Il quartiere delle montagne (opere 2009-2010). 'Dai suoi depositi di segni, dai suoi accumuli/covoni di significanti esausti traspare non solo inquietudine ma certezza che dietro lo specchio nulla si agita, nulla piu' si trova'.
a cura di Chiara Gatti
Inquadrare l’opera di Bonjour attraverso antecedenti storici, quali Surrealismo, Informale segnico, poesia visiva, non agevola la lettura critica. Fare ricorso all’ermeneutica musicale sembra già più indicato, si incontrano frequentemente ritmi e fraseggi, infatti. Ma più incisivo e penetrante è forse il ricorso alla chiave letteraria: l’opera più recente di Bonjour si può leggere come trasposizione pittorica di una “Veglia di Finnegan”, coi suo erranti forethoughts…and all the lilipath ways. Narrazione per concordanze, assonanze, doppi sensi, neologismi.
O anche come trasposizione di “Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò”. Narrazione per allusioni, nonsense, trappole, riflessi. Joyce e Lewis Carroll piuttosto che Tàpies, Twombly, Mathieu, rimandi comunque obbligati, questi ultimi, per quanto attiene allo specifico modus pingendi. Mondo incantato, dunque. Non proprio. Dai suoi depositi di segni, dai suoi accumuli/covoni di significanti esausti traspare non solo inquietudine ma certezza che dietro lo specchio nulla si agita, nulla più si trova. “Nel quartiere delle montagne aleggia un silenzio da paura mentre la mano si allunga piano fra le macerie per pescare ninnoli di carta, stoffa e perline con la delicatezza di un bambino che ha paura di esplorare la credenza dei nonni. Ogni ritrovamento è una festa. E Bonjour lo mette in scatola, accumulando un souvenir sull’altro per regalarci altre fiabe. Non grandi come una montagna questa volta. Ma fiabe tascabili, diorami di un mondo superstite, delle sue città sgretolate e dei suoi depositi rupestri, fragili e terrosi, enciclopedia inesauribile del nostro tempo e di ciò che resterà.” (dalla presentazione in catalogo di Chiara Gatti)
Biografia: Nato a Cham (Zugo) il 29 agosto 1948, ma originario di Lignères (Neuchatel), dopo il liceo artistico frequentato a Torino, si diploma presso il Centro Scolastico per le Industrie Artistiche (CSIA) di Lugano nella sezione arti decorative e poi in architettura di interni. Il suo interesse per la pittura matura negli anni del liceo torinese, quando si sente in contraddizione con il metodo di insegnamento fatto di poco disegno e di scarsa informazione sull’arte moderna. A compensare tali lacune, inizia allora la frequentazione, soprattutto di sera, dello studio del maestro-pittore Arduino, affreschista e pittore romantico molto conosciuto nell’ambito culturale torinese. Nel suo studio si esercita soprattutto nella figura e nel nudo, sviluppa la tecnica del carboncino (fusain), l’uso delle luci e delle ombre.
Nel 1969 si trasferisce a Lugano dove conosce e frequenta artisti e intellettuali della cultura ticinese: Nag Arnoldi, Alberto Salvioni, Sergio Emery, Carlo Cotti nonché il critico Walter Schönenberger. Il suo primo riconoscimento pubblico avviene in occasione di una collettiva fatta a Vergiate, paese di Enrico Baj, dove la giuria – presieduta da Guttuso e da Baj – premia la sua opera. Da quel momento si dedica intensamente alla pittura, tiene le sue prime personali, e fino al 1978 espone anche fuori dai confini cantonali. Segue un lungo silenzio espositivo, interrotto solo nel 2002, durante il quale continua comunque la sua attività di pittore che, in solitudine, porta avanti attraverso i linguaggi dell’arte e le tendenze del momento: dalle ascendenze surrealistiche degli ultimi anni Sessanta agli sperimentalismi polimaterici degli anni Settanta, con ibridazioni tra pittura e scultura, che si concludono con un ritorno alla figurazione del corpo. In seguito, lentamente, la figurazione tende a sgretolarsi. Le opere diventano più gestuali e sono caratterizzate da una fitta partitura di segni che tramano la pagina pittorica creando ritmi e movenze nei quali immette un flusso temporale dentro la staticità della superficie. Oltre alla componente segnica si aggiungono sempre maggiormente i messaggi scritti che avvolgono i segni in un intreccio vorticoso. Presente nel Catalogo degli artisti contemporanei svizzeri (1981), è membro attivo di Visarte. Vive e lavora a Dino.
Inaugurazione mercoledì 17 Novembre ore 18.30
Ostrakon studio
via Moscova, 66 - Milano
Mart-sab 15.30-19.30
Ingresso libero