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26/11/2010

Bi7 - Biennale dell'Immagine

Diverse sedi, Chiasso

Rassegna internazionale di fotografia, arti dell'immagine, cinema e video. Questa settima edizione e' dedicata all'introspezione. Otto eventi espositivi disseminati in diversi luoghi di Chiasso, tra cui 'Chi siamo / About us' allo Spazio Officina; 'Sergio Libis' al m.a.x museo; un progetto di arte pubblica di 'Matteo Balduzzi' e una trentina di stampe vintage di Mario Cresci alla Galleria Cons Arc.


comunicato stampa

Chi siamo / about us

La manifestazione Biennale dell’immagine (Bi7) è una rassegna culturale focalizzata sull’arte fotografica e sulle arti visive contemporanee, tra cui videoarte e cinema, organizzata e promossa dal Dicastero Cultura e dal Dicastero Servizi e attività sociali del Comune di Chiasso, in collaborazione con la Galleria Cons Arc, e con il coinvolgimento di altre realtà del territorio. La rassegna si articola in 8 eventi espositivi disseminati in diversi luoghi di Chiasso, fra cui il m.a.x. museo e lo Spazio Officina.

Affermatasi nell’arco di sette edizioni come uno dei più originali appuntamenti del genere in Svizzera e in Europa, Bi7 è oggi divenuta un irrinunciabile punto d’incontro, tra le più innovative esperienze creative in questo campo. Nelle sue diverse edizioni la Biennale dell’immagine ha sempre fatto uno sforzo particolare per cercare di intercettare lo spirito del tempo, ponendosi come occasione di riflessione sulle questioni che caratterizzano il nostro vivere contemporaneo.
Ha quindi affrontato tematiche legate ai “confini”, alla “globalizzazione” alle “invasioni” e alla “geografia dell’invisibile”.

Questa settima Biennale è dedicata ad una introspezione sul nostro essere: CHI SIAMO/ABOUT US.

Le mostre principali:

Chi siamo / About us
a cura di Guido e Daniela Giudici
Spazio Officina
Via Dante Alighieri, 4 Chiasso
Inaugurazione sabato 27 novembre, ore 18.30
Orari: mar-sab 15-18, don 10-18, Chiuso il lunedi
Biglietti: CHF. 5, Euro 3

La mostra, in cui il tema dell’esposizione (che ne è anche il titolo), è allestita presso lo Spazio Officina. Si è detto per lungo tempo che le tecnologie informatiche avrebbero portato verso una progressiva smaterializzazione del corpo, verso un’astrazione che avrebbe reso superflua ogni fisicità, in un orizzonte in cui lo spazio viene annullato e il tempo unificato. Invece ci accorgiamo che il modello economico nel quale viviamo si caratterizza proprio per il suo intreccio con le vite degli esseri umani, agisce sul corpo nella sua globalità, ne coinvolge le componenti biologiche, la dimensione mentale, relazionale, affettiva. La produzione immateriale ha più che mai bisogno del corpo fisico; ai flussi digitali si contrappongono i luoghi territoriali.
E mentre la scienza e la medicina spingono sempre più in là il confine tra la vita e la morte e sconvolgono ciò che è stato fin qui considerato un dato di natura, sulla scena mediatica assistiamo a un’ipertrofia della visibilità, che mescola continuamente sesso e potere, vita privata e pubblica, intimità e spettacolo e che non esita a macinare nel suo gioco i temi più delicati e sensibili. Una sovraesposizione alla quale però non corrisponde una maggiore conoscenza della sostanza: nel corpo resta l’ignoto, la sua lettura resta opaca, la sua memoria negata. Chi meglio della fotografia può cercare di rappresentare questa complessa realtà? Chi siamo/About us raccoglie gli sguardi di 12 fotografi e performance di video arte che, con approcci diversi, si interrogano sul nostro essere nel mondo.

