In mostra 30 disegni ad acquarello, inchiostro e matita su carta. Per Devendra Banhart i disegni sono una componente espressiva inscindibile dalla sua musica, risultato di una profonda riflessione sulle sue emozioni e visioni private. L'immaginario di Keegan McHargue oscilla tra il misterioso e il bizzarro, mentre il lavoro di Adam Tullie gioca sulla relazione esistente tra il materiale visivo che assorbiamo quotidianamente e la rielaborazioni di queste informazioni nelle loro forme piu' elementari.
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La Galleria Patricia Armocida è lieta di presentare Strangers in the
Night, collettiva di Devendra Banhart, Keegan McHargue e Adam Tullie,
inaugurazione martedì 8 marzo ore 19.00.
In mostra ci saranno circa 30 disegni ad acquarello, inchiostro e
matita su carta.
Per Devendra Banhart i disegni sono una componente espressiva
inscindibile dalla sua musica "Canto ciò che non posso disegnare,
disegno ciò che non posso cantare”. I disegni così come le sue canzoni
appaiono immediati e spontanei ma in realtà sono il risultato di una
profonda riflessione sulle sue emozioni e visioni private, tratti
distintivi della sua arte; forse per questo emanano un senso di
vitalismo così intenso.
Questa sorta di discorso interiore, trasferito nei suoi disegni,
trascina con sé la sua carica onirica intima e visionaria, dove le
forme elementari che si riproducono in divenire permeano di simbolismo
l’intera sua opera, richiamando la sua ossessione per i miti e temi
precolombiani.
Linee delicate, segni spiraliformi si uniscono a forme tridimensionali,
congelandosi a volte in dettagli antropomorfi e zooformi: occhi,
mani,uccelli embrionali e montagne sacre riportano a un misticismo
arcaico che fluttua sul foglio bianco.
Cerchi, triangoli e un folto tratteggio descrivono figure e esseri
fitomorfi che vanno e vengono in continuazione si fondono con le parole
prendendo il sapore di formula magiche. L’enigmaticità delle immagini
ipnotiche di Devendra resta il punto di partenza e di arrivo per ogni
sua interpretazione.
L'immaginario di Keegan McHargue, oscilla tra il misterioso e il
bizzarro: osservando i suoi disegni si avverte una sensazione di
narratività indefinita. Il suo è un lessico simbolico su cui l'artista
lavora da anni, alcune immagini e motivi ricorrenti rappresentano per
lui un vero e proprio alfabeto visivo, che continua ad evolversi anno
dopo anno. I soggetti sono spesso oggetti di uso quotidiano, banali;
McHargue afferma infatti: "Mi piace pensare che la banalità sia un
luogo dove la spiritualità ama nascondersi".
Tuttavia, la sua ispirazione è vasta, spazia dalla strategia del
marketing alla storia. Per i disegni in mostra, ad esempio, prende
ispirazione dai graffiti di epoca romana, di cui riproduce le forme
abbozzandole e fondendole con astrazioni dai colori accesi, che
rimandano agli anni '80 e alla Transavanguardia. I suoi lavori non
vogliono essere necessariamente legati al mondo fisico in cui viviamo o
ad uno specifico lasso temporale, sembrano piuttosto arrivare da un
universo sorprendentemente piatto, uno spazio in cui sfondo e primo
piano non sono distinguibili.
Il lavoro di Adam Tullie gioca sulla relazione esistente tra il
materiale visivo che assorbiamo quotidianamente e la rielaborazioni di
queste informazioni nelle loro forme più elementari. In questo senso,
cerca di decodificare i costrutti culturali dell'esperienza umana. La
sua ispirazione spazia dai fanatici religiosi che dichiarano d'aver
visto il volto di Cristo in un pancake a colazione, alla semplicità
decostruita delle maschere africane o alle venature di un tavolo in
legno. Tullie crea forme ben definite e figure umane stilizzate usando
un tratto fine come un ago per costruire una superficie livellata da
diverse textures, incorporando ad una gamma di colori selezionata
un'applicazione a mano di candeggina, china e sabbia. Il lavoro diventa
fortemente strutturato, trasformandosi in invenzioni che mescolano una
sensibilità primitiva ad un'astrazione contemporanea.
