Spazio pubblico
Noventa Padovana (PD)
Via Cucchetti
WEB
Castrum 02
dal 6/11/2002 al 8/11/2002
340 2553114
WEB
Segnalato da

giulia belloni




 
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6/11/2002

Castrum 02

Spazio pubblico, Noventa Padovana (PD)

Il campo non è più il campo da guerra ma il campo da lottizzare, da rendere edificabile: terra agricola a basso valore di ricavo, terra edificabile ad alto valore di capitalizzazione. I sei interventi degli artisti propongono un concetto alternativo dell’idea di paesaggio come luogo primigenio di vita e di dialogo con l’uomo.


comunicato stampa

CASTRUM, operazione sostenuta dal Progetto Giovani di Padova, è alla seconda edizione.

Con il buio, la nebbia e il freddo dell’anno scorso. Con la stessa intenzione di sottrarsi ai classici circuiti d’arte. Cambia il tema: l’anno scorso con gli eventi dell’undici settembre castrum era una riflessione sulla guerra; quest’anno castrum è inteso come primo nucleo urbano. Il campo non è più il campo da guerra ma il campo da lottizzare, da rendere edificabile: terra agricola a basso valore di ricavo, terra edificabile ad alto valore di capitalizzazione. Luogo in cui abbiamo delle proprietà da tutelare. I sei interventi degli artisti propongono un concetto alternativo dell’idea di paesaggio come luogo primigenio di vita e di dialogo con l’uomo. Cercano di riscoprire il valore emotivo e spirituale del nostro spazio abitato. Home e non house. Propongono una riflessione sull’effimero presente nelle architetture e nel loro mercato.

Matthew Broussard, Patto
La scultura consiste in una serie di telai leggerissimi, sulla quale saranno incollati fogli di annunci immobiliare. Saranno poi ordinati nel campo per formare un disegno ortogonale di un cubo. Richiama tutte le prassi burocratiche dell’ edilizia e la forma architettonica.

Paul Journey, Cantiere Cartello
Un classico cartello da cantiere con le usuali informazioni che lo compongono. In realtà alcune lettere delle singole voci si sono perse, mentre quelle rimaste provano a dare un senso alla loro stessa collocazione.

Valentina Mai, In fluenza
Cambiare significa, spesso, ricredersi. Una flotta di barchette di carta giganti, in mezzo al mare di grano tagliato. Un'immagine semplice e familiare, ingrandita e decontestualizzata, ad invocare la dimensione fluida.

Nadir Mognato, Senza titolo
Piccole pareti in mattoni, sparse per il campo, usando marmellata come legante, al posto della malta. L’idea insita nell’opera è di portare alla luce l’insicurezza (anche emotiva), la non solidità, delle forme preordinate e prefabbricate dell’edilizia abitativa dell’oggi.

Silvia Ferri, MyTexas.
Quattro portali di ingresso ad una proprietà che non c’é. Solo metri cubi di terra e di cielo. Solo vuoto. Porte come soglie tra dentro e fuori, tra sicuro e ignoto, tra mio e tuo. Tra natura e architettura.

Dario Peste, Twist
Dieci semisfere di plexiglass trasparente, dentro ad essi una luce fioca e rumori di macchinari in attività. Le cupole, parzialmente interrate, emergeranno dal campo come fossero i lucernai di una fabbrica sotterranea.

7-8 novembre 2002 ore 21.30

Spazio pubblico
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