La festa e' finita. Il progetto prosegue la ricerca dell'artista volta all'indagine e alla riappropriazione di ogni forma di marginalita', storica, ideologica, politica e sociale. Si tratta di un vero e proprio happening, che si ripetera' settimanalmente per tutta la durata della mostra. All'interno del nuovo spazio della galleria, Consani invita una serie di personaggi legati l'uno all'altro per antinomia o affinita'.
Testi di Pier Luigi Tazzi e Serge Latouche
La galleria “Sponda” Fabio Tiboni con La festa è finita presenta un progetto di Michelangelo Consani appositamente concepito per gli spazi che lo ospitano.
Collocata lungo le rive del vecchio canale del porto di Bologna, “Sponda” si pone metaforicamente come “luogo di attracco”. Tiboni intraprende dunque un nuovo percorso, annunciando inoltre l’inizio, a primavera, di una serie di attività espositive anche a Rimini. Sponda e il progetto riminese riattiveranno idealmente quel canale che, fino all’inizio del secolo scorso, collegava il porto fluviale di Bologna al mare.
La festa è finita prosegue la ricerca artistica di Michelangelo Consani - volta all’indagine e alla riappropriazione di ogni forma di marginalità, storica, ideologica, politica e sociale - e mette in campo una serie di nuove riflessioni.
Incipit del progetto un testo del filosofo-economista Serge Latouche, dal titolo “La festa è finita”, che analizza il sistema capitalistico globale basato sull’utilizzo del petrolio. All’interno dello spazio della galleria l’artista organizza il suo dies festus. Questa la lista degli invitati: John Herbert Dillinger, Henry Ford, Allis Chalmer, Marco Ferreri, Michel Piccoli, Mario Schifano, Marion King Hubbert, Colin Campbell, Achille Castiglioni, Arthur Hollins, Masanobu Fukuoka. Una serie di personaggi legati l’uno all’altro per antinomia o affinità. Tutti, in qualche modo, connessi con i termini di riferimento del progetto: la tecnologia, la macchina, il petrolio, il consumo, la produzione e la terra; tutti, inoltre, testimoni di periodi di grande depressione economica (il '29 americano, la prima metà degli anni '70, i giorni nostri). Il gruppo di ospiti è ben assortito. Si va da John Herbert Dillinger, gangster e gentiluomo, moderno Robin Hood del crimine (durante le rapine bruciava i libri contabili sollevando da debiti e ipoteche le fasce meno abbienti e fuggiva a bordo di un’imprendibile Ford V8), a Henry Ford, non a caso fondatore della Ford Motor Company ma anche promotore del progetto Hemp Body Car, una macchina che “usciva dalla terra”, alimentata con carburante ottenuto dalla canapa distillata, ad impatto inquinante zero. Ed ancora da Allis Chalmers, Re dei trattori, anche lui impegnato dal '54 al '58 nella sperimentazione di un motore a idrogeno e dinamo, a Marco Ferreri in quanto autore del film “Dillinger è morto” del 1969. Una pellicola dura, che rivolge una forte critica al modello capitalistico imperante. Con Ferreri si accompagnano, l’interprete principale del film Michel Piccoli, Mario Schifano (buona parte delle riprese sono girate nella sua casa di Roma) e uno dei maggiori esponenti del design italiano, Achille Castiglioni. Alla festa Consani invita inoltre una coppia inseparabile, il geologo berlinese Marion King Hubbert e il suo discepolo Colin Campbell (i loro studi sulle risorse petrolifere nel mondo sono tra i più accreditati) e due personaggi “marginali”, Arthur Hollins e Masanobu Fukuoka. Hollins è uno dei pionieri della conservazione del terreno agricolo e da pascolo, sostenitore della teoria della non-aratura dei campi. Considerato un visionario per tutto il secolo scorso, oggi la sua fiorente fattoria modello è oggetto di numerosi studi. Fukuoka, padre dell’agricoltura naturale o del non fare, la sua filosofia è racchiusa nel suo nome, come diceva: ”Masa = diritto; Nobu = fede; Fuku = felice; Oka = montagna”.
Il progetto di Michelangelo Consani sarà un vero e proprio happening, che si ripeterà settimanalmente per tutta la durata della mostra.
La festa è finita sarà accompagnata da un poster pieghevole con testo critico di Pier Luigi Tazzi.
Michelangelo Consani, Livorno 1971. Dopo una serie di importanti mostre collettive (Olanda SCHUNCK-Glaspaleis, Francia Musee d'Art Contemporain du Val de Marne, Slovenia Center for Contemporary Art Celje, Italia, Fondazione Michelangelo Pistoletto, Biella), nel 2010 Consani riceve da EX3 Centro per l’Arte Contemporanea di Firenze il premio come miglior artista under 40. L’opera entra nella collezione permanente del Museo Pecci di Prato. Lo stesso anno, prende parte alla prima Triennale di Aichi che Akira Tatehata, Masahiko Haito, Hinako Kasagi, Pier Luigi Tazzi e Jochen Volz curano a Nagoya. E’ in fase di realizzazione un nuovo progetto che l’artista presenterà ad aprile, in occasione della personale presso la Kunstraum di Monaco.
Inaugurazione sabato 29 gennaio 2011 ore 18
“Sponda” Fabio Tiboni
New Space – Bologna – via del Porto, 52A
orario: martedì – sabato dalle 14.00 alle 19.00
Ingresso libero