ORLAN aaka ORLAN. L'artista si confronta con Santa Orlan, provocatorio alter-ego che richiama l'Estasi di Santa Teresa del Bernini, opera paradigmatica del barocco romano post-tridentino. Di essa l'artista enfatizza il connubio di tensione spirituale, carica emotiva e sensualita', iniziando un lungo percorso di rilettura dell'iconografia sacra occidentale.
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a cura di Eugenio Viola
Prometeogallery di Ida Pisani inaugura, giovedì 18 novembre nella sede milanese di via Ventura e sabato 20 nella Chiesa di San Matteo a Lucca, ORLAN AAKA ORLAN a cura di Eugenio Viola.
Le questioni sull’identità, i tabù relativi l’apertura del corpo, i miti infranti di una femminilità dispersa, la sfera del pubblico e del privato, i limiti dell’arte, del linguaggio e della vita sono chiamati simultaneamente in causa dall’opera di ORLAN.
Corpo reale e corpo immaginario, corpo vissuto e corpo emozionale, corpo mistico e corpo sociale, corpo diffuso e corpo ibridato si fondono in un gioco di rimandi e autocitazioni, dove il presente dell’opera dell’artista riattualizza e ingloba sempre il proprio passato, reintegrandolo come elemento modulabile e declinabile all’infinito. Espressione di questo modus operandi è The Harlequin’s Coat, ultima operazione performance di ORLAN che segna il passaggio dall’utilizzo della chirurgia a quello delle biotecnologie come nuovo medium da esplorare. Esposte per la prima volta in assoluto nella sede milanese della galleria, una serie di foto di un lavoro iniziato nel 2007 in collaborazione col collettivo australiano dei SymbioticA e ancora in progress. L’artista ha messo in coltura alcune cellule della sua pelle, ibridate con quelle di persone di diverse razze al fine di ottenere brandelli dermici di colori differenti, per poi cucire un “mantello di Arlecchino” organico e senziente, che diviene metafora del métissage della società contemporanea in ossequio a quanto sostiene Michel Serres in Laïcité, prefazione a Le Tiers instruit, libro sul quale ORLAN aveva già costruito la sua quinta operazione chirurgica performance: Opération-opéra, che introduce come ante quem il progetto presentato.
Negli spazi della chiesa di San Matteo ORLAN - già di per sé uno pseudonimo che si è fuso indistintamente con la propria personasi confronta con Santa ORLAN, provocatorio alter ego che richiama l’Estasi di Santa Teresa del Bernini, opera paradigmatica del barocco romano post-tridentino, della quale l’artista enfatizza il connubio di tensione spirituale, carica emotiva e sensualità iniziando un lungo percorso artistico esistenziale di rilettura dell’iconografia sacra occidentale. Un recupero irriverente, blasfemo e iconoclasta della sottile carica eversiva latente nella poetica barocca e amplificato nella successiva Ré-incarnation de Sainte ORLAN, dove l’artista defunzionalizza la chirurgia estetica impiegandola al di fuori della legittimità medica come mezzo di trasformazione di e del Sé ma innanzitutto come strumento di produzione di opere.
La provocazione della carne e il rovescio del corpo cedono infine il passo all’ennesimo alter ego di OR- LAN: AAKA, espressione estrema di un nomadismo identitario costantemente sospeso tra reale e virtuale, sintomatico dell’evoluzione pluridimensionale e multimediale che caratterizza, da diversi anni, la ricerca di ORLAN.
Dal 1964 ORLAN utilizza fotografia, video, installazione, performance, scultura. Nel 1977 la sua performance Le Baiser de l’Artiste alla FIAC di Parigi fa scandalo. Nel 1982 ORLAN lancia “Art-Accès Revue”, la prima rivista di creazione contemporanea sul Minitel, antenato francese di internet. Dal 1990 al 1993 mette in scena nove operazioni chirurgiche performance, in Europa e negli Stati Uniti. Nel 2007 a seguito di una residenza presso il laboratorio artistico dei SymbioticA a Perth, in Australia, inizia a lavorare con la coltura cellulare.
