The show must go on, ideato e diretto da Jerome Bel; Motus, Splendids, ispirato a Jean Genet. La stagione teatrale 2002/2003 del CRT Centro di Ricerca per il Teatro di Milano si apre allinsegna di un evento che segna linizio della collaborazione tra il CRT e il Teatro del Buratto: Ouverture presentera' le punte più avanzate della sperimentazione italiana e internazionale del teatro e della danza.
12 ottobre 2002
CRT Teatro dellArte
ore 20.45
The show must go on
ideato e diretto da Jérome Bel
13-15 ottobre 2002
Grand Hotel Verdi
ore 20/22 feriali; 17/19.30 festivi
Motus
Splendids
ispirato a Jean Genet
La stagione teatrale 2002/2003 del CRT Centro di Ricerca per il Teatro
di Milano si apre allinsegna di un evento che segna linizio della
collaborazione tra il CRT e il Teatro del Buratto: Ouverture (dal 12 al
15 ottobre 2002) presenterà le punte più avanzate della sperimentazione
italiana e internazionale del teatro e della danza.
Il teatro di narrazione e impegno civile delle giovani e consolidate
formazioni italiane costituiscono inoltre il fulcro della riflessione
che il CRT e il Teatro del Buratto svolgerà nno insieme durante questa
stagione allinterno di SEQUENZE Consorzio Poliscena: CRT/Teatro del
Buratto.
Jérome Bel, uno dei coreografi più geniali e discussi del momento, con
lo spettacolo The show must go on, che è un manifesto di vitalità , nel
quale Jerome Bel focalizza alcuni momenti e situazioni spettacolari
(danza, musica, cinema, suggestioni pop) e di ricomporli in modo del
tutto originale e creativo.
Motus, una delle compagnie più apprezzate in Italia e allestero,
ispirandosi al testo di Jean Genet, porta sulla scena Splendids. Un
indagine sulle emozioni e le suggestioni di un gruppo di malviventi
barricati allinterno dellHotel Splendids, che dà vita ad un gioco
al massacro, ad una lotta (si materializza in una danza macabra) che
scardina le convenzioni borghesi, sviluppa il desiderio di ogni essere
umano a passare laltra sponda, del crimine, della diserzione, della
debolezza.
Lo spettacolo a Milano avrà la splendida e insolita cornice del Grand
Hotel Verdi, in via Melchiorre Gioia 6; gli spettatori, assediati
nellalbergo insieme alla banda, assisteranno allinterno della suite
allo svolgersi degli eventi. Attori e pubblico calati allinterno di una
atmosfera tesa, a tratti drammatica e di suspance, dove i ruoli di
vittima e carnefice si scambiano continuamente in un gioco voyeristico
che cattura e affascina.
Consorzio Poliscena: CRT/Teatro del Buratto
12 ottobre 2002
CRT Teatro dellArte
ore 20.45
Jérôme Bel
The show must go on
PRIMA NAZIONALE - UNICA DATA ITALIANA
ideazione e regia Jérôme Bel
con Eric Affergan, Sonja Augart, Olga de Soto, Herman Diephuis, Juan
Dominguez, Dina ed Dik, Gilles Gentner, Marie-Louise Gilcher, Claire
Haenni, Benoit Izard, Cuqui Jerez, Aldo Lee, Henrique Neves, Carlos Pez,
Esther Snelder, Frédéric Seguette, Amaia Urra, Peter Vandenbempt, Hester
van Hasselt, Simon Verde
musica Leonard Bernstein, Galt Mac Dermott, David Bowie, John Lennon and
Paul Mac Cartney, Erick "More" Morillo and M. Quashie, Lionel Richie,
Mark Knopfler, A.Romero Monge and R. Ruiz, Nick Cave, J. Horner,
W.Jennings, Louiguy, Edith Piaf, Paul Simon, The Police et Hugh Padgham,
George Michael, Norman Gimbel and Charles Fox, Queen
assistenti alla regia Frédéric Seguette, Olga de Soto
casting Barbara Van Lindt, Jérôme Bel
direzione tecnica Gilles Gentner
amministratrice di compagnia Rebecca Lee
produzione Théâtre de la Ville (Paris), Gasthuis (Amsterdam), Centre
Chorégraphique National Montpellier Languedoc-Roussillon, Arteleku
Gipuzkoako Foru Aldundia (Donostia-San Sebastián), R.B. (Paris)
R.B. riceve il supporto di Direction régionale des affaires culturelles
dIle-de-France-Ministère de la Culture et de la Communication e di
AFAA-Association Française dAction Artistique-Ministère des Affaires
étrangères per le tournée internazionali
in collaborazione con il Centre Culturel Français Milan - DBM Danza
Bacino Mediterraneo
biglietto intero 18 euro
ridotto 13 euro
Nei suoi 90 minuti di celebrazione di musica, danza e buonumore, Jerome
Bel laconicamente propone una serie di complesse questioni intorno
allarte, a come funziona e a cosa serve.
