L'artista presenta i suoi ultimi lavori costruiti con una tecnica di riporto su tela di elaborazioni grafiche digitali. Ogni opera nasce da notizie prelevate da pagine di giornale, notizie che pero' non assolvono alcuna funzione comunicativa, notizie che hanno perso ogni valore in quanto vengono trasformate all'intervento dell'artista.
Ernesto Liccardo: ''globalgrammi''
In questa mostra personale Liccardo presenta i suoi ultimi lavori costruiti
con una tecnica di riporto su tela di elaborazioni grafiche digitali. Ogni
opera nasce da notizie prelevate da pagine di giornale, notizie che però non
assolvono alcuna funzione comunicativa, notizie che hanno perso ogni valore
in quanto vengono trasformate dall'intervento dell'artista che le rende
irriconoscibili, o quanto meno non utilizzabili nelle forme convenzionali.
Il messaggio che vi si potrebbe leggere non è rilevante, il testo
individuato non ha più significato perché non ne ha la “scrittura†che si
trasforma in qualcosa di diverso, in una massa di segni e forme. Dice
infatti Tommaso Trini che “l'intervento cromatico di Liccardo scorpora
brandelli di scrittura dal sistema di trasmissione mediata e giunge a
sospendere le lettere in una sorta di magma in continuo fermento†che
diventa “veicolo delle nostre emozioni e dei nostri sentimentiâ€.
L'artista
evidenzia una forte volontà di incidere sulla realtà contingente inserendo
nel quotidiano imponderabili elementi di pura immaginazione. Liccardo cerca
di andare “oltre i limiti†(da qui il titolo della mostra) dell'informazione
e lo fa con un'azione di rimescolamento dell'enorme flusso di notizie che
colpisce ogni persona in ogni momento. La “manipolazioneâ€, intesa come
azione delle mani per modificare un oggetto e non come intenzione perversa
di cambiare il significato delle cose, di alcuni fotogrammi prelevati dalla
stampa internazionale, è la sua risposta personale alla globalizzazione.
Un
singolo e singolare atto di ribellione che diventa un invito alla
riflessione per tutti. Non il banale rifiuto di un processo inarrestabile,
né tanto meno la negazione aprioristica di un fenomeno mondiale quanto
piuttosto l'intervento critico di un artista che utilizza la sua personale
forma espressiva per dire quello che pensa sulla globalizzazione ed i suoi
pericoli. E cioè che la globalizzazione (delle risorse, delle ricchezze
delle conoscenze) non è in se un fatto negativo ma anzi può diventare
momento di crescita generalizzata se umanizzato (sia nel senso di essere
spogliato delle valenze assolute ed inviolabili di tutti i processi
evolutivi scientifici, sia nel senso di essere indirizzato al miglioramento
delle condizioni di vita degli uomini). Una lettura più approfondita delle
opere potrebbe forse costituire un momento ulteriore di confronto nel mai
sopito dibattito fra arte e scienza. Di certo Liccardo ripete l'operazione
già fatta nel passato da tanti artisti: utilizzare la scienza e piegarla
alla sua volontà creativa.
Le sue opere infatti partono da un atto mediatico
tirato in migliaia di esemplari, elaborato con una tecnica che ne consente
la riproduzione all'infinito e trasformato dall'artista, con espressa
certificazione, in opera unica. Il risultato estetico dell'operazione è
gradevole. Quello concettuale è eccezionale per le tante
problematiche che solleva e per l'attualità della discussione che affronta.
In mostra alcuni dei “globalgrammi†(così li chiama Tommaso Trini) di E.
Liccardo.
L’artista sarà presente all'inaugurazione.
La mostra resterà aperta fino al 30 novembre 2002, dal lunedì al venerdì, ore 17,00-20,00.
Scheda biografica
Ernesto Liccardo è nato a Mugnano di Napoli nel 1954. Vive e lavora ad
Isernia
Dopo a scuola dell'obbligo segue a Napoli gli studi superiori ad indirizzo
elettrotecnico.
Inizia da autodidatta l'attività artistica alla fine degli anni '60. Riceve
in seguito i primi insegnamenti di disegno da un artista amico di famiglia.
Dipinge le prime tele ispirandosi a grandi Maestri contemporanei come De
Chirico e Picasso (Effetti della convenzione - 1968, olio su tela).
Successivamente si rivolge a quelli americani della Pop Art.
Durante la fine degli anni '70 stabilisce un intenso rapporto di amicizia e
scambio culturale con diversi artisti che operano in area centro-meridionale
(Lazio, Campania, Molise). Utilizza per un ciclo di opere sperimentali vari
materiali, tra i quali privilegia quelli trasparenti (acqua, vetro,
silicone, filo di nylon) con lo scopo di arrivare ad una essenza delle cose
che lo conduca ad una propria, intima soggettività .
A queste esperienze fa seguito un'articolata ricerca di tipo materica,
suffragata anche da un importante incontro avuto con il Maestro Alberto
Burri nel suo studio di Città di Castello.
Da questo evento nasce “Primula†(1987), che rappresenta un primo lavoro
realizzato prevalentemente con materiale di risulta abbinato a lamiera
zincata, stracci, cere, pigmenti.
Si apre così la strada alla concettualizzazione di una pittura oggettuale
condivisa da altri artisti più o meno della stessa generazione - dove la
forma diviene concretezza e plasticità del visibile; produce un ciclo di
opere denominate “Apà llages†(Roma, 1990 - Sala 1) il cui intento è quello
di esplorare la dimensione spazio-temporale come memoria antropologica. In
tali lavori la connotazione concettuale assume una maggiore
prevalenza rispetto alla sperimentazione dei procedimento artistico.
In seguito, l'evoluzione concettuale diventa sempre più marcata, aumentando
il suo interesse per i meccanismi della comunicazione mediatica: attraverso
questi ultimi cerca la chiave di lettura dei caleidoscopici riflessi della
globalizzazione proiettati sull'individuo e crea così un ciclo di tele
elaborate graficamente con tecnica digitale, dove prendono forma i
“globalgrammiâ€.
Ernesto Liccardo ha esposto nelle principali città italiane ed europee:
Milano, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Caserta, Campobasso, Isernia,
Bari, Londra, Parigi, Atene, Vienna, Lussemburgo, Palma de Mallorca,
Hong Kong.
Immagine: Ernesto Liccardo, Es Arm, 2002
Digital print su tela, 140x120 cm.
Opening reception: Sabato, 9 novembre 2002 ore 18,30
La mostra rimmarrà aperta fino al 30 novembre 2002
CAPUANOVA - Cooperativa Culturale
Palazzo Fazio - Via Seminario, 10
Capua (Caserta)