Che sia il corpicino contratto di un neonato (Luigi Gariglio: Just born) che come un lottatore ferito urla lo sforzo dell’affacciarsi alla vita o il volto serio di un adolescente (Nicolas Savary: L’age critique) dentro gli spazi dell’istituzione preposta alla sua educazione, che sia il grandioso teatro della medicina (Pino Musi: Hybris) un attimo dopo che tutti gli attori hanno lasciato la scena o la normalità slabbrata del sesso a pagamento (Jacek Pulawski: “Quadrantaria” in Ticino), che sia il gioco dei codici dell’abbigliamento trasformato in stile di vita (Camilla Micheli: Itaku -italian cosplay-) o l’elaborazione di una perdita (Moira Ricci: Lo sguardo retrospettivo della madre), ogni volta la fotografia ferma lo sguardo (Edo Bertoglio: Ladies), riafferma una fisicità laddove tutto sembra flusso (Aline D’Auria: “Se le dicessi” ; Rineke Dijkstra: Ritratti), reinterpreta il corpo come spazio di sperimentazione (Luisa Figini: Il sonno, Reto Albertalli: Sleepless), come cantiere di conoscenza (Gian Paolo Minelli: Zona Sur/Barrio Pietra Buena).
L’esposizione beneficia del sostegno di Pro Helvetia.

SERGIO LIBIS. Fotografo a Milano 1956-1995
a cura di Alberto Bianda e Nicoletta Ossanna Cavadini
m.a.x. museo
Via Dante Alighieri, 6 Chiasso
Inaugurazione sabato 27 novembre ore 17.30, sarà presente Oliviero Toscani
Orari: mar-dom 10-12 e 15-18, Chiuso il lunedì
Biglietti: CHF 8, Euro 5, ridotto Chf 5, Euro 3
Tel +4191 682 56 56 www.maxmuseo.ch info@maxmuseo.ch

Sul tema Chi siamo/about us, molto pertinente risulta essere il “focus” sulla figura del fotografo svizzero Sergio Libis, che si trasferisce a Milano nel 1956 grazie alle sollecitazioni e all’amicizia di Max Huber; a Sergio Libis fotografo a Milano 1956-1995 è dedicata la mostra proposta nella nuova struttura afferente al Centro Culturale Chiasso: il m.a.x. museo.
Nella capitale lombarda degli anni ferventi del secondo dopoguerra egli lavora come fotografo nell’ufficio pubblicitario de “la Rinascente” dove si distingue per la grande capacità creativa ed innovativa. Nel 1962 apre il suo studio professionale dedicandosi alla fotografia still life, al ritratto, alla moda e all’immagine pubblicitaria in generale. Di grande immediatezza e sorprendente freschezza sono le sue campagne fotografiche commissionate da Olivetti, Pirelli, Alfa Romeo, Giorgio Armani e Prenatal, che lo vedono artefice come un regista sul set. Negli stessi anni le sue copertine per la rivista Annabella e i suoi manifesti entrano a far parte della memoria collettiva di un’epoca.
Esposti in mostra più di un centinaio di fotografie a grande formato, manifesti e una interessante selezione di materiali elaborati fra il 1956 e il 1995, anno in cui Libis cessa l’attività professionale. Una sala dell’esposizione è dedicata ai materiali fotografici provenienti dall’archivio di Max Huber (1919-1992) che testimoniano l’amicizia fra i due. Il catalogo che accompagna l’esposizione è curato da Nicoletta Ossanna Cavadini e Alberto Bianda con saggi di Claude Lichtenstein, Walter Binder, Nanni Baltzer e un’introduzione di Oliviero Toscani. Edito da Gabriele Capelli Editore di Mendrisio, il volume pubblica per la prima volta un’ampia documentazione di immagini del fotografo svizzero, con testi in italiano e tedesco, 24x30, pp. 272, al prezzo di CHF 85.- / € 62.- Il catalogo è stato realizzato con il sostegno dell’Ufficio Federale della Cultura e del Dipartimento Cultura Educazione e Sport del Cantone Ticino.

Le altre mostre e gli eventi:

La particolarità della Biennale dell’Immagine di Chiasso è la diffusione di eventi sul territorio in collaborazione con Gallerie private e Associazioni, con l’obiettivo anche di riaprire, per l’occasione, un luogo “storico” della cittadina di confine.
Infatti, dopo l’edificio ex Calida, l’ex garage Corso e lo stabile ex Polizia, l’Associazione "Culture in Movimento" ha invitato Matteo Balduzzi a stendere un progetto di arte pubblica che troverà spazio presso l'ex bar Las Vegas. Con Il tema “l’Età dell’oro” gli organizzatori coinvolgono gli abitanti a rileggere gli anni '60 e '70, quelli del mitico boom economico, attraverso le foto di famiglia e i racconti di chi ha vissuto la Chiasso dell’epoca. Immaginato e costruito espressamente per la cittadina di confine, il progetto in questi mesi ha già cominciato a vivere sui media locali, che hanno condiviso le finalità dell'iniziativa proponendo immagini, interviste, commenti, racconti romanzati e coinvolgendo la popolazione in una narrazione collettiva che non ha nulla di nostalgico ma che propone invece, col linguaggio dell'arte contemporanea, una rilettura inusuale di quegli anni tanto mitizzati. "L'Età dell'oro" diventa così un grande album di famiglia collettivo, un album fatto dalle persone, con i racconti privati e le varie immagini: una storia comune che ci aiuta a riflettere su chi siamo e, forse, a capire dove andiamo.

