Fabio Mauri
Giorgio Chirico
Valerio Adami
Mario Ceroli
Sandro Chia
Gino De Dominicis
Natham
Mario Schifano
Roberto Alberton
Silvia Pegoraro
'Un maestoso silenzio' e' una mostra che racconta il percorso creativo di Giorgio de Chirico attraverso 90 opere - 70 dipinti, e una ventina tra disegni, acquerelli e inchiostri - realizzate nella prima meta' del Novecento. 'Gli specchi dell'enigma' propone i lavori di 15 artisti contemporanei, fra cui Adami, Ceroli, Chia, De Dominicis e Schifano, che hanno reso omaggi piu' o meno espliciti a de Chirico e alla sua poetica. La personale di Fabio Mauri, 'Un sognatore della ragione' presenta 9 grandi installazioni che rielaborano le traumatiche esperienze della guerra vissute dall'artista realizzando una sorta di fermo immagine di vicende umane.
Giorgio de Chirico
Un maestoso silenzio
a cura di Roberto Alberton e Silvia Pegoraro
Dal 3 dicembre 2010 al 27 febbraio 2011, le Scuderie del Castello di Miramare di Trieste ospiteranno una mostra che racconta il percorso creativo di Giorgio de Chirico (Volos, 1888 - Roma, 1978).
L’iniziativa, promossa da Galatea Arte Associazione Culturale, organizzata da Tadino Arte Contemporanea, in collaborazione con la Soprintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici del Friuli Venezia Giulia, curata da Roberto Alberton e Silvia Pegoraro, presenta 90 opere - settanta dipinti, e una ventina tra disegni, acquerelli e inchiostri - realizzate nella prima metà del Novecento da uno dei maestri assoluti dell’arte contemporanea.
Il percorso espositivo prende avvio dagli anni Dieci del XX secolo, con capolavori quali La grande Tour del 1915, Enigma della partenza del 1914, Tempio di Apollo a Delfi del 1909-1910, o Vaso di Crisantemi del 1912. Proprio quello della piazza rappresenta uno dei temi cardine della Metafisica. De Chirico libera questo spazio, tradizionalmente luogo d’incontro, e lo rende vuoto, quasi irriconoscibile, dove il passato e il presente s’intrecciano dando vita a un tempo sospeso, fino a diventare un palcoscenico popolato da Muse, Manichini, Statue, Oracoli, Arianne.
In quegli anni, l’artista inseguiva un nuovo linguaggio che si differenziasse dagli stilemi impressionisti o dalle nuove ricerche cubiste e futuriste, e che lo portasse a una originale rappresentazione e a sintetizzare le suggestioni provenienti dalla cultura classica della natia Grecia, e dalla scoperta del pensiero di Nietzsche e Schopenhauer.
Nei suoi intenti, che anticiparono con rigore quegli elementi che sono alla base dell’espressività contemporanea, c’è il rifiuto dell’antropomorfismo, che consisteva come affermava lo stesso de Chirico, “nel sopprimere completamente l’uomo come punto di riferimento, come mezzo per esprimere un simbolo, una sensazione o un pensiero”, che ha guidato l’arte fino agli inizi del XX secolo.
Infatti, de Chirico pone l’uomo, non come forma, al centro dei propri lavori. Se gli Impressionisti “fotografano” il mondo esterno come loro appare, se Picasso delinea un nuovo spazio non più prospettico e i Futuristi il moto universale, a lui preme rappresentare quelle sensazioni interiori che sono la linfa vitale dell’animo umano.
Dal palcoscenico delle sue piazze de Chirico prende oggetti reali, togliendo loro ogni funzione reale; struttura così un nuovo linguaggio, ovvero la Metafisica, che ha sì dato avvio al Surrealismo e ai suoi sviluppi, ma che si pone anche alla base di molte ricerche contemporanee.
De Chirico ha ampliato la propria indagine metafisica negli anni Venti e Trenta, mutando totalmente l’iconografia classica delle piazze, per giungere a felici invenzioni quali gli Archeologi, i Gladiatori, i Mobili nella valle o i Bagni misteriosi. Il percorso espositivo darà conto di questa evoluzione attraverso un nucleo di opere di questo periodo, come una Figura femminile del 1922, Interno metafisico e Gli archeologi del 1925, Mobili nella valle del 1927, oltre a Cavalli sulla Spiaggia del 1928, Gladiatori (La Lutte), Cavalli e Dioscuri e Vita silente del 1929, Cavalli in riva al mare del 1930, Ettore e Andromaca del 1935 e si chiuderà con alcune opere particolarmente significative degli anni ’40 e ’50.
Catalogo Silvana Editoriale.
L’esposizione dedicata a Giorgio de Chirico è parte del progetto Dalla Metafisica all’Arte che, fino al 27 febbraio 2011, vede le Scuderie del Castello di Miramare, ospitare la personale di Fabio Mauri, Un sognatore della ragione che presenta 9 grandi installazioni - come Linguaggio è guerra del 1975, I numeri malefici del 1978, Cina ASIA Nuova del 1996 e Rebibbia del 2006 - tra le più importanti mai realizzate dall’artista romano che, rielaborando le proprie traumatiche esperienze degli anni dell’adolescenza e della guerra, viene a concretizzare la storia nelle cose realizzando, come in un grandioso fermo immagine, di densa drammaticità e rara bellezza, le vicende umane.