In un allestimento minimale davvero singolare, Bel ha un DJ che mette
pezzi famosi dei decenni passati: David Bowie, Mark Knopfler, West Side
Story, Queen, Edith Piaf... Uno alla volta una ventina di danzatori
salgono sul palco. Non sono diversi da ciascuno di noi, la musica non è
diversa da quella che ascoltiamo a casa, alla radio. Non ci sono abiti
che catturino lattenzione, i loro movimenti non richiedono abilitÃ
particolari e la maggior parte delle attrezzature teatrali restano
inutililizzate.
Eppure è spettacolo, perchè Jerome Bel ha capito che la performance non
accade sul palcoscenico ma nella mente degli spettatori. La bellezza è
negli occhi di chi guarda.
Lui fa danzare i nostri pensieri, prende in giro allegramente le nostre
aspettative, si arrende alle nostre sorprese e ci stupisce per essere
capace di fare così tanto con così poco.
Le questioni che solleva hanno a che fare con i temi principali
dellarte e delle teorie artistiche del 20° secolo: il rapporto tra vita
ed arte, il conflitto tra arte pura e di intrattenimento, la questione
delloriginalità e dellautorialità , i meccanismi della performance dal
vivo. Accade molto raramente che un lavoro artistico sollevi così tante
questioni, ma ciò che è ancora più sorprendente è che The show must go
on riesca a fare proprio questo, ed allo stesso tempo rimanga un grande
spasso.
Questo spettacolo mette insieme ventuno attori, una serie di pezzi
famosi, selezionati navigando su Internet e guardando MTV, costituisce
la colonna sonora dai Queen ai Beatles, dal rock alla techno a
creare una sorta di filo narrativo. Il montaggio è opera di un DJ che
usa gli effetti speciali con parsimonia. Mescolando con arguzia
unattitudine concettuale con i mass media, The show must go on (2001)
riflette sulla cultura e sullintimità , sulla collettività e
sullindividuo. Un cocktail esplosivo di danza e musica, che apre al
mondo pop, dove la delicata provocazione di Jérôme Bel segue il suo
percorso creativo, fedele ma in modo diverso allo spirito della
danza contemporanea e delle sue dinamiche sovversive.
Irene Filiberti, Théâtre de la Ville, 2000-2001
Jerome Bel
Considerato uno degli artisti più geniali e irreventi della scena
internazionale, Jerome bel nasce nel 1964. Vive a Parigi, ha studiato
al Centre National de Danse Contemporaine di Angers e ha poi lavorato
con Angelin Preljocaj, Joelle Bouvier e Régis Obadia, Daniel Larrieu e
Catherina Sagna. Ha collaborato con Philippe Découflé per la regia della
cerimonia di apertura delle XVI Olimpiadi invernali di Albertville. Tra
i suoi lavori: Name given by the author (1994), Jérôme Bel (1995),
Shirtology (1997), The last performance (1998), Xavier Le Roy (2000) e
The show must go on (2001).
