Una selezione di immagini storiche, firmate dal fotogiornalista Federico Patellani, che celebra la storia del Concorso attraverso la bellezza delle star emerse grazie a Miss Italia. Le immagini raccontano con sorridente ironia i volti delle concorrenti, le ansie, le aspettative fino al raggiungimento del successo.
Una mostra di fotografie di Federico Patellani
Kitty Bolognesi e Giovanna Calvenzi, curatrici della mostra, incontrano il pubblico in occasione dell'inaugurazione lunedì 11 novembre alle 18.30 al Forum Fnac.
Accompagna la mostra il libro "La più bella sei tu", Peliti Associati Editore, grazie al contributo di Wella.
Una selezione di immagini storiche, firmate dal fotogiornalista Federico Patellani, che celebra la storia del Concorso attraverso la bellezza delle star emerse grazie a Miss Italia. Le immagini raccontano con sorridente ironia i volti delle concorrenti, le ansie, le aspettative fino al raggiungimento del successo: Lucia Bosè, Gina Lollobrigida e Sofia Loren diventano così protagoniste di un'avventura a lieto fine in un periodo storico in cui Miss Italia rappresentava un veloce lasciapassare per uscire dalla miseria e da una vita difficile.
Bellezza ma non solo
Le immagini di Federico Patellani legate ai concorsi di bellezza e alla rinascita del cinema italiano nel dopoguerra sono una piccolissima cosa se commisurate alle 700.000 immagini da lui realizzate in quasi quarant'anni di attività . Anzi, negli Anni Sessanta, quando cioè abbiamo iniziato a lavorare con lui, Patellani sembrava aver dimenticato questo capitolo della sua professione, concentrato com'era nei grandi viaggi che erano diventati sua croce e delizia. Deluso, infatti, dall'incompetenza che vedeva crescere nelle redazioni dei giornali, aveva abbandonato il fotogiornalismo impegnato che negli anni precedenti ne aveva fatto il testimone puntuale di ogni avvenimento della realtà italiana e aveva scelto la strada dei viaggi, inventandosi periodicamente un pretesto per una nuova avventura fotografica. Appariva tuttavia del tutto privo di rimpianti o ripensamenti, perennemente proiettato verso progetti sempre diversi. Parlava pochissimo degli anni pieni di fervore creativo nei quali, con Alberto Mondadori e una straordinaria redazione (Salvatore Quasimodo, bruno Munari, Elio Vittorini, Indro Montanelli, ecc.) avevamo dato vita al settimanale "Tempo", il primo grande periodico illustrato italiano, nato a cavallo della guerra sulle orme di "Life". Era stata per lui un'esperienza preziosa, in un settimanale che conosceva "Life" ma che lo traduceva e lo interpretava adattandolo alla realtà italiana. Patellani era giornalista e fotografo, in un ,momento in cui una fotografia serviva quanto la parola scritta per informare il lettore in un Paese con un altissimo tasso di analfabetismo. Al servizio del lettore aveva creato per "Tempo" il 'fototesto', piccoli documentari ad immagini fisse dove i testi avevano spesso solo una funzione esplicativa.
Nella nostra giovanile insipienza, non approfittavamo della vicinanza per farci raccontare la sua straordinaria avventura professionale ma nei momenti di tranquillità , tuttavia, avevamo il privilegio si sfogliare gli album che raccoglievano i provini a contatto, grossi album rilegati in tela rossa, che raccontavano la sua storia e la Storia a partire dal 1935. guardarli in sequenza era come leggere un lungo racconto, affascinante per l'immediatezza delle situazioni, per la contemporaneità di un passato che ci sembrava, grazie alla forza della restituzione, di poter quasi condividere. Era un convinto sostenitore del "fare informazione" e temeva, senza riuscire ad evitarlo, le "belle fotografie". Aveva resistito alla tentazione di mostre e libri personali e solo negli ultimi anni della sua vita, ormai malato, si è concesso di riguardare l'archivio, isolando in una cartellina dal titolo "L'era delle miss" le immagini dalle quali ha avuto inizio questa storia. Che noi, con questo libro, abbiamo voluto concludere.
Kitti Bolognesi e Giovanna Calvenzi
Biografia
Federico Patellani nasce il 1° dicembre 1911 a Monza, da una vecchia famiglia milanese. Durante il periodo universitario partecipa a movimenti artistici e letterari. Laureato in Legge, affianca alla professione di avvocato la passione per la pittura: "quadri incredibilmente ottimi", scriverà sul suo lavoro, anni dopo, Salvatore Fiume.