Devendra Banhart (Houston, 1981 vive e lavora a Los Angeles),
musicista, artista e curatore, ha studiato per un breve periodo al San
Francisco Art Institute, ma è principalmente autodidatta. Ha esposto in
tutto il mondo, in gallerie come New Image Arts a Los Angeles, Andrew
Roth a New York, Galleria Mazzoli a Modena e Luggage Store a San
Francisco e, nel 2009, ha esposto al San Francisco Moma per "Abstract
Rhythms: Paul Klee and Devendra Banhart". Nel 2010 ha esposto al MOCA
di Los Angeles, cantando insieme a Beck e Caetano Veloso, per la mostra
"The Artist's Museum".
Keegan McHargue (Portland,1982 vive e lavora a New York), autodidatta,
al college ha studiato letteratura, ma dipinge e disegna da sempre. I
suoi lavori sono stati esposti in tutto il mondo, dalla Jack Hanley
Gallery di San Francisco e Los Angeles, a Deitch Projects di New York,
a Hiromi Yoshii Gallery di Tokyo, fino alla Galerie Emmanuel Perrotin
di Parigi e il suo lavoro è ora conservato nelle collezioni del grande
collezionista greco Dakis Joannou e del MOMA. Tra le sue mostre
ricordiamo “Man Burning” alla galleria W/____ di New York, “In Memory
of Painting: Keegan McHargue,” alla Layr Wuestenhagen Contemporary di
Vienna, “Well Charge” alla Galerie Emmanuel Perrotin di Parigi, “The
Yellow Spectrum” alla Jack Hanley Gallery di San Francisco
e “Mauve Deep” alla Hiromi Yoshii Gallery di Tokyo.
Adam Tullie (Boston, 1982 vive e lavora a Los Angeles), artista
interdisciplinare, ha composto la colonna sonora di diversi corti con
composizioni chitarristiche e ha fondato con la partner ceativa
Angeline Rivas il brand Cavern Collection, una linea di moda che ha
base a Los Angeles che ha ricevuto consensi in diverse pubblicazioni
come Purple Fashion, Flaunt, The Los Angeles Times, e The New York
Times. Della sua arte si è parlato in Beautiful Decay, Art Observed,
Art Lovers New York, Nudity In Groups, Them Thangs Magazine, e Art
Slant. Tra le sue mostre ricordiamo ‘Art Machine’ e ‘Postermat’,
entrambe curate dalla gallerista Kathy Grayson a The Hole, New York. ‘A
Ways A Way’ alla Half Gallery, New York, curata da Devendra Banhart,
‘Art/Music/Alchemy’ curata da Whitney Bedford alla galleria Starkwhite
ad Auckland e ‘La Migra’ alla Vice Gallery in Mexico City.
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Galleria Patricia Armocida is proud to present Strangers In The Night,
a collective exhibit with Devendra Banhart, Keegan McHargue, and Adam
Tullie, opening on Tuesday, March 8th at 7:00 PM.
On view there will be approximately thirty works in watercolor, ink,
and pencil.
Devendra Banhart’s works are an expressive component inseparable from
his music: “I sing what I can’t draw and draw what I can’t sing”. His
drawings are much like his music, they seem immediate, simple, and
spontaneous, but are in fact the result of a deep reflection on his
private emotions and notions; these are his distinctive traits and
perhaps the reason why his works emanate such an intense sense of
vitalism.
His works convey a sort of interior speech that fuels an oneiric,
intimate, and visionary essence where elementary forms reproduce in the
flow of time and permeate the entire work with symbolism that recalls
his unhealty obsession with pre-colombian myths and motifs.
Delicate lines and spirals unite in three-dimensional forms, which at
times congeal into anthropomorphic and zoomorphic details: hands, eyes,
embryonic birds, and holy mountains conveying an archaic mysticism that
floats on the paper.
Circles, triangles, and thick dotted lines depict phytomorphic figures
and beings that come and go continuously, melding with words, absorbing
the taste of magical formulas. The enigmatic nature of Banhart’s
hypnotic images is the starting and finishing point for his every
creation.
