The drunken ship. In mostra i paesaggi visionari dell'artista, nei quali il 'vascello ebbro', metafora dell'artista e dell'umanita', cerca una rotta e un porto 'per il piacere di navigare su mari proibiti'.
Un vascello ebbro, errante tra flutti vorticosi, minacciato da frane d'acqua e
misteriosi leviatani, cerca una via verso un approdo. Ma forse non esiste un porto
(portus latet, caret). Al di fuori di ogni usuale nozione di tempo e spazio,
navigando sul bordo di amari abissi, in paesaggi marini o astrali, illuminati da
pallide lune, sconvolti dalla forza tremenda delle tempeste o da cataclismi
cosmici, il vascello (o la navicella ?) percorre gli eterni sentieri mobili e
fluidi degli oceani, naviga tra le stelle, giungendo, attraverso i fiumi o le
rotte celesti a luoghi deserti, dove sfingi immense propongono al viandante
l'eterno enigma dell' esistenza.
I paesaggi visionari di Simone Dulcis - totalità frammentarie, galassie di oscure,
incerte presenze, luoghi di ombra e di luce nei quali, energie e tensioni palesi o
recondite liberano profonde e gravi armonie - esprimono lo "spirito" dell' informe,
il dionisiaco dissolvimento dei confini, l' eterno fluire. Il tono d' ambra scura,
apparentemente monocromo, svela le occulte affinità che "legano" le forme della
natura: è la suggestione creata dalla materia cromatica, in particolare dal bitume,
sostanza distillata cara a grandi artisti, causa determinante della vaghezza e
fluidità delle immagini, ma anche degli "arricci", delle "crepe", che la animano,
arricchendola di dettagli che richiedono all' osservatore un riconoscimento e una
interpretazione. La "visione" è immersa in un eterno crepuscolo, nel momento della
meditazione, della preghiera, della fusione romantica tra lo spirito conscio dell'
uomo e quello inconscio della natura ; esso evoca un "oltre" al quale l' homo viator
tende e aspira. I paesaggi sublimi (marini e cosmici) di Simone Dulcis, nati dalla
sua interiorità sono cosmogonie, paesaggi creati, non rappresentati, sono
palingenesi provenienti da suggestioni romantiche-turneriane : in essi il vascello
ebbro, metafora dell' artista (e dell' umanità), animato da un' ansia perenne, cerca
una rotta e un porto "per il piacere di navigare su mari proibiti e approdare su
coste barbare" e "per sfuggire alle noiose certezze della terraferma". La
navigazione "per lo gran mar dell' essere" è anche, per analogia, quella nei
territori oscuri e selvaggi della psiche: ma "i confini dell' anima non li potrai
mai trovare, per quanto tu percorra le sue vie, tanto profondo è il logos che la
governa", dice Eraclito l' "oscuro".
- Licia Lisei
Inaugurazione 19 marzo ore 19
Spazio P
via Napoli, 62 - Cagliari
Ingresso libero