Chiesa del Pio Suffragio
Bagnacavallo (RA)
via Trento Trieste

Temet nosce
dal 25/3/2011 al 8/4/2011
mar-dom 10-12 e 15-18, chiuso lunedi
0545 280914, 051 229544
WEB
Segnalato da

Galleria Artforum




 
calendario eventi  :: 




25/3/2011

Temet nosce

Chiesa del Pio Suffragio, Bagnacavallo (RA)

Conosci te stesso. Peter Demetz si esprime scolpendo il tiglio e realizzando sculture-quadro; le porte sono, invece, le protagoniste assolute nella pittura di Robert Bosisio. A cura di Adriana M. Soldini.


comunicato stampa

a cura di Adriana M. Soldini

Uomo, conosci te stesso, e conoscerai l’universo e gli Dei.
(dal Tempio dell’Oracolo di Delfi)

Sabato 26 marzo 2011 alle 18,30 si inaugura la mostra Temet nosce, bipersonale degli artisti altoatesini Peter Demetz e Robert Bosisio, a cura della narratrice d’arte Adriana M. Soldini per la Galleria ARTFORUM di Bologna, presso gli spazi della Chiesa del Pio Suffragio (XVII secolo) a Bagnacavallo (RA),

Temet nosce, Conosci te stesso, è la versione latina della nota esortazione scritta sul tempio dell’Oracolo di Delfi che ben sintetizza l'insegnamento di Socrate nel trovare la verità dentro di sé, anziché nel mondo delle apparenze. Questo precetto è il fine a cui aspira sia l’arte di Peter Demetz sia quella di Robert Bosisio. Forse può sorprendere che lo sostengano due artisti strettamente legati al figurativo, ma per comprenderlo appieno occorre andare in profondità, come davanti alle loro opere.

Condividono lo stesso modo di porsi davanti all’opera mentre prende forma. Non creano con scopi diversi dalla conoscenza di sé e lasciano andare le loro opere verso il pubblico, perché la ricerca interiore prosegua anche tra gli spettatori, passando dalla definizione dell’identità individuale a quella collettiva.

Demetz si esprime scolpendo il tiglio. Il legno di questa pianta, tenero e omogeneo, dal colore neutro, si presta con particolare efficacia a rendere l’incarnato delle figure che popolano le “sculture-quadro”, come l’artista ama definire i suoi bassorilievi staccati dallo sfondo. Gli permette di realizzare un’opera dimenticandosi nel guardarla del materiale di cui è fatta; così come la perfezione del dettaglio porta lo sguardo dello spettatore ad andare oltre l’apparenza della forma. L’intenzione dello scultore è di compiere un vero atto creativo e desidera che lo spettatore veda i personaggi non come statue ma come anime, che possono muoversi e mettere in scena la rappresentazione di una quotidianità vissuta da altri o da lui stesso nella vita, arrivando a identificarsi con loro. Malgrado la maestria nell’esecuzione, le figure nelle opere di Demetz non sono la cosa più importante. A esserlo, è lo spazio tra i personaggi e tutt’intorno: la distanza matematica. In mezzo alle sue stanze, nel fruscio di fondo di una quotidianità apparentemente banale, nell’intimità del piccolo e medio formato, l’artista sa che lì si trova anche il suo posto. L’opera è come una porta che fa varcare la soglia spazio-temporale.

E sono le porte, così come altre persone, a essere tra le protagoniste assolute nella pittura di Robert Bosisio. È noto che le porte rivestono un forte simbolismo arcaico: sono l’accesso a luoghi di iniziazione, sono passaggi tra due mondi. Per lui è l’idea della soglia. Sono i colori a stabilire i confini, sempre mobili, e a dare profondità, creando una visione tridimensionale. Colore dal significato mistico e prediletto dall’artista, il viola è ora particolarmente presente nei suoi dipinti, tanto da poter dire che le sue opere tendono verso una spiritualità laica. Al contrario, le linee si sovrappongono finemente per costruire una retinatura simile a una cortina, di cui ci si accorge solo avvicinandosi, per poi distanziarsi, rendendosi conto di cosa è accaduto, proprio come fa l’artista mentre dipinge. Anche qui, come in Demetz, è una questione di distanza.

Un mondo che sembra si possa guardare con le palpebre socchiuse; lo si assorbe e lo si vede realmente con gli occhi della mente. Nel tempo, Bosisio è passato dalla certezza delle forme, nitide e precise, a vedere oltre l’esteriorità, cercando di evidenziare l’aurea di una persona o di una stanza. Si cura dell’essenza più che della forma e ritrae più che i volti la matrice intima di ogni cosa. Le figure umane sono appena percepibili e paiono ectoplasmi, parvenze di chi ha vissuto in precedenza nelle sue stanze ora spoglie. L’artista vuole lasciare allo spettatore il compito di immaginarne il viso, perché è la sua interazione che porta a compimento ogni opera.

Non è un caso che le strade di Demetz e Bosisio si siano incrociate. Diverse affinità e finalità di intenti li legano, mostrando una comune vocazione a essere filmmaker della memoria collettiva.

Nell’anno appena trascorso, Peter Demetz ha vinto, oltre alla selezione della “III Trienale Ladina”, i premi “Arciere” e “Sulmona”, entrambi presieduti da Vittorio Sgarbi; mentre Robert Bosisio ha esposto in vari musei europei, tra cui si segnala la personale al "Muzeul de Arta" di Cluj-Napoca (Romania), presentata dal regista tedesco Wim Wenders, a cui lo lega da molti anni un profondo legame di reciproca stima e di amicizia.

In occasione della mostra sarà presentato il nuovo catalogo “Temet nosce” di Peter Demetz , a cura di Adriana M. Soldini, che affiancherà il recente “Simple things” di Robert Bosisio con testo di Wim Wenders.

La mostra ha i patrocini del Museo civico delle Cappuccine di Bagnacavallo, del Comune di Bagnacavallo e della Provincia di Ravenna.

Immagine: Peter Demetz, l'eroe, tiglio 70 x 60 x 25,5cm, 2009

Inaugurazione 26 marzo ore 18.30

Chiesa del Pio Suffragio
Via Trento Trieste - Bagnacavallo (RA)
Mar-dom 10-12/15-18 Chiuso il lunedì
Ingresso libero

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