Una mostra a tre - un confronto fra autori di area concettuale - che si configura come un dialogo su un tema scomodo, a prima vista non centrale e non del tutto 'estetico' e piacevole: il fumo. Opere site specific e installazioni di Pino Boresta, Cesare Pietroiusti, Paolo Residori.
a cura di Claudia Colasanti
FUMO è una mostra a tre - un confronto fra autori di area concettuale - che si
configura come un dialogo su un tema scomodo, a prima vista non centrale e non
del tutto ‘estetico’ e piacevole. Il fumo, anche e soprattutto quello emesso
dal tabacco contenuto nelle sigarette, è per taluni un vizio, un’abitudine, ma
può diventare una compulsione, un tic, una gestualità perversa, una vera e
propria malattia.
Per Paolo Residori, cui si deve l’intuizione della mostra, la sigaretta (e il
suo residuo, il mozzicone) rappresenta un assillo quotidiano, diventato con il
tempo un tappeto visivo deformato. La sua ossessione si è mutata nella
consapevolezza di voler identificare un colpevole definitivo nel corpo di quel
frammento maleodorante. La ‘cicca’ diventa, nella grande installazione
realizzata appositamente per gli spazi della galleria e negli scatti
fotografici (composti e organizzati grazie ad una paziente raccolta di scarti
inquinanti), la testimonianza di un delitto, l’emblema del male, della
dipendenza, di gran parte dell’inquinamento globale del pianeta.
Sigarette consumate e mozziconi sono al centro anche del prelievo di Pino
Boresta, che anni fa realizzò il R.A.U. (Ritrovamenti Arteologici Urbani),
intervento che consisteva nel recupero di reperti fra i microrifiuti urbani
delle strade di Roma. Boresta, che è un non-fumatore, in mostra attenderà che i
visitatori fumatori gli consegnino il loro ultimo mozzicone e fornirà loro un
certificato autografato, con la scritta “..SOLO PER FUMATORI… QUESTA NON è LA
MIA ULTIMA SIGARETTA”.
Un approccio distante dai precedenti, che riesce a tradurre una sostanza
residua come il fumo di candela in un’astrazione poetica, è quello di Cesare
Pietroiusti. Si tratta di una serie di disegni su carta (una parte di cento
esemplari numerati e firmati) densi di toni fra il grigio e il marrone scuro, i
cui proventi verranno interamente devoluti all’Associazione Alzheimer di
Roma.
Pino Boresta è nato nel 1962 a Roma, dove vive e lavora. Il suo lavoro è
incessante e capillare, urbanamente onnipresente: il suo viso deformato da
smorfie è impresso su muri, cartelloni pubblicitari, insegne stradali, pali
della luce, semafori. Il ritratto di Pino Boresta è ovunque nelle città, per
ricordarci l’esistenza di sé e della sua irrequietezza artistica ed
esistenziale: ci invita a reagire, a rispondere, ad insultare, se necessario.
Boresta agisce da provocatore e da raccoglitore: è un catalogatore umano di
oggetti, scarti, tracce, idee e persino residui umani e spazzatura. Un lavoro
costante che si sviluppa proprio in direzione dell’ossessione: verso l’
identità, il lavoro e i gesti quotidiani.
La ricerca artistica di Cesare Pietroiusti (Roma, 1955) esprime interesse per
le situazioni paradossali o problematiche nascoste nelle pieghe della
ordinarietà dell'esistenza - pensieri che vengono in mente senza un motivo
apparente, piccole preoccupazioni, quasi-ossessioni considerate troppo
insignificanti per diventare motivo di analisi, o di auto-rappresentazione.
Tutto ciò lo ha portato ad esplorare scelte e intenzioni formulate da altri,
nonché a cercare di fare proprie tali scelte altrui. Negli ultimi anni il suo
lavoro si è concentrato soprattutto sul tema dello scambio e sui paradossi che
possono crearsi nelle pieghe dei sistemi e degli ordinamenti economici. A
partire dal 2004 ha distribuito gratuitamente decine di migliaia di disegni
individualmente prodotti e firmati; venduto storie; ingerito banconote al
termine di un’asta per poi restituirle al legittimo proprietario dopo l’
evacuazione; organizzato ristoranti in cui al termine del pasto, invece di
pagare, si ricevono i soldi del prezzo del cibo scritto sul menu, allestito
mostre in cui le opere sono in vendita non in cambio di denaro, ma delle idee o
delle proposte dei visitatori.
Paolo Residori è nato a Roma nel 1953, città dove vive e lavora. La sua
visione geometrica del mondo deriva dalla grafica editoriale, che lo impegna
sul versante lavorativo. Dopo il 2000 la sua pittura si sposta dalla struttura
del ritmo scandito a nuove modalità espressive. Una produzione da cui emerge
anche una tendenza meditativa, sempre più collegata a soggetti sociali: le
grandi forme astratte sono rappresentazioni di un reale contraddittorio e
sfaccettato. Un atteggiamento quasi spregiudicato nell’ignorare mode e
tendenze, che gli ha permesso di guardare con interesse in tante direzioni per
poi imboccare esclusivamente la strada dell’istinto. Lo stesso motivo che lo
spinge, in questo periodo, a misurarsi con nuove forme installative: come nella
pittura non ha mai smesso di rinnovarsi, ora l’urgenza di esprimere un’
emergenza sociale non più trascurabile crea un sorprendente incontro con la
tridimensionalità. Nata da uno stato di irrequietezza mentale nei confronti del
crescente degrado ambientale, Residori ora crea metafore visive di grande
impatto, che si esplicitano in un’incisiva critica ideologica nei confronti del
consumismo. Una scelta rilevante, che lo induce a presentare materiali tra i
più imprevedibili, e che sancisce il delicato passaggio che intercorre tra
l'idea e la sua realizzazione.
R.A.U. (Ritrovamenti ARTEologici Urbani)
Ho realizzato il mio primo R.A.U. (Ritrovamenti ARTEologici Urbani) il 5 e il
10 luglio 1995, partendo dalla fontana della Barcaccia in piazza di Spagna
(alle ore 18,30) e in tutta la zona del tridente nelle vie sotto elencate. Un
intervento che consisteva nel recupero di reperti fra i microrifiuti urbani
delle strade di Roma. Gli oggetti trovati sono stati in un primo tempo riuniti
in vari sacchetti a seconda del luogo di ritrovamento (piazza o via) e in
seguito assemblati e incollati su vari cartoncini (anch’essi di recupero)
sempre divisi secondo il luogo del ritrovamento. Fra essi sono state rinvenute
numerose cicche di sigaretta.
Le vie e le piazze interessate sono state le seguenti:
piazza di
Spagna
via delle Carrozze,
via del
Babuino,
via della Croce,
via
Margutta,
piazza del Popolo,
via del
Corso,
via Vittoria,
piazza Augusto
Imperatore, via
dei Greci,
via di
Ripetta,
via di S. Giacomo,
via
Condotti,
via Gesù e Maria,
via
Borgognona,
via Laurina,
via
Frattina,
via della Fontanella,
via della
Vite,
via della Mercede.
Pino Boresta
Roma, gennaio 2011
Inaugurazione: venerdì 11 febbraio dalle ore 18.30
Centro Documentazione e Ricerca Artistica Contemporanea Luigi Di Sarro
via Paolo Emilio, 28 - Roma
orario: dal martedì al sabato ore 17 - 20
ingresso libero