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Consorzio Poliscena: CRT/Teatro del Buratto
13-15 ottobre 2002
ore 20/22 feriali; 17/19.30 festivi
Grand Hotel Verdi
Via Melchiorre Gioia 6 Milano
Motus, Kampnagel Internationale Kulturfabrik di Amburgo, Santarcangelo
dei Teatri, Teatro Sanzio/Comune di Urbino.
in collaborazione con ETI-Ente Teatrale Italiano, Infinito ltd Gallery
di Torino, Xing di Bologna, Comune di Rimini, Provincia di Rimini,
Regione Emilia Romagna
splendid's
uno spettacolo ideato e diretto da: Daniela Nicolò e Enrico Casagrande
ispirato a Splendids di Jean Genet
traduzione di Franco Quadri
consulenza letteraria e musicale di Luca Scarlini
con Dany Greggio Enrico Casagrande - Renaud Chauré - Vladimir Aleksic -
Damir Todorovic - Tommaso Maltoni - Daniele Quadrelli Francesco Montanari
voce di Luca Scarlini
abiti: Ennio Capasa per COSTUME NATIONAL
selezione musicale a cura di Daniela Nicolò ed Enrico Casagrande
biglietto intero 15 euro
posti limitati, prenotazione obbligatoria
durata:1 ora e 10
Con Splendids i Motus affrontano per la prima volta un testo dopo un
percorso votato alla commistione di generi, caratterizzato dal potere
evocativo di immagini e suoni. Sette malviventi si barricano nella Suite
dellHotel Splendids prendendo in ostaggio una ricca ereditiera
americana. Subito monta il caso mediatico, la stampa e una folla di
curiosi si accalca davanti allalbergo per seguire levolversi degli
eventi.
I ritmi sono scanditi dai bollettini radiofonici e dagli spari che
interrompono il flusso costante della partitura sonora del sottofondo
musicale.
Il tempo che scorre inesorabile testimonia il continuo e ossessivo
passaggio di potere tra i protagonisti, la lotta violenta e le armi
maneggiate come giocattoli.
La paura monta insieme alla tensione. I membri della banda tentano la
salvezza ingannando la folla che staziona davanti allalbergo, mostrando
una finta vittima (un ganster travestito), senza riuscirvi, e saranno
costretti alla resa finale.
I Motus vestono la banda di criminali del loro raffinato senso estetico,
come ganster daltri tempi. La situazione è immersa in un clima
surreale. I dialoghi sono ritmati su passi di danza.
Le ultime ore da vivere in grande stile allHotel Splendids, dove
sette gangsters, capeggiati da Jean (Genet)/Johnny, tengono in ostaggio
una ricca ereditiera americana con il sostegno di un poliziotto che
decide di rivoltarsi come un guanto, esplodono in tensioni e
complotti, invidie e follie. La banda Rafale precipita in un estenuato
valzer dei tradimenti.
Lotte vane, piccole, fallimentari, ma del resto cosa non è vano in
questo mondo?
Lei morirà , io morirò, loro moriranno.
Splendids è una elegante danza funebre, che ha per fulcro il passaggio
allaltra sponda, che sia quella del crimine, dellomosessualità , della
diserzione, della debolezza, della rottura delle convenzioni borghesi,
che, inevitabilmente, quella dellassassinio o del suicidio.
E qui emerge un tagliente punto di unione con Twin Rooms, dove
linterrogativo di DeLillo
Tu sei un assassino o uno che muore?>>, trova altre risposte.
Rimarremo il vostro rimorso. E senza nessun altro scopo che abbellire
ancora la nostra avventura, perché sappiamo che la sua bellezza sta
nella stanza che ci separa da voi, perché dove accostiamo noi, lo so, i
lidi non sono affatto diversi, ma noi vi distinguiamo, ben ancorati alle
vostre rive, piccoli, smilzi, rancorosi, indoviniamo la vostra impotenza
e le vostre benedizioni. Daltronde rallegratevi. Se i cattivi, i
crudeli, rappresentano la forza contro cui lottate, questa forza del
male vogliamo essere noi. Saremo la materia che resiste, senza cui
non ci sarebbero artisti."
Da Linfanzia criminale di Jean Genet,
commissionatogli dalla Radio Nazionale Francese,
che poi rifiutò di mandare in onda.
Genet lo pubblica in forma scritta nel 49.
CRT Teatro dellArte
viale Alemagna 6
Milano