Palazzo dell'Arengario
Monza (MB)
p.zza Roma
039 324866

Prima che il gallo canti
dal 19/3/2011 al 28/5/2011
mart-ven 10-12 e 15-19; sab-dom e festivi 10-19; lun chiuso

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19/3/2011

Prima che il gallo canti

Palazzo dell'Arengario, Monza (MB)

La mostra introduce il festival Green Street, una quattro giorni (dal 26 al 29 maggio) in cui arte, cibo, poesia si fanno promotori di un messaggio ideale per una 'citta' verde'. L'esposizione approfondisce la tematica del rapporto uomo-ambiente con opere di Marino Marini, Arturo Martini, Alberto Burri, Lucio Fontana, Mattia Moreni, Ennio Morlotti, Christo & Jeanne-Claude, Walter De Maria...


comunicato stampa

a cura di Daniele Astrologo Abadal, Raffaele Bedarida e Ruggero Montrasio

L’iniziativa approfondirà la tematica del rapporto uomo-ambiente, coprendo un arco cronologico che dagli anni Trenta giunge agli anni Settanta, con opere di Marino Marini, Arturo Martini, Alberto Burri, Lucio Fontana, Mattia Moreni, Ennio Morlotti, Christo & Jeanne-Claude, Walter De Maria, Michael Heizer, Richard Long, Dennis Oppenheim, Vincenzo Agnetti, Joseph Beuys, Gino De Dominicis e altri ancora.

L’esposizione introduce il festival Green Street, una quattro giorni (dal 26 al 29 maggio) in cui arte, cibo, poesia si faranno promotori di un messaggio ideale per una ‘città verde’.

Dal 20 marzo al 29 maggio 2011, il Palazzo dell’Arengario di Monza ospiterà la mostra Prima che il gallo canti, evento centrale di Green Street, l’iniziativa che per quattro giorni (dal 26 al 29 maggio) occuperà l’intero centro storico della città brianzola, e dove arte, cibo e poesia saranno i promotori di un messaggio ideale per una ‘città verde’.

Curata da Daniele Astrologo Abadal, Raffaele Bedarida e Ruggero Montrasio, l’esposizione sarà articolata in sette atti, ciascuno dei quali affronterà un preciso periodo storico, secondo uno sviluppo cronologico che ha inizio negli anni Trenta del Novecento per terminare negli anni Settanta, attraverso le opere di artisti quali Marino Marini, Arturo Martini, Alberto Burri, Lucio Fontana, Mattia Moreni, Ennio Morlotti, Christo & Jeanne-Claude, Walter De Maria, Michael Heizer, Richard Long, Dennis Oppenheim, Vincenzo Agnetti, Joseph Beuys, Gino De Dominicis e altri ancora.
Ogni atto, che si caratterizzerà per le differenti forme espressive e gli approcci creativi dei vari artisti, ha lo scopo di suggerire un messaggio relativo al rapporto uomo-ambiente, con spunti critici che metteranno in luce la forza della tecnologia nei suoi possibili esiti costruttivi e distruttivi.

Il percorso espositivo prenderà avvio con una serie di sculture in ceramica e in terracotta realizzate da autori quali Salvatore Fancello, Lucio Fontana, Marino Marini, Arturo Martini, Fausto Melotti, i cui temi sono riconducibili all’universo zoomorfo della fauna terracquea: dai galli ai cinghiali, dai cavalli e cavalieri ai pavoni. In questo primo atto, dal titolo Bestiario, le materie prime utilizzate sono legate alla vita originaria della natura e a una pratica in costante tensione tra la tradizione artigiana e i più radicali esperimenti d’avanguardia. La mano dell’artista a contatto con la terra è il momento che segna l’incontro tra la sua forza creativa e quelle telluriche presenti in Natura.

Alberto Burri, Lucio Fontana, Piero Manzoni e Salvatore Scarpitta saranno i protagonisti della sezione Materia animata. Le combustioni, i tagli, ma anche i materiali estranei alla tradizione pittorica, designano un processo che, per quanto possa apparire lesivo nei confronti della Natura, è in realtà da essa accolto. I loro gesti mostrano di comprendere a fondo la materia, nobilitandola in nome di soluzioni formali d’ispirazione classica.

