di una sensibilitÃ
appassionata, densa di "pathos", che ci viene visivamente restituito da un
improvviso e particolare impasto di colori e luce.
(...) Allo storico dell'arte, meglio che al critico - piuttosto interessato alle
risultanze a vario titolo "immediate" - può essere utile ancora annotare (e
preme segnalare) quanto il "fare" di Ivo Bonino trovi significative
corrispondenze, almeno per ora, con rari altri percorsi artistici contemporanei.
Al di fuori e lontano dagli scontati 'giochi di ruoli' nel recente panorama
dell'arte piemontese solo pochi maestri risultano altrettanto seriamente intenti
a misurarsi con le sollecitazioni e i dilemmi, imposti da una rinnovata domanda
di "confronto con la realtà ".
Ollantay Valderrama, nato a Torino il 2 ottobre 1975 è diplomato in scultura
all'Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. Ha partecipato a simposi e
concorsi di scultura in Italia e all'estero ed ha al suo attivo numerose
collettive ed esposizioni personali.
Dal testo in catalogo:
Le ragioni anagrafiche non paiono sorprendentemente incidere in modo
determinante nel piglio sicuro con cui il giovane artista tratta la materia e
procede nella realizzazione concettuale delle sue opere. In esse, infatti,
Ollantay viene sviluppando una stringente poetica all'insegna di una intensa ed
emozionante lettura della complessità del reale. Di esso egli tende a cogliere
gli intricati e intriganti rimandi, in un gioco di pretesti materici e formali,
cha alludono ad un consapevole disegno intessuto di annotazioni visive.
(...) Da uno aguardo di insieme, infatti, le sue opere appaiono all'occhio -
'antico' e sicuramente deformato e tendenzioso dello storico dell'arte - come
pregnanti occasioni di rimando ai processi propri della visione metaforica di
età barocca, in cui l'artificio retorico è diretto ad una continua
interpretazione e reinvenzione della molteplicità di piani, di significati e di
forme derivanti dalle suggestioni del reale. Il tutto, però, riletto all'insegna
di un progetto attuale, rivolto alla ricostruzione, o quanto meno alla
rimeditazione sul destino dell'uomo, in chiave antropologica. Il suo fare
plastico, le sue sculture, paiono piuttosto rinunciare alla tradizione della
ricerca rintracciabile negli orientamenti che, per intenderci, da Michelangelo a
Moore hanno avuto a che vedere con i volumi puri. Le sue opere coniugano,
invece, la forma con le istanze della corporeità , con il dato fisico e il rinvio
diretto a significati noti: le sue maschere, che dissimulano il vuoto celato,
non lo restituiscono però in modo inerte, lo ricreano, anzi, denso di
significati.
(...) Parola e forma, quindi, si intersecano e convivono, metaforicamente
rappresentate dal fitto dialogo intessuto tra i pieni e i vuoti e tra i
differenti trattamenti materici: superfici levigate, dalla "pelle" quasi
diafana, si alternano a tessiture tracciate dai solchi irregolari della gradina,
che paiono disegnare una "terra di nessuno", fatta di luce e ombra e posta a
discrimine tra materia e spazio.
Inaugurazione: venerdì 4 ottobre 2002, ore 18.00
Orario: giorni feriali 16/19 - giorni festivi 15/19
Informazioni: Tel. 011 936.99.10 - 011 935.05.84
Ufficio stampa: Marcello Salvati
Immagine: ID sospesa - Alabastro - 18x18x20 cm.
Condove (TO), Chiesa di San Rocco, via Cesare Battisti