Keegan McHargue’s imagery oscillates between mysterious and bizarre:
his works communicate an indefinite sense of narrative. For years he
has been developing his symbolic lexicon in which certain recurrent
images and motifs represent a true and tried visual alphabet that
expands and evolves year after year. His subject matter is often
everyday, mundane things; in fact, McHargue states: "I like to think
that banality is a place where the spiritual likes to hide out".
Nevertheless, his pool of inspiration is vast: from branding to
history. The work in this exhibit, for example, takes inspiration from
ancient Roman graffiti. He sketches and fuses them with brightly
colored abstractions, which are reminiscent of the 80s and
Transavant-garde. His works are not tied to the physical world in which
we live or to a specific lapse of time, instead they seem to come from
a strikingly flat universe where background and foreground are
irrelevant.
Adam Tullie’s work plays upon the relationship between the concrete,
visual material we unconsciously process during our waking moments, and
the breaking down of this fundamental material into its simplest forms.
Taking cues from ‘real-time’ visual displacement, and obscured prior
recollection, Tullie intersects the fleeting moment when obvious
characteristics are lost and new impressions are made. In this sense,
he seeks to decode the cultural constructs of the human experience.
Inspiration ranging from religious fanatics that claim to have found
the face of Christ in a breakfast pancake, to the deconstructed
simplicity of African masks, or the wood-grain of a table, Tullie
creates highly rendered shapes and stylized human form using
needle-thin line-work to build up a layered surface of textural
variation. Incorporating a limited palette with a hands-on application
of bleach, India ink, and sand; the works become process-heavy,
mixed-media fabrications that blend a primitive sensibility with
contemporary abstraction.
Devendra Banhart (b. 1981, Houston, lives and works in Los Angeles),
musician, artist, and curator. Although he studied briefly at the San
Francisco Art Institute, he is mainly self-taught. He has shown his
works worldwide, in galleries like New Image Arts in Los Angeles,
Andrew Roth in New York, Galleria Mazzoli in Modena, Luggage Store in
San Francisco, and at the San Francisco Museum of Modern Art in 2009
with "Abstract Rhythms: Paul Klee and Devendra Banhart". In 2010, he
had an exhibit at Los Angeles’ MOCA, performing together with Beck and
Caetano Veloso for the occasion: "The Artist's Museum".
Keegan McHargue (b. 1982, Portland, lives and works in New York) is
self-taught, he studied literature in college but has been drawing and
painting for many years. His works have been shown around the world:
Jack Hanley Gallery in San Francisco and Los Angeles, Deitch Projects
in New York, Hiromi Yoshii Gallery in Tokyo, Galerie Emmanuel Perrotin
in Paris, and his work is currently held in the collections of the
Greek art collector, Dakis Joannou, and the MOMA. Some noteworthy
exhibits: “Man Burning” at W/____ in New York, “In Memory of Painting:
Keegan McHargue,” at Layr Wuestenhagen Contemporary in Vienna, “Well
Charge” at Galerie Emmanuel Perrotin in Paris, “The Yellow Spectrum” at
Jack Hanley Gallery in San Francisco, and “Mauve Deep” at Hiromi Yoshii
Gallery in Tokyo.
As an interdisciplinary artist, Adam Tullie (b. 1982 Boston, lives and
works in Los Angeles) has scored several short films with guitar-driven
compositions, and owns and operates Cavern Collection with creative
partner, Angeline Rivas, a high-end fashion line based in Los Angeles
that has been covered in publications including Purple Fashion, Flaunt,
The Los Angeles Times, and The New York Times. Tullie’s visual art has
been covered in Beautiful Decay, Art Observed, Art Lovers New York,
Nudity In Groups, Them Thangs Magazine, & Art Slant. Recent exhibitions
include ‘Art Machine’ & ‘Postermat’, both curated by gallery owner,
Kathy Grayson at The Hole NYC. ‘A Ways A Way’ at Half Gallery NYC,
curated by Devendra Banhart, ‘Art/Music/Alchemy’ curated by Whitney
Bedford at Starkwhite in Auckland, New Zealand, and ‘La Migra’ at Vice
Gallery in Mexico City.
Immagine: Devendra Banhart
Inaugurazione martedì 8 marzo 2011, ore 19
Galleria Patricia Armocida
via Bazzini 17-20131 Milano
orari: dal martedì al sabato ore 11.30-13/15.30-19
ingresso libero