Andrea Amaducci
Alessandro Passerini
Massimo Volponi
Vladimiro Lilla
Sabort
Monica Seksich
Elena Di Marco
Mirko Dadich
Francesco Scapolatempore
Pilar Morales
Tiziano Saitta
Michele Principato Trosso
Stefano Landolfo
Marcello Mantovani
Gaetano Tommasi
Barbara Pazzaglia
Marco Chirchirillo
Marla Lombardo
Lorena Robino
Gabriella Siciliano
Catia Briganti
Renato Cane
Lella Vairo
Una nuova interpretazione della figura di Dioniso lontana dallo stereotipo baudelairiano dell'artista maledetto. Collettiva a cura di Lella Vairo, Gruppo Artistico TecnicaMista, il Faro verde.
A cura di Lella Vairo, Gruppo Artistico TecnicaMista, il Faro verde
Una botte di vino in più per il vignaiolo, una botta di colore in più per il pittore. Il vino è, soprattutto negli ultimi tempi, scelto come tema, sfondo e contorno di mostre e rassegne d’arte. Il vino in occidente è sempre stato affidato all’immortalità della pittura, il buon vino rende migliore l’uomo, lo rende capace di un’alchimia ancestrale che rende l’uva succo ispirato e ispiratore. Tutte le facoltà sensoriali sono affidate alla produzione del vino, l’udito è impiegato nei canti popolari che accompagnano la vendemmia, che nelle opere vengono rappresentati come momenti sociali di indubbia allegria; il tatto: le mani che afferrano i bicchieri, bramosi, assetati o nobili; il gusto o l’olfatto che lo assaporano e la vista che lo ammira, brillante o annebbiata.
Non c’è da stupirsi se la magia del vino e dell’arte hanno avuto numerosi incontri: il vino non è semplicemente materia e colore, è un prodotto manuale frutto di esperienza e maestranze, esattamente come può essere una tarsia intagliata o uno stipo quattrocentesco.
Il vino è metamorfosi, profumo, trascendenza, divino e profano: nel corso della storia dell’arte, il vino ha assunto le più disparate allegorie e le più diverse metonimie: paesaggio, baccanale, bicchiere, caraffa, fiume, e brocche hanno da sempre raffigurato l’effervescenza nel nettare di-vino.
Le ragioni di tale popolarità all’interno in qualsivoglia contesto artistico, fin dai tempi dei tempi, si devono ricercare nell’essenza mitologica della figura di Dioniso, concetto che si oppone in modo del tutto razionale, al dibattito fra entropia naturale e ragione umana e alla ricerca dedita che caratterizzano il pittore ed il vignaiolo.
E’ proprio dall’opposizione intrinseca tra maestranza razionale ed ebbrezza sensoriale del baccanale, che nasce dal vino una risorsa inesauribile di spunti ed ispirazioni artistiche. La figura di Dioniso riassume, con completezza, questo paradosso e la magia derivante dall’accostamento di vino e arte: il dio infatti dell’ebbrezza, della follia e delle corte di Baccanali, era anche il protettore della terra, del lavoro e dell’ordine.
Usciamo per una volta dallo stereotipo baudelairiano dell’artista maledetto che preferisce dipingere con il bicchiere a fianco della tavolozza e uniamoci a lui, immedesimandoci nella sua personale e creativa interpretazione della leggenda e del di-vino.
MICHELA MALISARDI
Artisti in esposizione:
Andrea Amaducci
Alessandro Passerini
Massimo Volponi
Vladimiro Lilla
Sabort
Monica Seksich
Elena Di Marco
Mirko Dadich
Francesco Scapolatempore
Pilar Morales
Tiziano Saitta
Michele Principato Trosso
Stefano Landolfo
Marcello Mantovani
Gaetano Tommasi
Barbara Pazzaglia
Marco Chirchirillo
Marla Lombardo
Lorena Robino
Gabriella Siciliano
Catia Briganti
Renato Cane
Castello di Forneglio
Strada Rivazza / via del castello - Serralunga di Crea fraz. Forneglio (AL)
Dalle 10.30 alle 22.30
Ingresso libero