Il percorso della manifestazione continua con “la scelta del sud” una preziosa esposizione di stampe “vintage” di Mario Cresci alla Galleria Cons Arc, che presenta una trentina di opere realizzate da uno dei più rappresentativi maestri contemporanei della fotografia in Italia. Le fotografie, scattate negli anni ’70 e stampate dall’autore, rappresentano una selezione di immagini delle ormai famose serie di “Interni”, “Interni mossi” e “Ritratti reali” realizzati da Cresci in Basilicata.

Carlo Merello propone i suoi lavori alla Galleria Mosaico di Chiasso con una mostra dal titolo: Vuoti a perdere che, “muovendo dalla fisiognomica dell’umano, arriva a radiografare le tracce e a registrare le voci virtuali di ambienti di lavoro silenti, luoghi dell’assenza, di diversa tipologia e destinazione, da tempo disattivati o abbandonati. Si tratta di lavori, assimilabili sovente alla modalità del dittico, che accostano alla parte fotografica digitale un’incisione, su cristallo, di tavole anatomiche dell’Ottocento, il cui disegno impercettibile, opportunamente illuminato, è leggibile nell’ombra proiettata sul fondo, lievemente discosto, di carta bianca”.

Igor Ponti, uno dei giovanissimi autori ticinesi presenti in questa edizione della Biennale, è ospite negli spazi del laboratorio Bianco e Nero Al confine a Chiasso, con il suo lavoro Chronicles of Chocolate Country nel quale, viaggiando sul territorio elvetico annota situazioni con “l’intenzione di fotografare, spinto dalla narcisistica convinzione di far conoscere una realtà nascosta al di là dei classici luoghi comuni sulla Svizzera”.

Una più diretta raffigurazione del corpo umano ci viene proposta da Daniela Droz che espone parte del suo lavoro presso Demosmobilia di Chiasso, dove il tema fondamentale è “Il corpo come teatro in cui viene messo in scena il tentativo dell’io di sfuggire alla costrizione biologica della propria predeterminazione per dare forma a se stesso.” (dal testo di presentazione di Elio Schenini).

Tra gli incontri e gli eventi correlati alla manifestazione, il Cine Club del Mendrisiotto si presenta per la prima volta nell’ambito della Biennale dell’Immagine, proponendo al Cinema Teatro di Chiasso una rassegna di 5 film molto diversi (UN'ORA SOLA TI VORREI di Alina Marazzi, ME AND YOU AND EVERYONE WE KNOW di Miranda July, THE WRESTLER di Darren Aronofsky, WOLKE 9 di Andreas Dresen, ZELIG di Woody Allen) che parlano in modo poco convenzionale di storia e di memoria, di amore e di sesso, della società e delle sue regole, con una trama di sorprendenti rimandi e collegamenti riferiti alle mostre presentate nell’ambito delle manifestazioni dedicate al tema: Chi siamo/about us.

Tutta la documentazione e le testimonianze delle diverse esposizioni sono raccolte in un catalogo riassuntivo intitolato appunto: Chi siamo/about us, curato dal Comitato Biennale dell’Immagine, edito da Gabriele Capelli Editore di Mendrisio. Cofanetto 17x24 con due voll., pp. 96 e pp. 48, CHF. 35.- / € 25.- Il catalogo è stato realizzato con il sostegno dell’Ufficio Federale della Cultura e del Dipartimento Cultura Educazione e Sport del Cantone Ticino.

Immagine: Camilla Micheli, David Gnomo, 2007. Dalla serie Itaku -Italian Cosplay

Per informazioni e materiale per la stampa:

Serenella Costa Valle
responsabile PR
m.a.x. museo
tel. +41(0)91 682.56.56
gsm +41(0)79 962.80.70
serenella.valle@chiasso.ch

uessearte
via Natta 22 - 22100 Como
tel. +39.031.269393
fax +39.031.267265
info@uessearte.it

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