'Vuoto' - seconda personale dell'artista torinese nello spazio di via Mazzini - prosegue la ricerca sulla scultura, in bilico tra pura tradizione e sperimentalismo radicale. Le sue opere sono inquietanti proprio per questo loro vivere al limite, e per l'estrema laboriosita' del processo da cui nascono.
Giovedì 24 febbraio 2011, dalle ore 18.30, presso Guido Costa Projects di Via
Mazzini 24 a Torino, si inaugura Vuoto, di Diego Scroppo. La mostra, seconda
personale dell'artista torinese nello spazio di Via Mazzini (dopo Senza Luce, del
2007), raccoglie quattro opere della sua produzione più recente, una delle quali
presentata nel Ghost Space di Guido Costa Projects, in via Mazzini 39.
Vuoto prosegue la ricerca artistica di Diego Scroppo, approfondendone i tratti
salienti, sia dal punto di vista teoretico, che pragmatico. Il territorio è
nuovamente quello della scultura, che Scroppo declina nel suo modo consueto, in
bilico tra pura tradizione e sperimentalismo radicale.
Il vuoto è principio di ogni cosa, luogo in cui coincidono i contrari e
precipitano le differenze di genere. Il vuoto è la sintesi tra l'essere ed il
nulla, ma è anche il contenitore ultimo della conoscenza. Non è un caso che
l'artista in questa occasione si appoggi a forme e simboli di matrice esoterica e
se ne appropri in perfetta coerenza con l'anima più profonda della sua ricerca
artistica. Se nella prima mostra, Senza Luce, questa sua aspirazione nel dar voce
all'indicibile era declinata grazie alle creature abissali, forme primigenie, tra
tutte le più vicine al limite, anche in questo caso l'oltrepassamento avviene
tramite la rappresentazione di creature liminali.
Laddove, in Senza Luce, coabitavano scienza e fantascienza, oggi, in Vuoto,
convivono storia e mito, quasi fosse impossibile impadronirsi delle immagini al
di fuori di una loro rappresentazione agli estremi del pensabile e del dicibile,
il luogo in cui tutto, inesorabilmente ritorna. Una verità, il vuoto, che
possiamo concepire soltanto come paradosso, proprio come avveniva nelle antiche
fabule, nei miti e nel teatro sacro delle origini.
Se da un punto di vista teorico e filosofico l'artista lavora con grande
coerenza, ormai da anni, distillando ogni passo in poche opere ambiziose ed
estremamente sofisticate, lo stesso avviene sul territorio delle tecniche e della
materia dell'arte.
Da genuino anacronista qual è, Diego Scroppo ci propone una scultura per molti
versi assolutamente tradizionale, tutta giocata nell'ambito del realismo delle
forme e della rappresentazione, piegata, semmai, ad un certo impianto di matrice
surrealista e sapienziale. Eppure, a ben vedere, pochissimi sono attualmente i
suoi compagni di strada, e altrettanto esigui gli esperimenti artistici analoghi
in territorio contemporaneo, almeno in Italia.
Erede di una schietta tradizione monumentale, sedimentatasi in secoli e secoli di
arte funeraria e celebrativa, Scroppo ha ben poco in comune con la decostruzione
delle forme o l'apoteosi dei materiali poveri in voga in tanta parte della
scultura più contemporanea, unmonumental, per l'appunto. La sua è una scultura
modernissima e arcaica al tempo stesso, al pari dei materiali che usa, le resine,
prodotto delle ricerche chimiche più avanzate, ma anche brillante sintesi di
organico e inorganico, di tradizione e innovazione.
Le sculture di Scroppo sono bellissime e inquietanti proprio per questo loro
vivere al limite e per l'estrema laboriosità del processo da cui nascono,
processo in cui si sommano le più innovative tecniche di prototipazione e una
lentissima e faticosa manualità. Sono opere rare e preziose, che hanno occupato
l'artista per più di tre anni, dalle prime fasi progettuali, squisitamente
teoretiche, alle ultime rifiniture in studio, portate a termine a forza di carte
abrasive sempre più sottili e di interventi quasi microchirurgici sui dettagli.
E' perciò con grande orgoglio che Guido Costa Projects propone questo nuovo passo
della ricerca artistica di Diego Scroppo, sicuramente uno degli ingegni più
articolati e personali della giovane arte italiana.
La mostra Vuoto sarà aperta al pubblico nelle due sedi espositive fino a sabato
14 maggio 2011. A metà del suo percorso, in data ancora da destinarsi, sarà anche
testo e contesto del nuovo appuntamento con Opera Filosofica Nomade, che ne
discuterà alcuni aspetti fondanti e peculiari.
Diego Scroppo (Torino, 1981), è uno dei più interessanti artisti della giovane scena
italiana. Autore
di poche e distillatissime opere scultoree, spesso di
grandi dimensioni e di
elaboratissima tecnica, è alla sua seconda personale da
Guido Costa Projects, che
lo rappresenta in esclusiva. La gran parte delle sue opere
sono conservate in
importanti collezioni private in Italia e all'estero.
Inaugurazione giovedì 24 febbraio 2011, dalle ore 18.30
Guido Costa Projects - Via Mazzini 24 - 10123 Torino - Italy
Guido Costa Ghost Space - Via Mazzini 39 - 10123
ORARIO dal lunedì al sabato, hh 15.00 / 19.00
ingresso libero