Galleria Ostrakon
Milano
via Pastrengo , 15
331 2565640 FAX
WEB
Maurizio Aprea
dal 17/11/2010 al 9/12/2010
mart-sab 15.30-19.30

Segnalato da

Ufficio Stampa Antea




 
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17/11/2010

Maurizio Aprea

Galleria Ostrakon, Milano

Il nuovo racconto (opere 1980-2010). L'artista e' pittore, scultore su plexiglas, installatore, teorico della luce, analista della forma, indagatore della complessita' dell'individuo e raccontatore di storie. A cura di Piero Del Giudice.


comunicato stampa

a cura di Piero Del Giudice

Maurizio Aprea chiama le sue stupefacenti trasformazioni: Radiopitture, Oscillanti, Endosculture. Fisica e Arte: la luce, quando cade su una superficie previamente trattata con pigmenti o graffiata con una punta secca, produce effetti coloristici o rivela contorni di forme che mutano a seconda dell’angolo di incidenza. Se il medium è costituito da un pacchetto di lastre trasparenti (plexiglass) sapientemente ordinate, scalfite individualmente, il cambiamento del punto di vista, attuato per spostamento dell’osservatore o per lieve movimento dell’artefatto, innesca il fenomeno del morphing, massimamente fluido in quanto costituito da infiniti stati intermedi. Metafora degli infiniti stati dell’essere. “ Lui è pittore, scultore su plexiglas, installatore, teorico della luce, analista della forma, indagatore della complessità dell’individuo e raccontatore di storie: short-stories, minimali, effimere, ma ancora meravigliate dell’esistente, come in un epigono nostrano di Raymond Carver, tra metropolitano e ambientalista, realista e mitologico.

Nella seconda metà degli anni Settanta avanza in alcuni artisti appena usciti da Brera, e tra questi Maurizio Aprea - nella Milano delle lotte sociali autonome– la pretesa di nuovi linguaggi espressivi indotti più che dalla evoluzione tecnica da una necessaria nuova narrazione della realtà. Lì – in quella crisi e mutazione relazionale - comincia la via espressiva, la ragion d’essere, la leggenda, la quotidiana bottega del nostro artista: [garage intelligenti per sole biciclette, loft e studi sempre puliti, mura di lavoro cariche di prese elettriche, cavi e pannelli, luoghi dove mostra – solo all’imbrunire - opere finite ma dove non c’è traccia di materiali, non c’è segno di materia]. Se tutto è governato dalla relazione e prende senso nella relazione.

Se il gesto dell’uomo - il graffito che non teme vulnus del tempo dai primordi ad oggi - prende luce tra gli altri segni sulla lavagna trasparente della caverna polisemantica, se il messaggio è il mezzo, se la comunicazione è molteplice, se l’epifania dell’individuo assume significato e forma solo vivente in un processo construens-destruens…Come rendere in opera, in oggetto espressivo compiuto questa percezione di dati reali che si fondono con i virtuali? Si può, con un nouveau régard. Per un pittore la realtà prende senso solo dallo sguardo, solo dall’occhio, - dall’angolo visuale che è punto di vista concettuale -, da come e da dove si guarda, dai condizionamenti compulsivi e remoti dello sguardo” (dal testo in catalogo di Piero Del Giudice)

Inaugurazione giovedì 18 Novembre ore 18.30

Ostrakon studio
Via Pastrengo 15 - Milano
Mart-sab 15.30-19.30
Ingresso libero

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