Ritratti - Percorsi cromaticamente umani. ''I colori incalzano, ora distesi, ora impennandosi con timbri altissimi, acidi e vivi come squilli di tromba'' (Alessandra Fornasiero).
I ritratti di Emanuele raccontano l’entusiasmo e insieme lo stupore come di un primo incontro. Non c’è distacco in questo suo osservare, ma un’immedesimazione partecipe e gioiosa. C’è molto garbo, un mettersi in ascolto. I colori incalzano, ora distesi, ora impennandosi con timbri altissimi, acidi e vivi come squilli di tromba.
Non appartengono alla realtà esteriore, ma alla temperatura emotiva dell’essere che ha di fronte. Sospingono verso di noi un’identità ancora incerta, che sembra prender forma sotto lo sguardo del pittore. Un segno nero marca vigoroso questo campo magnetico di forze. All’improvviso, con gesto fulmineo pochi tratti definitivi catturano l’essenza del volto. Nell'incontro con l'altro si fa strada l'idea dell'infinito, evento a cui Lévinas dà il nome di visage, il volto.
Gli esseri umani non possono scambiarsi l'esistenza, ma entrano in rapporto tra loro in vario modo, e la prima figura di relazione è l'eros. Si affaccia nell’opera di E la riflessione su un’alterità assoluta, quella rappresentata dalla donna.
Una relazione con ciò che per definizione si sottrae, che non riduce a categorie pre- costituite l'altro, ma ne rispetta il mistero. In questo faccia a faccia, in questo gesto di felice apertura può accadere che il racconto dell’altro si tramuti in scoperta di sé.
Alessandra Fornasiero
Inaugurazione 4 marzo ore 18.30
Galleria Le Opere (nuova sede)
via di Monte Giordano, 27 - Roma
Ingresso libero