La nuova mostra di Uccio Biondi da Spaziotempo a Firenze e' nel segno di Leo Ferre', indimenticabile cantore dell'Anarchia, punto di riferimento per le coscienze critiche e non allineate che quotidianamente si interrogano, ma non si perdono, di fronte al disastro politico e istituzionale nell'Italia di oggi.
La nuova mostra di Uccio Biondi da Spaziotempo a Firenze è nel segno di Leo
Ferré, indimenticabile cantore dell'Anarchia, punto di riferimento per le
coscienze critiche e non allineate che quotidianamente si interrogano, ma non si
perdono, di fronte al disastro politico e istituzionale nell'Italia di oggi. Non
a caso i suoi quadri recenti risultano dominati dal rosso e dal nero e, nei
titoli come nelle parole sparse all'interno della superficie dipinta, richiamano
un mondo che solo gli ingenui e gli sprovveduti ritengono finito.
C'è
indubbiamente un che di romantico nella modalità usata da Biondi, in quel
riemergere di vecchi e cari fantasmi che non abbandona mai la sua mano
spingendola al limite della commozione, comunque alla ricerca di empatia: la
ricorrente immersione di un concetto universale dentro un particolarismo
biografico che muove dalla conoscenza del proprio vivere quotidiano; la
coesistenza di più piani pittorici attraversati da un senso di precarietà subito
visibile (lo scotch da pacchi con su scritto Fragile) oppure mimetizzata (il
frequente ricorso alla calligrafia personale, corsiva e diaristica) a confondere
ulteriormente il piano dell'immagine con quello della poesia.
Biondi si serve di
stili molto diversi e li può utilizzare comunque nella stessa opera: una pittura
a campiture larghe, tendenti alla monocromia, e immagini ben definite, persino
dal taglio fotografico; una gestualità non scevra dall'improvvisazione e il
ritmo preordinato della ripetizione seriale. Comune denominatore dei suoi nuovi
lavori è il corpo: una fisicità che può assumere fisionomie ancestrali, materne,
luogo di ossessione privata del poeta/artista desiderante, per poi immergersi
nella fruizione collettiva del corpo così come viene trasmessa dalle icone
pubbliche del cinema (numerose citazioni che vanno dai suoi film e attori di
culto, dall'Anna Karina di Godard alla giovanissima Liv Tyler di Bertolucci),
della televisione, della pubblicità .
Nel tentativo di rintracciare un filo rosso (o nero, in onore all'Anarchia)
nell'intero percorso del nostro artista scopriamo un incessante bisogno di
libertà e questa cosa non può che far bene. A lui che dipinge, a noi che
guardiamo.
Inaugurazione giovedì 10 ottobre 2002 alle ore 18,00
Orario: tutti i giorni 10,30/13 ~ 16/19,30 chiuso i festivi e lunedì
Immagine: Uccio Biondi, "Sottana della Taranta".
Centro d'arte Spaziotempo
piazza Peruzzi 15 r
50122 Firenze