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Uccio Biondi
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9/10/2002

Uccio Biondi

Spaziotempo, Firenze

La nuova mostra di Uccio Biondi da Spaziotempo a Firenze e' nel segno di Leo Ferre', indimenticabile cantore dell'Anarchia, punto di riferimento per le coscienze critiche e non allineate che quotidianamente si interrogano, ma non si perdono, di fronte al disastro politico e istituzionale nell'Italia di oggi.


comunicato stampa

La nuova mostra di Uccio Biondi da Spaziotempo a Firenze è nel segno di Leo Ferré, indimenticabile cantore dell'Anarchia, punto di riferimento per le coscienze critiche e non allineate che quotidianamente si interrogano, ma non si perdono, di fronte al disastro politico e istituzionale nell'Italia di oggi. Non a caso i suoi quadri recenti risultano dominati dal rosso e dal nero e, nei titoli come nelle parole sparse all'interno della superficie dipinta, richiamano un mondo che solo gli ingenui e gli sprovveduti ritengono finito.

C'è indubbiamente un che di romantico nella modalità usata da Biondi, in quel riemergere di vecchi e cari fantasmi che non abbandona mai la sua mano spingendola al limite della commozione, comunque alla ricerca di empatia: la ricorrente immersione di un concetto universale dentro un particolarismo biografico che muove dalla conoscenza del proprio vivere quotidiano; la coesistenza di più piani pittorici attraversati da un senso di precarietà subito visibile (lo scotch da pacchi con su scritto Fragile) oppure mimetizzata (il frequente ricorso alla calligrafia personale, corsiva e diaristica) a confondere ulteriormente il piano dell'immagine con quello della poesia.

Biondi si serve di stili molto diversi e li può utilizzare comunque nella stessa opera: una pittura a campiture larghe, tendenti alla monocromia, e immagini ben definite, persino dal taglio fotografico; una gestualità non scevra dall'improvvisazione e il ritmo preordinato della ripetizione seriale. Comune denominatore dei suoi nuovi lavori è il corpo: una fisicità che può assumere fisionomie ancestrali, materne, luogo di ossessione privata del poeta/artista desiderante, per poi immergersi nella fruizione collettiva del corpo così come viene trasmessa dalle icone pubbliche del cinema (numerose citazioni che vanno dai suoi film e attori di culto, dall'Anna Karina di Godard alla giovanissima Liv Tyler di Bertolucci), della televisione, della pubblicità.

Nel tentativo di rintracciare un filo rosso (o nero, in onore all'Anarchia) nell'intero percorso del nostro artista scopriamo un incessante bisogno di libertà e questa cosa non può che far bene. A lui che dipinge, a noi che guardiamo.

Inaugurazione giovedì 10 ottobre 2002 alle ore 18,00

Orario: tutti i giorni 10,30/13 ~ 16/19,30 chiuso i festivi e lunedì

Immagine: Uccio Biondi, "Sottana della Taranta".

Centro d'arte Spaziotempo
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