Diverse le retrospettive dedicate ad ORLAN e innumerevoli le sue mostre, personali e collettive, in Europa, America e Asia. Ha partecipato a numerose Biennali d’Arte Contemporanea: Parigi, Lione, Venezia, Istanbul, Sydney, Poznan e Busan. Sue opere sono presenti in svariate collezioni pubbliche e private in Europa, negli Stati Uniti e in Asia. Per maggiori informazioni: http://www.orlan.net
Eugenio Viola ha curato Le Récit, la grande retrospettiva dedicata a ORLAN dal Musée d’Art Moderne di Saint-E- tienne Métropole, in Francia, nel 2007, l’omonima monografia (Le Récit, Ed. Charta) e ORLAN: Post-Identity Strate- gies, alla Kunsthalle di Tallinn, Estonia, nel 2008.
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curated by Eugenio Viola
Prometeogallery di Ida Pisani will be opening the “ORLAN AAKA ORLAN” exhibition, curated by Eugenio Viola, on Thursday 18 November in its Milan premises in via Ventura, and on Saturday 20 November in the church of San Matteo in Lucca.
ORLAN’s work simultaneously brings into play matters concerning identity, taboos about opening up the body, the shattered myths of a dispersed femininity, the public and private spheres, and the limitations of art, language, and life.
Real body and imaginary body, the body of emotion and experience, the mystical body and the social body, the diffuse body and the hybridised all blend together in a play of crossreferences and self quotations. Here, the present tense of the artist’s work confers new topicality on its own past, always incorporating it and reintegrating it as an element that can be infinitely modulated and rearranged. One expression of this ap- proach is The Harlequin’s Coat, ORLAN’s latest performance operation, which marks a shift from the use of surgery to that of biotechnologies as a new medium to be explored. Making its world premiere in the galle- ry’s Milan premises, we see a series of photos of a work that started in 2007 in collaboration with the Au- stralian collective SymbioticA, and that is still in progress. Into a culture dish the artist has placed some cells of her own skin hybridised with those of people of different ethnic origins, in order to obtain dermal shreds of different colours. Together, these are used to create an organic, sentient “harlequin’s coat”, as a metaphor of the melting pot of contemporary society. This pays tribute to the ideas expressed by Michel Serres in Laïcité, his preface to Le tiers instruit, a book on which ORLAN had already based her fifth surgi- cal-performance operation, Opération-opéra, introducing this project as the terminus ante quem.
In the church of San Matteo, ORLAN – which is itself a pseudonym that has fused perfectly into her own person – faces Saint ORLAN, her provocative alter ego, which recalls Bernini’s Ecstasy of Saint Theresa, a paradigmatic work of post-Tridentine Baroque Rome. She emphasises its combination of spiritual tension, emotional power and sensuality, embarking on a long artistic-existential journey to reinterpret religious ico- nography in the West. This irreverent, blasphemous and iconoclastic return to the subtly subversive power that was always latent in the Baroque poetic vision is amplified in the subsequent Réincarnation de Sainte ORLAN, in which the artist defunctionalises plastic surgery by taking it outside the realm of medical legitimacy as a means of transformation, applied by and to Self, but especially as a means for creating her
works. In the end, the provocation of the flesh and the overturning of the body give way to yet another of ORLAN’s alter egos: that of AAKA, the extreme expression of an identitary nomadism constantly poised between the real and virtual worlds. This is symptomatic of the multi-dimensional and multimedia evolution that for many years has been so much a part of ORLAN’s research.
Since 1964 ORLAN has been working with photography, video, installation, performance, and sculpture. In 1977 her Le Baiser de l’Artiste performance at FIAC in Paris caused a huge scandal. In 1982, ORLAN launched Art-Accès-Revue, the first magazine of contemporary creativity on the Minitel, France’s precursor to the Internet. From 1990 to 1993 she staged nine surgery performances in Europe and the United States. In 2007, after a residency programme at the SymbioticA art lab in Perth, Australia, she started working on cell culture.
A number of retrospectives have been devoted to ORLAN and there have been many solo and group exhibitions featuring her work in Europe, America, and Asia. She has taken part in a number of contemporary art biennials: Paris, Lyon, Venice, Istanbul, Sydney, Poznan and Busan. Her works are to be found in many public and private collections in Europe, in the United States and in Asia. For further information: http://www.orlan.net
Eugenio Viola curated Le Récit, a vast retrospective of ORLAN’s work at the Musée d’Art Moderne de Saint-Etienne Métropole, France, in 2007, and edited the monograph of the same name (Le Récit, Edizioni Charta) and ORLAN: Post-Identity Strategies at the Kunsthalle in Tallinn, Estonia, in 2008.
Opening 20 novembre 18.30 pm
Chiesa di San Matteo
piazza San Matteo, 3 - Lucca
Ingresso libero