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Gli specchi dell'enigma
Artisti intorno a De Chirico
Al Castello di Miramare, invece, è allestita la mostra Gli specchi dell’enigma. Artisti intorno a De Chirico. Le opere di 15 artisti italiani contemporanei, quali Adami, Ceroli, Chia, De Dominicis, Nathan, Schifano e altri, dialogano con de Chirico e con le sue invenzioni, attraverso omaggi più o meno espliciti alla sua poetica. Sono personalità molto diverse tra loro, ma nel loro lavoro pare riecheggiare quella ‘vocazione’ metafisica, individuata dallo stesso de Chirico nell’arte italiana di tutti i tempi. “E il magistero del nostro artista - afferma la curatrice, Silvia Pegoraro - sembra tanto più incisivo e presente quanto più inclassificabile e impossibile da rinchiudere nella gabbia di uno schema. Perché, come scrive Alain Jouffroy, De Chirico è “un grande maestro che non ha seguaci. […] Impedisce che intorno a lui si lascino cristallizzare certezze, opinioni, mode pericolose”. Tutti gli artisti qui presenti sembrano dunque dialogare – sempre in modo diverso e particolare – con qualche aspetto della poetica di de Chirico, e nello stesso tempo con il Genius loci del Castello di Miramare, affascinante e “spaesante” contesto, a suo modo alquanto dechirichiano”.
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Fabio Mauri
Un sognatore della ragione
L’esposizione presenta 9 grandi installazioni, tra le più importanti mai realizzate dall’artista romano, come Linguaggio è guerra del 1975, I numeri malefici del 1978, Cina ASIA Nuova del 1996 e Rebibbia del 2006.
Dal 3 dicembre 2010 al 27 febbraio 2011, alle Scuderie del Castello di Miramare di Trieste si tiene la mostra, in omaggio a Fabio Mauri (1926-2009), “Un sognatore della ragione” che presenta una serie di grandi installazioni, tra cui opere storiche quali Linguaggio è guerra del 1975, I numeri malefici del 1978, oltre alla più recenti Cina ASIA Nuova, 1996 e Rebibbia del 2006.
L’iniziativa, curata da Roberto Alberton e Studio Fabio Mauri (associazione per l’arte Esperimento del mondo), organizzata da Tadino Arte Contemporanea in collaborazione con la Soprintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici del Friuli Venezia Giulia, è parte del progetto “Dalla Metafisica all’Arte” che, fino al 27 febbraio 2011, vedrà le Scuderie del Castello di Miramare ospitare anche l’esposizione che racconta il percorso creativo di Giorgio de Chirico (Volos, 1888 - Roma, 1978).
L’esposizione riveste un grande significato simbolico, tenendosi nella città in cui si trovava la Risiera di San Sabba, un lager nazista, l’unico in Italia ad avere un forno crematorio, utilizzato per il transito, la detenzione e l’eliminazione di un gran numero di detenuti, prevalentemente prigionieri politici.
La giovinezza di Mauri, infatti, è stata profondamente segnata dalle vicende del Fascismo e della seconda guerra mondiale, in un paese dilaniato, dove molti amici e compagni scomparvero nel gorgo del conflitto e dei campi di sterminio.
Tutta la poetica di Mauri, di altissimo valore etico ed estetico, si muove come in un flusso ininterrotto di immagini che dallo “schermo” della storia avvolgono lo spettatore. Non a caso le prime opere di Mauri, verso la fine degli anni Cinquanta, sono tele monocrome, per lo più bianche, a volte increspate, chiamate appunto Schermi. Lo “schermo” non è la ricerca di uno spazio pittorico puro nel quale lasciare la propria impronta, ma è inteso come una scatola magica, una sorta di monitor della storia. Per Mauri, nei primi anni Cinquanta, la “Stor ia” è quella della seconda guerra mondiale, ancora presente e attuale in lui, tragica parafrasi dell’esistere, da cui trarre grandiose immagini, come il famoso Muro occidentale o del Pianto, una delle sue opere più importanti e conosciute, composto da un gran numero di valigie e bauli degli anni Trenta e Quaranta, che recano etichette di viaggi, hotel, proprietari, memorie di vite passate che riacquistano una drammatica presenza.
O come il “muro” di moderne valigie di metallo costruite in Asia, che nell’opera Cina ASIA Nuova serve d a schermo per riproporre i fatti di Piazza Tienanmen a Pechino e le successive esecuzioni. O ancora, Rebibbia, grande cassettiera del vecchio carcere di Rebibbia a Roma in cui venivano custoditi gli oggetti personali di chi entrava in carcere, su cui Mauri proietta un filmato, come se la storia prendesse nuovamente corpo e forma.
Come diceva lo stesso Mauri, “Che cosa è l’arte non lo so dire, ma che cos’è un’opera d’arte sì. È un luogo d’identità. È il luogo d’identità per eccellenza, è la storia entro la quale si colloca il nostro esistere e dunque l’opera si ha nel momento in cui la storia e il nostro esistere prendono corpo e sostanza in un’immagine, anzi in un “fermo immagine”, che contestualizza l’essere e la storia”.
Trieste, novembre 2010
Informazioni: Tadino Arte Contemporanea tel. 02 36568821
Immagine: Fabio Mauri, Insonnia per due forme contrarie di universo
Ufficio stampa CLP Relazioni Pubbliche
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Inaugurazione giovedì 2 dicembre ore 17,30
Scuderie del Castello di Miramare
viale Miramare Trieste
Orari: tutti i giorni, dalle ore 9.00 alle ore 19.00; chiusura biglietteria un'ora prima.
Biglietti: Intero: Euro 8,00; Ridotto: Euro 6,00 (Per gruppi di almeno 15 persone, visitatori oltre i 65 anni, minori da 11 a 18 anni, studenti fino a 26 anni (con tesserino universitario), militari;
Gratuito (per minori di 10 anni, portatori di handicap, un accompagnatore per ogni gruppo, due accompagnatori per ogni gruppo scolastico, un accompagnatore per disabile che presenti necessità, giornalisti iscritti all'albo).