Mya Lurgo Gallery
Lugano
piazza Riforma, 9 (2 piano)
+41 919118809
WEB
Federica Gonnelli / Mit Borras
dal 11/1/2011 al 25/2/2011
Lun-Mar-Mer-Ven 15-19, Giov 15-21, Sab 10-13, 14-17

Segnalato da

Federica Gonnelli



 
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11/1/2011

Federica Gonnelli / Mit Borras

Mya Lurgo Gallery, Lugano

I due artisti strutturano un'esposizione a due voci. Attraverso linguaggi e tecniche differenti, presentano un insieme ordinato di organismi che proclamano la forza della leggerezza, della distanza e dello spazio.


comunicato stampa

Acuto | Grave - mettere in armonia il discorde
a cura di Martina Cavallarin

Non è un'immagine che cerco. Non è un'idea. E' un'emozione che si vuole ricreare, l'emozione di volere, di dare e di distruggere. (Louise Bourgeois)

L’opera d’arte è sottoposta di continuo alla modalità della visione. L’artista lavora infatti sul che cosa mostrare, pratica che attiene alla sua necessità, ma necessariamente anche sul perché e sul come essendo l’ossessione che l’accompagna fatta di mondi sommersi e dimensioni trasposte, forse quelle della sua infanzia, della sua ricerca intellettuale oppure frutto di un voyerismo romantico, pretesto di uno sguardo che attraverso i desideri del passato si posa sul presente. Nel confronto con l’opera non ci è consentito di essere neutri, né ci possiamo rifugiare in una fruizione indifferente, ma si è costretti a guardare un poco dietro di noi, a quei passaggi che sentiamo anche un appartenerci tra abbandoni e scoperte, fragilità e crescita, poesia e realtà.

Le dicotomie sono fatte di ombra e luce, di maschile e femminile, duro e morbido, crudezza e dolcezza, acuto e grave. Attraverso linguaggi e tecniche differenti e variegate impostazioni concettuali Federica Gonnelli e Mit Borras strutturano un’esposizione a due voci con un insieme ordinato di organismi che proclamano la forza della leggerezza, della distanza e dello spazio in un tentativo di ricerca della natura della luce e dei suoi riflessi, dei sensi accesi nell’evanescenza di una figura o nella forte presenza di un’immagine per esplorare entrambi gli impulsi dell’esistenza nella sua complessità.

Se l’arte contemporanea può essere concettuale o poetica, materica o evanescente, sconcertante o rassicurante, quella di Federica Gonnelli è indiscutibilmente impasto di tutte e due, rimando continuo a dolcezze e dolori, materia fredda e materia calda, luce e buio, cervello e pancia, trasformazione e rinascita. Infatti nell’opera dell’artista toscana traspaiono la fragilità delle forme e una necessità intima e visionaria. Il suo taglio singolare e trasparente sta nell’inseguire il frammento ricercando il dettaglio, ingrandendo o rimpicciolendo il particolare, mettendo in mostra le tracce di un evento e materializzando il passaggio specifico di una storia. Gonnelli vuole mettere in scena il mondo naturale allestendo una camera delle meraviglie artificiale e bloccata, sotto tassidermia, ingrandita da fasci luminosi e teche trasparenti, anche attraverso la paziente pratica domestica, strumenti intercettati e intercettanti che mettono in connessione opere a parete, predisposte su piedistalli e poste singolarmente o assemblate a gruppi. Il sapore è quello della Madelaine di un tempo perduto, di una fiaba ancora da raccontare con i suoi titoli da Storia Naturale come Aracne, Cristallidi, Insonne dormire, Paesaggi in situ.

Certamente a temperatura più fredda, ma rigidamente legata alle pratiche umane è l’opera di Mit Borras. Nell’uomo e nell’artista c’è una costante avvertenza di un disagio che si insinua inquieto sulla nuca proiettata a parete di una testa rasata o attraversa come immagine di luce le coltri di un letto abbandonato o in attesa, spoglio da rassicurazioni, ma pronto ad una battaglia interiore sempre in agguato, sempre seducente, sempre esente da vincitori e vinti. Il giovane artista tedesco ama il corpo e dal corpo si discosta, lo tange sempre con scatti rubati o opalescenze appena avvertite. La sua è un’indagine introspettiva studiata a temperatura costante, come se la sua necessità fosse quella di tenere, attraverso l’opera, un poco le distanze dalla vita che è tagliente, che ti ferisce, che squama la pelle e provoca i ricordi. Il sentimento che avverto è quello di un abbandono, di un errore ripetuto e ripetibile, di una trasversalità artistica che è il solo limbo possibile per mettere sotto scacco l’esistenza prima che questa voglia vincite e rivincite, esploda scalciante il suo disappunto o pratichi ancora quell’abbandono che viene rivolto imprevedibilmente, ma ineluttabilmente, a ciascuno di noi. Mit Borras si mette in gioco per derive trasversali sia che il soggetto rappresentato appartenga alla sua esistenza personale sia che questo attraversi da sconosciuto l’epidermide del lavoro. I suoi oggetti così come i simboli rappresentati sono una svelamento in senso sociale ed esistenziale, un modo per praticare la sfida come se i corridoi vuoti e ancor più solitari per il neon che li illumina fossero un grembo in cui la perdita è assoluta quanto ricercata.

L’individualità dell’artista, che si era assolutamente imposta tra Manierismo e Classicismo, è la chiave alla visione contemporanea che Acuto | Grave - mettere in armonia il discorde propone infondendo, nelle variegate sfumature della mostra, l’idea destinata a dare un nuovo ordine e senso ad un mondo indissolubilmente legato al dialogo tra due punti ineluttabilmente lontani, ma sempre trasversalmente in contatto, all’armonia come all’inquietudine.

Inaugurazione Mercoledì 12 Gennaio ore 17-20, finissage 26 febbraio ore 10-13.

Mya Lurgo Gallery
Piazza Riforma, 9 (2 piano) - Lugano
Orari: Lun-Mar-Mer-Ven 15-19, Giov 15-21, Sab 10-13, 14-17
Ingresso libero

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