L'esposizione del Collectif indigene (Andreanne Oberson & Jean-Marie Reynier) si costruisce come una sorta di cabinet des curiosites post-contemporaneo. Gli artisti sono partiti in un universo immaginario alla ricerca di una verita' verbale.
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Da venerdì 25 febbraio, giorno del vernissage, fino al 16 aprile, la Galleria Michele Balmelli di Lugano presenta il lavoro degli artisti Collectif indigène (Andréanne Oberson & Jean-Marie Reynier), “Défense de nourrir les pigeons dans l’enceinte de la galerie”. L’esposizione del Collectif indigène, si costruisce come una sorta di “cabinet des curiosités” post-contemporaneo. Gli artisti sono partiti in un universo immaginario che è il loro, e camminando per terre incognite, alla ricerca di una verità verbale si sono imbattuti in immagini, idoli, confini, linguaggi che ne hanno arricchito l’immaginario. Vanità che diventano arcipelaghi, chimere, divinità... il tutto in una chiave prettamente linguistica e viscerale per aumentare la coscienza di essere davanti ad un teatro vivente fatto di immagini e incroci di segni. L’esposizione è accompagnata da questo testo dell’autrice italiana Chiara Zocchi, che ha offerto i suoi talenti ad Andréanne Oberson e Jean-Marie Reynier: Indigène, di Chiara Zocchi
La crocifissione è un abbraccio schiacciato dall’aria verticale.
Essa non deve essere percepita come un corpo,
con dei bordi fisiognomici e dei colori riempitivi.
Ma come una posizione che “Qualcuno che è in grado di salvare”
ha assunto rispetto ai Suoi contemplatori.
Ecco perché Gesù Cristo,
ma anche Superman,
e anche Hulk,
e anche Flash,
e anche Spiderman,
e anche L'uomo invisibile.
E anche Batman.
Sarebbero tutti in grado di salvare,
e proprio per questo si sono arresi all’aria.
E’ stato un gesto, un posizionamento, di estrema umiltà.
Qualunque cosa o persona,
che assuma la posizione della crocifissione pur potendo salvare,
diventa umile e quindi non-umiliabile.
La testa è inclinata su un lato, in un profilo obliquo che vuol dire tante cose.
“Cose” che non è l’espressione ad esprimere,
ma la posizione (in questo caso della testa).
A volte succede anche con gli oggetti,
di vederli in una certa posizione e di provar pena per essi-loro.
Che la posizione cioè esprima.
Che per esempio una pentola che si inclina nello scolapiatti,
assumendo una posizione pericolante,
ci faccia preoccupare per essa-lei.
E poi.
E poi questi supereroi sono soli.
Di fianco a loro non c’è la madre.
(Peraltro: non si sa se un supereroe abbia madre)
Non c’è nemmeno un amico, tipo San Giovanni.
I supereroi sono invidiati da tutti, e dunque sono soli.
Forse qualcuno di loro ha una fidanzata.
Sta di fatto che Indigène li ha crocifissi da soli,
col vuoto intorno.
Ma è pur vero che il vuoto è Qualcosa.
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COLLECTIF INDIGENE (Andréanne Oberson & Jean-Marie Reynier)
Défense de nourrir les pigeons dans lʼenceinte de la galerie
From Friday, 25th February, the day of vernissage, to 16th April the Michele Balmelli Gallery, Lugano, presents the work of the artists Collectif indigène (Andréanne Oberson & Jean-Marie Reynier), “Défense de nourrir les pigeons dans l’enceinte de la galerie”.
The Exhibition of Collective indigène is made of post-contemporary “cabinet des curiosités”. The artists departed from the imaginary universe -which is theirs-, walking through the unknown land in search for the truth. Meanwhile they've bumped into verbal images, idols, borders, languages, which have enriched their imagination. Vanity becomes archipelagos, chimeras, and divinity... All of which awakens the very existential conscience in front of a living theatre, made of images and intersection of signs, in a purely linguistic and visceral sense. The exhibition is accompanied by this texts of Italian author Chiara Zocchi, who offered her
talent to Andréanne Oberson & Jean-Marie Reynier: Indigène, by Chiara Zocchi
The crucifixion is an embrace, thrust by vertical air.
It shouldn't be perceived as a body,
with physiognomic borders and filled colors,
but as a position taken by "someone, who is able to save"
respect to his contemplative.
That is why Jesus Christ,
but also Superman,
and even the Hulk,
and even Flash,
and even Spiderman,
and even the Invisible Man,
and even the Batman,
would be able to save, and exactly for this,
they are relinquished in the air.
It has been such a gesture, the very position of extreme humbleness.
Any kind of thing or person,
that assumes the position of crucifixion, while being able to SAVE,
becomes humble, not humiliatable.
The head is inclined to one side in a oblique profile, which means many things;
"Things" in themselves do not convey the very expression,
but the position (that of the head, in this case).
Sometimes it happens also with the objects,
Seeing them in a certain position and feeling sorry for them-THEM.
The position expresses by itself;
For instance, a pan leaning against the dish drainer,
in such UNSAFE position, makes us worry about it- IT.
And then,
These superheroes are all, on their own,
Next to them, there stands no mother.
(by the way: no one knows if these superheroes have their mothers)
There is not even a friend, "San Giovanni",
Superheroes are envied by everyone, and anyway they are ALONE.
Perhaps one of them might have a girlfriend.
Nevertheless that Indigène crucified all of them solitarily,
with the emptiness around,
there remains the fact that the emptiness is, indeed, something.
Opening venerdì 25 febbraio, 18 - 21
Galleria Balmelli
Via Canonica, 9 - Lugano
Da mercoledì a venerdì, 12.00 - 18.30 / Sabato, 11.00 - 17.30
ingresso libero