Nel 1935 partecipa, da richiamato come ufficiale del Genio, alle operazioni dell'Esercito italiano in Africa Orientale. E' proprio in questo periodo che incomincia a fotografare in modo professionale. I suoi servizi (che verranno pubblicati dal quotidiano milanese L'Ambrosiano) raccontano l'ambiente locale e la guerra.
Nel giugno del 1939, di ritorno dall'Africa, lascia pittura e diritto per iniziare quella che diventerà una lunga collaborazione con il settimanale Tempo, di Alberto Mondadori. I reportage di Patellani segnano profondamente la vita della rivista, a ragione considerata come uno dei principali esempi di fotogiornalismo italiano. Per Tempo Patellani crea i "fototesti": ampi servizi fotografici corredati da lunghe didascalie scritte dallo stesso Patellani. Tra i collaboratori letterari : Massimo Bontempelli, Raffaele Carrieri, Emilio Cecchi, Enrico Emanuelli, Indro Montanelli, Guido Piovene, Salvatore Quasimodo, Leonardo Sinisgalli, Cesare Zavattini. Bruno Munari è l'art director.
Sempre nel 1939 è tra i produttori del film "Piccolo mondo antico" diretto da Mario Soldati, esperienza, questa, lo lega al mondo del cinema ma che conferma la sua decisione di essere fotogiornalista. Inviato sul fronte russo, Patellani racconta la guerra sul fronte orientale firmando i suoi servizi con lo pseudonimo di Pat Monterosso. Realizza poi, tra gli altri servizi, una memorabile serie di immagini sulla Milano bombardata nell'agosto del 1943. Dopo due anni di internamento in Svizzera, ritornato a Milano, collabora per circa un anno con il Corriere Lombardo per rioccupare il suo posto nella redazione di Tempo, che riprende le pubblicazioni nel 1946 con la direzione di Arturo Tofanelli. Vi collabora in esclusiva fino al 1952, quando decide di diventare free-lance.
Crea la Pat Photo Pictures, una struttura che si avvale della collaborazione di numerosi fotografi fra i quali Carlo Cisventi, Antonio Cesano, Walter Mori, Giancarlo Bonora, Chiara Samugheo.
Inizia la sua collaborazione con altre testate sia italiane che europee. Nel 1952 realizza un ampio servizio sul meridione dal titolo "Italia Magica". Nel 1953 è aiuto regista di Alberto Lattuada per il film "La Lupa". Nel 1954 è in Grecia e in Turchia e, l'anno successivo, ancora nel sud dell'Italia: in questi due anni realizza due documentari per la televisione: "Viaggio in Magna Grecia" e "Viaggio nei paesi di Ulisse". Per qualche anno continuerà a essere testimone puntuale della realtà italiana, lavorerà anche per un paio d'anni per la casa di produzione cinematografica di Dino De Laurentiis, ma cresce in lui l'insofferenza nei confronti dell'uso che i periodici italiani fanno della fotografia.
Nel 1956 realizza un lungometraggio cinemascope a colori dal titolo "America pagana" e un servizio fotografico dallo stesso titolo per Epoca. E' di nuovo Epoca, nel 1957, a pubblicare su 160 pagine il reportage "Paradiso nero": un viaggio, con il figlio Aldo, di 25.000 chilometri in Land Rover, dal Congo Belga al Kenya. Con sempre maggiore determinazione il lavoro professionale di Patellani si svolge soprattutto in viaggio, pubblicando i servizi su Epoca, La Domenica del Corriere, Successo, Storia Illustrata, Atlante, Tempo e numerose riviste internazionali.
Dalle antiche università europee agli Stati africani di recente indipendenza, dal Sud America alle isole dei Mari del Sud, dall'Africa all'Amazzonia, dalle isole dei pirati a quelle dei grandi scrittori-viaggiatori, Patellani ha fatto più volte il giro del mondo per i suoi servizi di impronta nettamente giornalistica, che concedono pochissimo al folklore.
Il suo ultimo viaggio e il suo ultimo reportage sono a Ceylon, nel 1976. Muore a Milano il 10 febbraio 1977.
Immagine: Federico Patellani, Misurazione di una concorrente, Sanremo, 1949
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