Verso la prima metà degli anni Cinquanta la pittura riscopre se stessa in nome della luce e del colore ispirati alla natura. Gli artisti selezionati per questo atto, Alfredo Chighine, Mattia Moreni, Ennio Morlotti, Tancredi e Giuseppe Zigaina, affondano il proprio essere uomo in un paesaggio ancora incontaminato, relazionandosi con esso e assimilando i fenomeni atmosferici e terreni per poi tradurli in pittura. La tela, in questo modo, non è più solo il luogo deputato alla rappresentazione di un paesaggio ma diviene essa stessa campo di verifica di un certo vissuto.

In Miti contemporanei, si metterà in luce la dimensione epica della scoperta e del gesto creativo nella Natura. Artisti quali Carl Andre, Christo & Jeanne-Claude, Walter De Maria, Jan Dibbets, Michael Heizer, Nancy Holt, Richard Long, Dennis Oppenheim, Robert Smithson, escono dai luoghi deputati all’arte, ovvero dalle gallerie, dai musei, dai centri urbani e si spingono dove la civiltà non ha ancora attecchito. Fuggendo dal mondo artificiale del consumo e del progresso, tendono a ricongiungersi con il cosmo.

Negli anni Settanta la fotografia, i filmati audiovisivi, le registrazioni sonore, il corpo umano, ma anche gli oggetti del quotidiano sono assunti come strumenti per indagare e comprendere la natura. In Sistemi incongruenti si analizzerà questo processo attraverso i lavori di Vincenzo Agnetti, Bernd e Hilla Becher, Joseph Beuys, Gino De Dominicis, Luigi Ghirri, Mario Giacomelli, Luca Maria Patella, Bepi Romagnoni, Salvatore Scarpitta, Joe Tilson, Charles Traub.

Gordon Matta-Clark, Ana Mendieta, Pino Pascali sono tre grandi protagonisti dell’arte contemporanea accomunati da uno stesso destino - un’attività intensa, interrotta da una morte prematura - e da una forte personalità creativa che fa di loro un termine di confronto indispensabile. Tutti e tre hanno saputo stabilire un singolare rapporto con la natura evidenziandone aspetti inediti. Dagli interventi atti a destrutturare e a decostruire l’edilizia urbana letta come banco di prova naturale della propria forza creativa, al rapporto fisico del proprio corpo con la natura in memoria di una vita ancestrale, per finire con l’atteggiamento ludico di chi si prende gioco degli elementi naturali per rivolgere una pungente critica alla civiltà del progresso. In tutti i casi, nella sezione denominata Percorsi estremi, emerge con forza il conflitto culturale dell’occidente con la propria incapacità di avere un contatto con l’ambiente in cui vive.

L’esposizione si chiude con il settimo atto, dal titolo In medias res. Qui vengono proposti i libri d’artista, un vero e proprio genere creativo dotato di una specifica identità estetica e concettuale. In una fase storica in cui sembra che il libro cartaceo sia destinato all’oblio, questa sezione vuole riflettere sulle possibilità offerte dall’oggetto libro ma anche sui paradossi ecologici che lo riguardano. Qui sono raccolte opere realizzate dagli anni Sessanta in poi, che testimoniano un particolare sguardo verso l’ambiente nelle sue declinazioni urbane e naturali. In mostra si troveranno creazioni di John Cage, Hamish Fulton, Sol LeWitt, Edward Ruscha, Roberto Sanesi, Emilio Villa, John Baldessari, Gianfranco Baruchello, Mario Luzi, Pier Paolo Pasolini, Cesare Pavese, Vittorio Sereni, Franco Vaccari.

Catalogo: Umberto Allemandi & C., con saggi di Daniele Astrologo Abadal, Emily Braun, Raffaele Bedarida, Stefano Crespi, Ruggero Montrasio, Stefano Questioli, Luigi Sansone e Lara Treppiede.

Ufficio Stampa
CLP Relazioni Pubbliche, Milano, tel. +39 02 433403, press@clponline.it

Ufficio Stampa Green Street, Silvia Gulfi – Marta Magnani
tel. +39 039 2032883, sgulfi@greenstreetmonza.itmmagnani@greenstreetmonza.it
www.greenstreetmonza.it

Immagine: Joe Tilson, Stake poem, 1971, legni di cedro rosso, 122x80x10 cm, collezione privata

Inaugurazione sabato 19 marzo 2011, ore 18

Palazzo dell’Arengario
piazza Roma, Monza
Orari: martedì - venerdì 10.00 - 12.00; 15.00 - 19.00; sabato domenica e festivi 10.00 – 19.00; lunedì chiuso
Ingresso: € 5,00 intero; € 4,00 ridotto

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