Velan Centro d'arte contemporanea
Il vernissage dei simulacri. Il lavoro di Gurholt si colloca in un'area della rappresentazione contemporanea che sceglie il tableau vivant d'origine ottocentesca. I temi delle foto e dei video dell'artista sono diversi momenti al margine o di disagio sociale.
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Il lavoro di Crispin Gurholt si colloca in una vasta area della rappresentazione contemporanea che sceglie, in modo imprevisto, il “tableau vivant” d’origine ottocentesca. Il tableau vivant è dall’800 una modalità di fissare l’immagine nell’intervallo fra foto, pittura e linguaggi cinetici, e riappare negli anni sessanta fra le strategie dei linguaggi concettuali.
Nella “foto d’artista” degli ultimi anni si moltiplicano le riflessioni e auto-riflessioni sull’immagine che utilizzano la “staged photography”, come nelle atmosfere cinematografiche di Anthony Crewdson, nei ritratti “d’epoca” di Clegg e Guttman e di molti altri.
Le foto di Crispin Gurholt non sono più il “momento della verità” della foto classica ma sempre di più la raffigurazione ( vistosamente contraffatta ) di un assunto dell’autore, una ricerca di prove indiziarie su una realtà sfuggente, aliena e di cui non si spera più di dimostrare una verità. Elemento centrale è la focalizzazione dell’immagine significante fra gli infiniti linguaggi dell’immagine da cui siamo circondati. E quella ricerca del confine fra cinetico e stasi che sono la base di un nuovo narrativo cine/teatrale.
I temi delle foto e dei video di Gurholt sono ugualmente momenti al margine. Il margine fra arte e mercato in “Stand”, dove un terrorista ( o un artista? ) uccide la gallerista. Immagine divenuta poi foto in uno stand dove i galleristi sono africani ( con riferimento all’emergere culturale dei nuovi paesi? ). Il margine ancora fra presenza fisica e assenza sociale nelle foto in cui persone socialmente marginali ( gli emigranti ) evidenziano la loro presenza nell’assenza d’attenzione degli altri.
Il disagio sociale ( o la complessità critica del sociale ) sono al centro dell’attenzione in “Torpedo 2006”, dove ancora il terrorismo diventa il paradigma dell’antagonismo fra realtà contrastanti. Nel video “Vernissage” la situazione simbolo del sistema dell’arte, il Vernissage dove si concentrano le strategie intorno al lavoro d’arte nella galleria, diventa uno still frame, un momento raggelato delle funzioni culturali.
Questo “still frame” diventa nel lavoro di Gurholt un momento “frozen”, ghiacciato, un flash che rappresenta il racconto, il serial, in una realtà iper-disincantata, in forme vicine al “fashion look” delle foto di moda, al mondo delle false visioni che hanno rimpiazzato ogni possibilità d’effettivo sguardo sul reale.
Un Vernissage appunto di “Simulacri” secondo la famosa definizione di Jean Baudrillard.
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Tuesday, March 15, 2011 at 18.30 Velan is pleased to introduce a solo exhibition by the Crispin Gurolt Simulacra’s vernissage
curated by Lorenzo Taiuti - M-Multimedia . Crispin Gurholt’s work belongs in a vast area of contemporary art photo chosing ( unexpectedly ) the nineteenth-century “Tableau Vivant”.
The “Tableau vivant” has been a modality to fix image inside the interval between photo, painting and kinetic languages, reappearing during the sixties inside the strategies of the conceptual languages.
In recent “artist’s photo” there is a remarkable encrease of reflections and self-reflections on “image” utilizing the “Staged photography”, like in the movie-atmospheres of Anthony Crewdson or in the “Period Portraits” of Clegg & Guttman and many others.
The photos of Crispin Gurholt are not anymore the “Moment of Truth” of classic photography but more and more the depiction ( garishly forged ) of the author’s thesis, a research of a circumstantial proof on a shifty reality, an alien reality hopelessly without any likelihood to show any truth.
A central element in his works is focusing on a meaning of an image as seen in the endless visual images that surround us. And another the research of the borderline between movement and stilness, that are the basis for a new cinematic/theatrical narrative.
His photos and videos are as well moments of borderlines. Borderline between Art and Market in “Ovikodden” where a terrorist ( or an artist? ) kills a Gallerist. Image then reproduced as a photo in “Stand 120 Berlin” where the art dealers are africans ( a hint at the emerging cultures of the rising countries?).
Again borderlines between physical presence and social absence in photos where people socially outcast ( the emigrants ) underline their presence in the total lack of other people’s attention. The social unease ( or the critical complexities of the reality ) are focused in “Torpedo 2006”, where again the “Terrorist” is the paradigm of antagonism inside conflicting realities.
Nel video “Vernissage” the light is on the symbol situation of the art system, the vernissage where are concentrated the strategies about the artwork. The vernissage becomes a frozen moment of cultural functions, a flash representing the narrative, the serial fiction in a hyper disenchanted reality, in forms close to the “fashion look” of the fashion world, world of fake visions replacing the possibilities of a real look on reality.
A “Simulacra” Vernissage, according to the famous definition by Jean Baudrillard.
Thank you for your contribution: Regione Piemonte
Inaugurazione Martedì 15 marzo 2011 alle ore 18,30
Velan - Centro d'Arte Contemporanea (sede2)
via Saluzzo, 64 - Torino
orari: da martedì a venerdì ore 15,30 – 18,30
ingresso libero