Nessuno ci puo' rubare la gioia della prima intuizione. 'La prima intuizione' di Beppe Sesia, il germinale della creazione, il piacere dell'invenzione, immediatamente fissate nella progettualita' del disegno, si rinnovano costantemente nel suo lavoro da piu' di quaranta anni, in un susseguirsi di fasi avanzate che ci stupiscono per la loro freschezza e novita'.
NESSUNO CI PUO' RUBARE LA GIOIA DELLA PRIMA INTUIZIONE
a cura di
Franz Paludetto e Federica Rosso
NESSUNO CI PUO' RUBARE LA GIOIA DELLA PRIMA INTUIZIONE
J. W. Goethe
"La prima intuizione" di Beppe Sesia, il germinale della creazione, il piacere dell'invenzione, immediatamente fissate nella progettualità del disegno, si rinnovano costantemente nel suo lavoro da più di quaranta anni, in un susseguirsi di fasi avanzate che ci stupiscono per la loro freschezza e novità . Ne sono riprova i collages ed i disegni che appaiono in questa mostra, appartenenti agli anni compresi tra il 1998 e oggi: per lo più composti da ritagli da fogli di carta stagnola coloratissima e riflettente, e tessiture cromatiche eseguite a biro. Con essi Sesia costruisce, o meglio decostruisce, immagini fotocopiate da quadri celebri, associando il mezzo meccanico di riproduzione dell'immagine alla manualità dell'assemblaggio sia delle carte ritagliate, sia della grafia reticolare sovrapposta. Ne risultano opere che si inseriscono a pieno diritto nel gusto attuale per i cartoni animati, per i manichini, per i giocattoli, e che permane nell'arte contemporanea dagli anni ottanta.
In questi collages e nei disegni paiono condensarsi le diverse fasi del precedente suo lungo iter: il periodo informale degli anni sessanta; le opere geometrico-modulari degli anni settanta-ottanta; gli assemblaggi di piccoli oggetti di trash urbano ricoperti da colature di pigmenti cromatici degli anni novanta. Poiché Beppe Sesia nella storia torinese, possiede una sua precisa fisionomia attestata da numerose mostre personali agli inizi degli anni settanta in importanti gallerie del periodo, quali Christian Stein, LP 220, Il Punto. L'uso del collage in carta stagnola, nel quale è abilissimo, risale addirittura ai primi anni sessanta, come testimoniano i bellissimi quadri astratto-informali, ove una griglia modulare lascia trasparire "formazioni informi".
Nelle opere esposte, il processo inventivo verte su uno spostamento ionico, su di una finzione ludica generatrice di fascinazione. Sesia opera su note immagini di largo consumo culturale, quali i ritratti leonardeschi della dama dell'ermellino e di Ginevra Benci, icone di massa di sicuro impatto visivo e percettivo. Un altro soggetto affianca la serie dei "ritratti" divenendone poi complemento: una sequenza di Teschi costruiti con brillanti ritagli di carta stagnola, tragicamente allusivi. Le relazioni mentali, divenute qui linguistiche, corrono su di un versante duro e d'urto, che ne rinnova l'impatto.
Mirella Bandini
Nell'immagine: 'Afrodite', 1998.
Inaugurazione Sabato 5 ottobre 2002 - alle ore 18.30
Orari: dal martedì al sabato 16.30-19.30, mattino su appuntamento
41 artecontemporanea S.n.c. di Federica Rosso &C.
Via Mazzini 41, 10132 Torino, Tel/Fax 011.812.95.44